Mutación backdrop
Mutación poster

MUTACIÓN

Mosquito Man

2005 US
marzo 5, 2005

La doctora Jennifer Allen y su ayudante investigan los remedios contra las más mortíferas enfermedades que acechan a la Humanidad. Ray, un peligroso ex convicto, es trasladado al laboratorio para participar en un programa de experimentación. Pero una inesperada explosión, provocada por su intención de darse a la fuga, lo somete a una fuerte radiación que desencadena su inmediata mutación. Mitad hombre, mitad mosquito, sembrará el pánico entre la población. Sólo existe un objetivo: evitar que se reproduzca.

Directores

Tibor Takács

Reparto

Corin Nemec, Musetta Vander, Christa Campbell, Matthew Jordon, Patrick Dreikauss, Jay Benedict, Ivo Tonchev, Vladimir Nikolov, Dimiter Spasov, Ivan Urukov
Horror Fantascienza televisione film
HMDB

RESEÑAS (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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Un’epidemia mortale sta dilagando in città sottraendo la vita a milioni di persone; la causa di tutto sembra essere collegata alla puntura di alcune particolari zanzare. Per porre rimedio alla situazione, un team di scienziati sta manipolando il DNA di un campione scelto di zanzare al fine di creare un antigene capace di combattere l’avanzare del virus. Un pericoloso criminale, Ray Erikson, viene condotto nei laboratori per fungere da cavia all’antigene ottenuto, ma durante il trasporto non tutto va per il verso giusto e, poco dopo l’accesso ai laboratori, Ray Erikson riesce a liberarsi e, nel tentativo di evadere, finisce vittima di un’esplosione che sottoporrà il suo corpo ad una quantità eccessiva di antigene. Erikson riesce a sopravvivere all’esplosione ma in breve tempo il suo corpo subirà una rapida metamorfosi pronta a generare una rivoltante creatura metà uomo e metà zanzara, una creatura pronta ad aggirarsi nei bassifondi della città per colmare la sua insaziabile sete di sangue. La Nu Image, celebre casa produttiva di pellicole cinematografiche, televisive e direct to video, è tornata all’attacco e dopo averci “incantato” con pellicole di qualità medio-bassa distribuite nelle nostre videoteche tutte in tempi piuttosto recenti, ci propina la sua ultimissima fatica, “Mosquitoman”. Ma in realtà “Mosquitoman” (conosciuto anche con il titolo “Mansquito”) è solamente l’ultima opera approdata sul nostro mercato (e con consistente ritardo) di quel pacchetto di film che la Nu Image ha prodotto tra il 2004 e il 2005, un pacchetto di film che comprendeva titoli quali “Snakeman”, “Sharkman”, “Skeletonman” e “Metamorphosis”. Così, dopo aver ammirato le maestose divinità serpenti, i ferocissimi uomini-squalo e i viscidi parassiti pronti ad annidarsi all’interno del bestiame, è la volta di offrire la scena ad una svolazzante creatura metà uomo e metà zanzara, una creatura sanguinaria che può essere tranquillamente ed ironicamente considerata come l’evoluzione della temutissima zanzara tigre. Ancora una volta quello che la Nu Image ci propone è un innocuo teatrino di poche pretese che non si prefigge alcun obiettivo fuorché quello di intrattenere lo spettatore davanti la tv per una novantina di minuti circa. Un prodotto, dunque, non troppo differente nelle intenzioni da tutte le precedenti produzioni firmate dalla stessa casa di produzione. Eppure, nonostante gli evidenti limiti presenti durante l’intero minutaggio, “Mosquitoman” riesce a risultare un prodotto altamente godibile e capace di distinguersi notevolmente da tutti i suoi “colleghi”. Quello che si ha tra le mani è un onesto b-movie, un film realizzato con pochi mezzi, una manciata di idee poco originali e persino ricco di sequenze un po’ “sciocchine”; fatto sta, però, che riesce comunque a convincere ed affascinare lo spettatore che, lasciandosi trasportare dall’ingenuità che sta alla base del progetto, tenderà a sorvolare sui difetti (che ci sono) per notare ed apprezzare i molteplici lati positivi. La storia sicuramente non può rappresentare il punto forte della pellicola dato che non fa altro che generare un collage di situazioni già viste in più di un occasione: si parte da una vicenda che ricorda molto da vicino “Mimic” di Guillermo Del Toro (l’epidemia che dilaga, le zanzare modificate geneticamente per combattere il virus che esse stesse portano), si passa per situazioni più classiche tipiche de “La Mosca” di Cronenberg per finire, poi, in situazioni più “poliziesche” che sembrano uscite direttamente dagli archivi del “Detective Stone” . Nulla di originale, dunque, perciò a giocare un ruolo chiave è la sceneggiatura capace di tenere, dall’inizio alla fine, un ritmo elevato e capace di fondere con molta maestria il genere poliziesco con il più classico dei monster-movie. Parte della riuscita del film va senz’altro alla brillante idea di voler rievocare, in maniera più o meno voluta ma comunque evidente, i vecchi b-movie tipici del decennio ’80, quei film, cioè, che pur inscenando storie ingenue con mezzi irrisori riuscivano comunque, grazie alla loro spensieratezza, a trovare il modo di incantare e divertire lo spettatore. E’ impossibile, infatti, guardare “Mosquitoman” senza che il pensiero rivada a leggerissimi ma piacevoli film come “Alterazione Genetica” e il “DNA: Formula Letale” che il nostrano L. Montefiori diresse nel 1990 (tanto per citarne un paio). Ad incrementare il tono nostalgico verso gli anni ’80 contribuiscono i gustosi effetti speciali realizzati, per lo più, con simpatici costumoni di gomma e protesi di lattice anziché moderni e sempre poco accetti effetti in cgi; ecco dunque che l’uomo zanzara, pronto ad entrare in scena sin dai primi minuti di film, sarà realizzato quasi esclusivamente con genuini trucchi old style e solo raramente con (pasticciati) effetti in computer graphic. Ne avrà da gioire anche l’horror fan che nasconde un debole per il gore e per lo splatter dal momento che “Mosquitoman”, in particolar modo nella memorabile sequenza finale all’interno dell’ospedale, lascerà terreno fertile ad arti estirpati, teste mozzate e corpi dilaniati. In questo ennesimo lavoro della Nu Image la regia passa nelle mani di un veterano del cinema horror, Tibor Takàcs (“Non aprite quel cancello”, “Sola in quella casa”), che pur svolgendo il compitino in maniera sobria, dirige il tutto con un tono televisivo forse un po’ troppo accentuato. Scadente il reparto attoriale composto da attori poco noti, molti dei quali provenienti da serial televisivi, che non sempre risultano convincenti e all’altezza della situazione. Insomma, alla base di questo “Mosquitoman” ci sono poche pretese, poche idee originali ma molti elementi che sapranno fare la gioia di quello spettatore che si appresta a vedere un film solo per passare serenamente un ora e mezza della sua vita.