RG
Roberto Giacomelli
•
Il detective Eric Matthews, dopo il ritrovamento di un cadavere atrocemente torturato, riesce ad individuare il nascondiglio dell'Enigmista, feroce serial killer che sfida le sue vittime ad un gioco mortale in cui è in palio la loro stessa vita. L'Enigmista è un malato terminale di cancro, incapace di muoversi, ma nel suo covo il detective e i suoi collegi rinvengono dei monitor in cui sono mostrate otto persone prigioniere in una casa, tra le quali il detective riconosce anche suo figlio. I prigionieri sono sottoposti ad un gas nervino che li ucciderà nelle prossime due ore: unico modo per salvarsi è risolvere i diabolici enigmi che il killer ha seminato per tutta casa, insieme a mortali trappole. Il detective Matthews farà di tutto per estorcere all'Enigmista la locazione dell'edificio- trappola.
Solamente un anno fa esordiva nelle sale il geniale "Saw - L'Enigmista" thriller/horror rivelazione che si è aggiudicato da subito l'etichetta di cult. Ora "Saw" si è guadagnato anche un sequel (ma si parla di una trilogia!), perfettamente fedele alle atmosfere e alle atrocità con le quali il prototipo ci aveva deliziato. Sporcizia, sudiciume, senso di sconforto e oppressione erano le sensazioni che si provavano nell'osservare la tortura fisica e psicologica a cui erano sottoposti i protagonisti del primo film rinchiusi in un bagno in disuso, lo stesso bagno
che tornerà in una fugace ma tremenda scena di questo sequel; e stessa atmosfera malata che si respira per l'intera durata di "Saw 2". La casa in cui sono intrappolati gli otto sventurati protagonisti è irta di pericoli, trappole mortali che mettono alla prova l'abilità e la pazienza dei concorrenti-vittime; qualunque cosa può essere letale in quell'abitazione: aprire una porta, un forno caldaia, perfino guardare da uno spioncino.
Il reparto gore è molto generoso, sicuramente più adatto ad un horror che ad un semplice thriller; si spazia ingegnosamente da teste perforate e gole tagliate a sublimi trabocchetti che giocano con i nervi dello spettatore. Almeno due sono le scene che rimarranno impresse nella mente: l'introduzione, con il diabolico macchinario-maschera chiodata che minaccia il volto di uno sventurato "peccatore" e la terribile scena della pozza colma di siringhe in cui una delle protagoniste sarà costretta a gettarsi e rovistare.
"Saw 2", non si limita ad essere un sequel furbetto di un prodotto di successo, poichè riesce ad ampliare le tematiche già emerse nel primo film e ad approfondire la psicologia di alcuni personaggi reduci dalla precedente pellicola, soprattutto l'Enigmista (interpretato ancora dal bravo Tobin Bell), figura patetica e sofferente, che incute pena e compassione piuttosto che ribrezzo, ma allo stesso tempo, malgrado la sua condizione di malato terminale di cancro, riesce ad apparire crudele e ingegnoso, fautore di un piano di lucida follia esente di qualsiasi piega.
Al centro della vicenda, oltre che uno spettacolo di violenza e sangue, si staglia un chiaro risalto del rapporto tra genitori e figli, rappresentato dalla conflittuale convivenza tra il detective Matthews (un convincente Donnie Wahlberg) e suo figlio Daniel (uno scialbo Erik Knudsen), uno prototipo di padre tutto d'un pezzo troppo indaffarato per educare il figlio, l'altro ragazzo ribelle e desideroso di attirare l'attenzione del genitore. Rapporto genitoriale che si getterà sul metaforico, coinvolgendo anche il personaggio dell'Enigmista.
A livello tecnico, si può riscontrare una regia "stile videoclip" dell'esordiente Darren Lynn Bousman (anche autore della sceneggiatura insieme a Leigh Whannel), molto vicina all'altrettanto frenetica regia dell'autore del primo capitolo James Wan, però qui ci viene fortunatamente risparmiato quel fastidioso montaggio velocizzato caratteristico di molte sequenze della prima pellicola. La sceneggiatura si presenta piuttosto solida, ricca di colpi di scena, anche se
fortemente debitrice all'intreccio sperimentato in "Cube", claustrofobico thriller di Vincenzo Natali.
Si notano, seminati in tutta la pellicola, anche gustose citazioni (intenzionali e non) da horror del passato: la già citata scena della maschera chiodata non può che rimandare allo strumento di tortura utilizzato nel classico di Mario Bava "La maschera del demonio"; la scena in cui uno dei prigionieri della casa guardando attraverso lo spioncino della porta si ritrova il cranio perforato da un proiettile di pistola, è ripreso di sana pianta da "Opera" di Dario Argento; infine anche la locazione della casa prigione, a detta dell'Enigmista (è "L'ultima casa a sinistra") cita il famoso lavoro d'esordio di Wes Craven.
Insomma, "Saw 2" è un film consigliato soprattutto a chi ha saputo apprezzare il capitolo precedente; mentre può risultare ridondante e compiaciuto nell'esibizione della violenza per lo spettatore comune. Rimane comunque un prodotto di indubbia qualità per il mercato dell'horror. Merita sicuramente mezzo voto in più.