Cabin Fever backdrop
Cabin Fever poster

CABIN FEVER

2003 US
août 15, 2003

Trois jeunes hommes et deux jeunes filles ont loué une cabane dans la forêt pour y fêter la fin de leurs études et profiter des derniers jours de liberté avant d'entrer dans le monde du travail. Mais la fiesta tourne au cauchemar quand un ermite infecté par un mystérieux virus fait son apparition. Les cinq jeunes gens vont devoir faire face à ce terrible virus qui dévore les chairs de ses victimes...

Distribution

Rider Strong, Jordan Ladd, Cerina Vincent, Giuseppe Andrews, James DeBello, Eli Roth, Julie Childress, Jessica Elder, Darcy Martin, Heather Simmons
Horreur
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Cinque ragazzi si recano in una baita di montagna per trascorrere il fine settimana tra alcool, sesso e droghe, ma il loro soggiorno viene funestato dall’improvvisa visita di un vagabondo ferito e infettato da un non ben specificato virus contratto da un animale morto. I ragazzi, sentendosi minacciati dal viandante ed intimoriti dalle sue condizioni di salute, lo eliminano, ma il suo cadavere finisce casualmente nel corso d’acqua che rifornisce la baita. Una ragazza viene contaminata e subito isolata dai suoi amici per paura di essere contagiati a loro volta dal virus: la situazione degenererà in un turbine di paranoia e violenza… Eli Roth, allievo del visionario e pluricelebrato David Lynch, confeziona un divertente prodotto all’insegna del citazionismo più esplicito che ha come unico intento quello di accompagnare per mano lo spettatore per un’ora e mezza in una sorta di fun house da Luna Park, tra effetti splatter, salti sulla poltrona e situazioni grottesche al limite della parodia. Fin da subito il veterano dell’horror si ritrova immerso in situazioni tipiche del grande cinema di spavento degli anni ’70 e ’80: ci sono cinque ragazzi che rispecchiano in pieno gli stereotipi del genere (la coppietta che pensa solo a fare sesso, il ragazzetto timido che ci prova con la biondina, lo scemo perennemente sballato) e che lo spettatore già sa che da lì a poco faranno una brutta fine; ci sono il bosco e la baita che Raimi ci ha insegnato a temere; il gruppo di bifolchi montanari pronti a far passare ai forestieri “Un tranquillo weekend di paura”, e c’è il virus che divora la carne, la paura del contagio e di chi è già contagiato, come se si avesse a che fare con i morti viventi di Romero (e non a caso nel finale ci sarà una chiarissima citazione a “La notte dei morti viventi”). Molto generoso è il tasso di splatter della pellicola, anche se si tratta di uno splatter molto ironico, più vicino a Peter Jackson che a George Romero, ma adatto al contesto in cui è stato inserito: si spazia da esplosioni di teste, corpi sbranati, cacciaviti nelle orecchie (qualcuno ha gridato “Zombi”?), fino alla raccapricciante sequenza in cui una ragazza contagiata si sta depilando le gambe con una lametta e la pelle divorata dal virus si stacca mostrando delle oscene ferite. Anche l’ironia, come già accennato, è onnipresente e si fa apprezzare, anche se in un paio di occasioni finisce per diventare eccessivamente grottesca ed influire in modo negativo sul contesto (un esempio su tutti: il ragazzino ritardato che si esibisce in un inutile siparietto di arti marziali). Sotto il punto di vista tecnico/artistico si può notare un diligente lavoro da parte di tutti: attori poco noti dalle discrete capacità recitative, buoni effetti speciali, fotografia e montaggio che rimangono piuttosto anonimi, belle musiche (si può individuare anche un omaggio a “L’ultima casa a sinistra” con l’utilizzo del tema portante del film di Craven, “wait for the rain”, come sottofondo durante una sequenza iniziale del film), una regia fresca ed originale non esente da interessanti scelte visive. Insomma, siamo di fronte ad un film sicuramente rivolto a chi di horror ne ha ampiamente fruito e che gradisce una spensierata e poco seria lettura di questo cinema nel periodo del suo massimo splendore, ma può essere apprezzato anche da chi vuole semplicemente trascorrere una novantina di minuti tra risate e raccapriccio.

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