¿Qué pasaría si las tecnologías inalámbricas se conectaran a otro mundo? ¿Y si ese otro mundo utilizara la tecnología para colarse en el nuestro? ¿Y si la conexión no pudiera interrumpirse?. Podrían meterse en nuestro mundo cada vez que encendiéramos el móvil o nos conectáramos al e-mail. Podrían contaminar todos nuestros aparatos... y podrían llevarse lo que ellos ya no tienen: la vida. "Pulse" está basada en la película de terror japonesa de 2001 "Kairo", escrita y dirigida por Kiyoshi Kurosawa, que cuenta la historia de un grupo de adolescentes japoneses que investigan una serie de suicidios relacionados con una webcam que ofrece a todo aquel que se conecte a ella la posibilidad de interactuar con los muertos. (FILMAFFINITY)
Directores
Jim Sonzero
Reparto
Kristen Bell, Ian Somerhalder, Christina Milian, Rick Gonzalez, Jonathan Tucker, Samm Levine, Octavia Spencer, Ron Rifkin, Joseph Gatt, Kel O'Neill
Dopo il suicidio del suo amico Josh, la giovane studentessa Mattie decide, con l'aiuto di alcuni suoi amici, di capire cosa ha spinto Josh a compiere un tale gesto. Nel frattempo, un misterioso messaggio che chiede "Vuoi incontrare un fantasma ?" compare improvvisamente su tutti i pc dei ragazzi del campus universitario. Mattie, verrà a conoscenza che il suo amico Josh, aveva inconsapevolmente captato tramite internet, una strana frequenza che funge da "portale" per un'altra dimensione popolata da entità malvagie che succhiano la 'voglia di vivere' delle persone spingendole al suicidio. Questa entità malvagia, passando attraverso tutti gli apparecchi tecnologici, ben presto, inizierà a diffondersi come un virus causando un epidemia di suicidi che porteranno alla fine l'intera umanità.
La voglia degli americani di appropriarsi di film orientali per farne remake occidentali è sempre più inarrestabile e dopo "The Ring" e "The Ring 2", dopo "The Grudge" e "Dark Water" è la volta di fare un remake anche a "Kairo", film diretto nel 2001 da Kiyoshi Kurosawa, che più che un vero film dell'orrore era un' attenta riflessione sulla solitudine e sul pericolo che possono arrecarci i mezzi tecnologici, e con cui, abbiamo giornalmente a che vedere. Come spesso accade, i remake made in U.S.A. traggono ispirazione solo dalla storia originale, per poi dar vita ad un prodotto quasi differente, un prodotto che adatta usi e tradizioni orientali con i modi di vita occidentali, attualizzando, a volte, la pellicola per poter maggiormente colpire un pubblico giovane che desidera poter rispecchiarsi nel personaggio visto nel film. Anche "Pulse", segue in parte questa strada; se da una parte, cerca di seguire il percorso del precedente film di Kurosawa, dall'altra decide di adattare la storia alla nuova generazione elettronica, rendendo strumento di morte non solo i pc (come nell'originale) ma anche altri apparecchi wi-fi come telefoni cellulari che, da qualche anno a questa parte, hanno assunto un ruolo sempre più incisivo e determinante sulla vita del cittadino medio.
"Pulse"ci appare dunque come un film che senza ombra di dubbio, non può certo spiccare in quanto originalità; seppur si desidera non considerare il suo film d'ispirazione, la storia che narra è stata già sviluppata (nel peggiore dei modi) in quel disastroso film uscito nel 2002 che è "Paura.com", un film maldestro che, vista la data d'uscita e vista la tematica, non dichiaratamente e in un modo o nell'altro aveva già attinto dal film di Kurosawa. Ma lì dove "Paura.com" aveva fallito miseramente (praticamente ovunque), questo nuovo horror americano funziona piuttosto bene. La storia che "Kairo" ci narrava, e che a sua volta è stata ripresa da "Pulse", è molto intrigante e a tratti persino inquietante, basti pensare al fatto che la minaccia ci è data proprio dall'ormai "pane quotidiano", da ciò con cui abbiamo a che fare ogni giorno, da ciò che ormai è diventato fondamentale nella nostra vita. Dunque, ad una storia avvincente, collabora un sceneggiatura valida e coinvolgente che cattura fin da subito l'attenzione dello spettatore e che lo affascina soprattutto nel finale, in cui ci viene proposto uno scenario post apocalittico, capace di rievocare quell'ambientazione terrificante ma affascinante che Romero ci fece conoscere con il suo "Il giorno degli zombi", mostrano città ormai vuote e distrutte, veicoli abbandonati per le strade, accampamenti militari adagiati per le campagne e i pochi superstiti vagano, da un posto all'altro, alla ricerca di un luogo lontano da mezzi di comunicazione e dunque sicuro; uno scenario che ci fece conoscere per bene Romero, ma che già anni prima ci era stato fatto assaggiare dall'horror interpretato da Vincent Price "L'ultimo uomo della terra" o che più recentemente ritroviamo (e in questo caso ancor più simile a "Pulse") nel horror apocalittico "28 giorni dopo".
La regia del film, in passato, era stata affidata al maestro dell'horror Wers Craven, che sicuramente si sarebbe trovato a suo agio dirigendo un film in cui il male è la tecnologia visto che questa tematica, seppur lontanamente, si riscontrava nel suo "Sotto Shock", ma, dopo che il progetto di "Pulse" restò fermo in cantiere per diverso tempo e dopo ulteriori disaccordi tra Craven e la casa di produzione Dimension Films (che gli aveva già manipolato "Cursed - Il maleficio"), ha deciso di abbandonare il progetto; ma ecco però, che il suo nome non rimane del tutto escluso ma compare come sceneggiatore esecutivo; mentre la regia è passata dalle mani di un professionista, di chi l'horror lo conosce a perfezioni, nelle mani di un "novellino", Jim Sonzero, un regista alle prime armi che fino ad ora aveva solo diretto qualche spot televisivo e videoclip. Il punto forte del film, come però spesso accade in un ghost-movie, è la fotografia, che qui ci appare estremamente curata ed affascinante data una grossa tendenza a finire su cromature rosse o su un grigio talmente chiaro che sembra rievocare il fascino del bianco e nero.
Secondo la nuova tendenza, che mira a segnalare il fatto di come la televisione influisce sul mondo del cinema, ecco che il cast di questo film, attinge da due famose produzioni per il piccolo schermo: troviamo infatti nei panni della protagonista una giovane Kristen Bell reduce del telefilm "Veronica Mars" (ma che all'inizio, quando era coinvolto ancora il buon vecchio Craven, doveva esserci Kristine Dunst), affiancata da un'altra star del piccolo schermo, un altrettanto giovane Ian Somerhalder, il disperso Boone di "Lost". La scelta di popolare il cast con star provenienti da telefilm può risultare in parte un passo falso, dato che i due protagonisti, avvolte, danno l'impressione di non essersi calati perfettamente nella parte, ma tutto sommato, la loro performance recitativa non influisce negativamente più di tanto sul risultato finale.
In conclusione questo ennesimo remake americano, "Pulse", risulta un prodotto abbastanza affascinante e coinvolgente, che finalmente aggiunge qualche variazione "originale" nella storia (basta con questi bambini che lanciano maledizioni come abbiamo visto in tutti i film orientali che fin ora hanno vantato di un remake) e che dunque, si posiziona tra i riusciti passaggi dall'oriente all'occidente.