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EL ELEGIDO

Le Concile de Pierre

2006 FR
noviembre 15, 2006

Diane Siprien (Monica Bellucci) es una científica francesa que adopta a un niño en una región próxima a Mongolia. Pasado cierto tiempo, empiezan a ocurrir hechos extraños, como la aparición de una marca en el pecho del pequeño. Aunque el médico no le da importancia, Diane empieza a sospechar que quienes la rodean llevan mucho tiempo esperando algo relacionado con su hijo. Así las cosas, decide ir a Mongolia para averiguar el origen del niño.

Directores

Guillaume Nicloux

Reparto

Monica Bellucci, Catherine Deneuve, Moritz Bleibtreu, Sami Bouajila, Elsa Zylberstein, Nicolas Thau, Lorenzo Balducci, Nicolas Jouhet, Peter Bonke, Tubtchine Bayaertu
Avventura Fantasy Dramma Thriller Crime Mistero
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Laura vive sola con suo figlio adottivo Liu-San, un bambino di origine mongole in procinto di compiere sette anni. Nei giorni che precedono il suo compleanno, sulla spalla sinistra del bambino compare una strana voglia a forma di cerchio e comincia anche ad avere degli incubi che stranamente sono gli stessi che ha anche sua madre. Una notte madre e figlio hanno un brutto incidente stradale, Laura se la cava con qualche livido e Liu-San finisce in coma, ma, come per miracolo, il bambino ne esce e guarisce di ogni ferita nell’arco di pochi giorni. Il giorno del suo compleanno Liu-San viene rapito e condotto nel suo paese di origine per essere sacrificato da una setta che ha notato le sue doti particolari. Laura si mette sulle sue tracce. Jean-Christophe Grangè ha già fornito al cinema francese materiale per la produzione di grandi successi di pubblico, basti pensare a “I fiumi di porpora” e “L’impero dei lupi”, entrambi tratti da due suoi romanzi, nonché la sceneggiatura del thriller alchemico “Vidocq”. L’ultimo film tratto da un best-seller di Grangè è “L’eletto”, infelice titolo dato dalla distribuzione italiana a “Le concile de pierre”, un thriller misticheggiante e permeato di soprannaturale che farà la felicità di coloro che hanno problemi di insonnia. “L’eletto” ha due grandi problemi: una lentezza narrativa eccessiva e una storia inutilmente complicata. La lentezza che appesantisce la visione del film è un grave demerito per un film di genere, soprattutto se si tratta di un film ricco di eventi che ha tutte le potenzialità per coinvolgere adeguatamente lo spettatore. Questa pesantezza è accentuata sicuramente da una preoccupante seriosità di fondo che sembra voler elevare il film ad un qualche cosa di più ambizioso che un semplice thriller soprannaturale e finisce invece per rendere addirittura ridicoli alcuni passaggi della trama. Il senso di oppressione e stanchezza che si prova nel guardare “L’eletto” è poi da attribuire ad una sceneggiatura pasticciata a opera di Stephane Cabel (“Il patto dei lupi”) e Guillaume Nicloux. Il problema risiede probabilmente nel voler condensare in appena 90 minuti di film un romanzo di oltre 400 pagine (il romanzo in Italia è stato stampato con il titolo “Il concilio di pietra”) senza voler rinunciare a nessuno dei numerosi risvolti che l’intricata trama possiede. E così si ha un minestrone in cui sono gettati senza alcun criterio logico esperimenti governativi, armi militari segrete, profezie mistiche, poteri miracolosi, sette diaboliche e uomini animali, il tutto mescolato con tale disordine e incapacità da rendere perfino complicata la comprensione di tutti i passaggi del film. A suo vantaggio “L’eletto” ha comunque una certa eleganza stilistica, caratteristica di molte grandi produzioni francesi, e una buona interpretazione di Monica Bellucci, molto attraente anche senza trucco e capelli corti, particolarmente credibile nel ruolo della mamma preoccupata, il cui personaggio è stato anche migliorato in confronto a quello un po’ troppo grintoso del romanzo. Affianco alla Bellucci troviamo invece una Catherine Deneuve poco coinvolta e fuori parte e uno spaesato Moritz Bleibtreu (“The Experiment”; “Speed Racer”). Decenti gli effetti speciali in digitale. In conclusione, “L’eletto” è un film noioso, mal scritto e incapace di gestire una storia troppo complicata per essere raccontata in poco tempo. Lampante esempio di come non si deve realizzare un thriller.