Van Helsing backdrop
Van Helsing poster

VAN HELSING

2004 CZ
mai 3, 2004

Au cœur des Carpates, il est un monde de légendes et de mystères : la Transylvanie... Une terre où le mal règne en maître absolu, où le danger rôde dès le coucher du soleil, où prennent corps les monstres qui hantent nos cauchemars les plus secrets. Van Helsing est un ténébreux professeur et chasseur de monstres. Sa mission l'amène à affronter de terribles êtres, parmi lesquels le loup-garou, la créature de Frankenstein ou encore le comte Dracula, qui, depuis des générations, persécute la famille de l'intrépide et aristocratique Anna Valerious.

Réalisateurs

Stephen Sommers

Distribution

Hugh Jackman, Kate Beckinsale, Richard Roxburgh, David Wenham, Shuler Hensley, Elena Anaya, Will Kemp, Kevin J. O'Connor, Alun Armstrong, Silvia Colloca
Aventure Horreur Action
HMDB

CRITIQUES (1)

MC

Marco Castellini

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Van Helsing

Ricercato dalla polizia e disprezzato dalla gente comune perché ritenuto un feroce e spietato assassino, Van Helsing è in realtà l’arma segreta della Chiesa e del Vaticano nella estenuante ed eterna lotta contro il Male. Coraggioso, intrepido e dal passato oscuro, Van Helsing è un cacciatore di Mostri che attraversa il mondo alla ricerca del Demonio e di tutte le sue manifestazioni, deciso a fermare le creature malvagie che minacciano gli ignari ed indifesi esseri umani. La sua nuova missione porterà lui ed il suo amico frate Carl nella fredda Transilvania per aiutare Anna Valerious, ultima discendente di una nobile famiglia da generazioni in lotta contro il temibile Conte Vladislaus Dracula, deciso ad invadere il mondo con la sua progenie di feroci vampiri. Prima di qualsiasi commento e di qualsiasi analisi è bene sottolineare subito un particolare: “Van Helsing”, pur attingendo a piene mani nell’immaginario horror collettivo, non è un film dell’orrore. Neanche lontanamente. E neppure è la fedele ricostruzione di un periodo storico o di un personaggio: dimenticate quindi le atmosfere cupe e opprimenti del “Dracula” di Francis Ford Coppola o di “From Hell” dei fratelli Hughes. “Van Helsing” è un purissimo e spensierato film d’azione. Punto e basta. Resta da decidere se sia anche un buon film d’azione… La nuova pellicola del funambolico Stephen Sommers (regista de “La Mummia” e “La Mummia – Il ritorno”, adrenalinici ed ironici action movie che hanno sbancato i botteghini di mezzo mondo non molte stagioni fa) arriva nelle sale cinematografiche spinta da una campagna pubblicitaria e da una quantità industriale di merchandising tali da far supporre un successo di pubblico degno di un capolavoro annunciato. Ed è quasi sicuro che il successo di pubblico non mancherà. Effettivamente è impossibile non riconoscere a “Van Helsing” un impatto visivo eccezionale, realmente fuori dal comune, ottenuto sfruttando un budget da capogiro che ha permesso al regista di utilizzare tutte le più moderne tecniche digitali per portare sullo schermo una carrellata notevole di mostri che popolano il nostro immaginario collettivo da tempo immemorabile. Spazio quindi al cattivissimo Mr Hide, al tormentato Frankenstein, al feroce Uomo Lupo e al temibile (e un po’ inflazionato) Conte Dracula, rappresentati con una veste grafica (è proprio il caso di dire così!) del tutto nuova ed impressionante. Sul piano degli effetti speciali ci troviamo infatti di fronte a quanto di più moderno i mostri classici dell’horror abbiano mai potuto usufruire: per la gioia dei nostri occhi potremo finalmente vedere un trio di feroci vampire volare nel cielo, un Frankenstein visibilmente costruito da pezzi di cadaveri cuciti alla meglio, nonché una serie di terrificanti trasformazioni dell’Uomo Lupo e del Conte Dracula. Se ci fermassimo a questo punto, di certo “Van Helsing” meriterebbe il massimo dei voti: impossibile però è giudicare una pellicola soltanto per la sua veste estetica, a meno che non si voglia sminuire l’anima profonda del cinema ad un puro e semplice (per quanto costoso) esercizio stilistico. Come abbiamo già chiarito “Van Helsing” è inequivocabilmente un film d’azione: il ritmo e la velocità delle scene non lasciano infatti un attimo di respiro allo spettatore, susseguendosi con costanza per tutta la durata della pellicola. Ma tutto questo correre veloce, questo assalto frontale, questa frenesia audiovisiva di proporzioni bibliche finisce molto presto per desensibilizzare lo spettatore, che inizia ad intorpidirsi e a diminuire inconsciamente la soglia dell’attenzione. Il passo successivo rischia paradossalmente di essere la noia: un susseguirsi costante e feroce di spettacolari e moderne scene d’azione al limite dell’inverosimile (praticamente non c’è ostacolo fisico che i protagonisti non riescano a superare sfidando tutte le leggi della natura), finisce inevitabilmente per spegnere l’interesse del pubblico. La trama che dovrebbe legare il tutto è praticamente inesistente, confinata a qualche misera riga di copione inserita a forza tra una piroetta ed un fuoco d’artificio: ad un certo punto, probabilmente per svegliaci, ci viene fatto credere che il protagonista Van Helsing nasconda un passato segreto che lui non ricorda per la perdita della memoria, e che lo lega in qualche modo al Conte Dracula. Alla fine sapremo sì cosa li lega, ma a dircelo sarà una semplice frase incapace di darci una spiegazione o di definirci un retroscena, pronunciata soltanto per rispettare la regola che vuole come sempre gradito un colpo di scena alla fine del film. Peccato che invece di stupire lo spettatore tale rivelazione lo porti a credere di essersi perso qualcosa per strada, di non aver capito lo sviluppo di situazioni e personaggi che in realtà non si sviluppano mai. Certo, anche “La Mummia” e “La Mummia – Il ritorno” non brillavano per complessità narrativa: entrambe le pellicole erano però costruite intorno ad una storia ben definita, leggera ma mai insensata, terreno fertile per la gustosa miscela di avventura e ironia che aveva saputo stregare non poco il pubblico. Nel caso di “Van Helsing” la mancanza di una vera e propria trama rende vane anche le frequenti e infelici battute comiche dei personaggi, troppo prevedibili e stereotipate, troppo forzate e slegate dal contesto. Altra nota dolente è la caratterizzazione dei personaggi, volutamente immaginaria e fumettosa, ma alla fin fine troppo surreale e inverosimile: il Vaticano rappresentato come un’agenzia governativa alla 007 organizzata contro le forze del male, frati inventori di macchine ammazzamostri, balestre che mitragliano paletti di legno, lame rotanti affettatutto, bombe luminose accecanti (come mai manca un fucile ad acqua santa?), protagonisti dall’incerto look moderno e aggressivo. Pur non essendo a livelli eccelsi di interpretazione, a fallire non è tanto la recitazione degli attori, quanto la loro presentazione sullo schermo: il Conte Dracula diventa uno snob aristocratico dal carisma discutibile, doppiato indecentemente con un finto russo da gioco di bambini delle elementari, e a tratti più simile ad un gracile Renato Zero (non ce ne voglia!) che a un vampiro immortale ed invincibile, ed anche il personaggio interpretato da Hugh Jackman non riesce a convincere, a tal punto che da fallibile uomo comune che affronta con coraggio le forze del male, Van Helsing diventa un tamarro capellone in giacca di pelle, tutto muscoli e poco cervello, una specie di supereroe a cui manca sì la calzamaglia ma non certo un armamentario stravagante e letale. Pur consapevole di essere al cospetto di un film di puro intrattenimento, una leggera sensazione di disagio serpeggia comunque nella mente dello spettatore. “Van Helsing” è a tratti troppo movimentato e roboante persino per un patito di film d’azione, così come è a tratti troppo poco appassionante e carico di pathos per un patito di film horror. E’ un film da domenica pomeriggio al cinema con tutta la famiglia, un film da popcorn e patatine, un film da scolaresca rumorosa che sghignazza ad ogni scena rumoreggiando in sala. E forse per questo è esattamente il risultato che voleva ottenere Stephen Sommers. Sicuramente non è quello che avremmo voluto vedere noi, che ancora cerchiamo nel cinema (e nel cinema horror in particolare) emozioni reali che ci scorrano tra le vene. Noi che non baratteremmo per tutto l’oro del mondo le fredde trasformazioni digitali dell’Uomo Lupo di “Van Helsing” con quella shockante ed indimenticabile de “Un Lupo Mannaro Americano a Londra” di John Landis.

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