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Giuliano Giacomelli
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Un giovane dottore si trasferisce, con sua moglie, in un piccolo e sperduto paesino costiero. Sin da subito scoprirà che, durante la notte, qualche cosa di misterioso ed insolito avviene sulla spiaggia che affianca la sua abitazione. Ogni notte, infatti, il suono di una sirena annuncia la celebrazione di una processione presieduta da tutti gli abitanti del villaggio e in cui una giovane vergine deve essere sacrificata a misteriosi cavalieri che altro non sono che vecchi Templari zombie desiderosi di sacrifici umani.
“La notte dei resuscitati ciechi” (conosciuto anche con il titolo “Terror Beach”) è il quarto ed ultimo capitolo della nota saga spagnola sui Resuscitati Ciechi, misteriosi Templari Zombie che riemergono dal mondo dei morti per continuare a compiere sacrifici umani.
Il film, diretto nel 1975 da Amando De Ossorio (“Le tombe dei resuscitati ciechi”, “La cavalcata dei resuscitati ciechi”, “La nave maledetta”), non può certo vantarsi di essere un bel film in quanto presenta notevoli carenze sotto molteplici punti di vista che, seppur dettati da un budget poco consistente, in un modo o nell’altro sarebbero potute essere evitate lavorando con maggior accuratezza sul progetto.
Tra i tanti problemi quello che per primo può balzare all’occhio dello spettatore è la povertà di base con la cui è stata confezionata l’opera, una povertà che porterà a realizzare un film rozzo e in alcuni punti decisivamente deludente. Possiamo riscontrare dunque una fotografia particolarmente mal curata e troppo buia in alcuni passaggi (in alcune sequenze la visibilità è pari a zero); scenografie al “naturale” decisivamente approssimate; attori scadenti e dialoghi che tendono a scadere nel ridicolo in molteplici passaggi. Si, insomma….descritto così si può far pensare di avere a che fare con un prodotto davvero miserabile, degno di essere evitato o di essere guardato per poter essere in seguito mal trattato; ma non è proprio così!
Il film infatti, messi da parte i molteplici difetti sopra elencati, riesce ad emanare per tutta la sua durata un certo fascino, un fascino che però può esser colto solo dai più grandi fan del genere e soprattutto da coloro che amano le vecchie pellicole realizzate con due soldi: solo ed esclusivamente per gli appassionati dell’horror, insomma.
Da apprezzare in primis la storia di base che, non sarà certo originale (ed è riciclata anche dai precedenti capitoli), ma riesce comunque ad interessare ed incuriosire: bella e ben realizzata l’idea dell’intero paesino che si raduna a mezzanotte in processione per compiere sacrifici umani; si poteva far qualche cosa in più, al contrario, sulla vicenda dei Templari, in quanto non viene ben chiarito molto sul loro conto e sul rapporto che hanno con gli abitanti del villaggio.
Ma il vero fascino della pellicola è riscontrabile nella magnifica rappresentazione dei Templari Zombie (che molto ricordano i vecchi horror-trash italiani), talmente finti e miseri da risultare irresistibili per qualsiasi vero amante dell’horror. Ma la pellicola raggiunge i massimi livelli sul finale (dove viene chiamato in causa per l’ennesima volta “La notte dei morti viventi”…e si…Romero ha davvero fatto scuola!), quando i protagonisti dovranno barricarsi in casa per evitare l’ingresso dei minacciosi Templari.
Peccato solo che la pellicola non goda di scene splatter o tanto meno gore, poiché visto l’ottimo materiale a disposizione si poteva dar vita ad un gustosissimo splatter movie.
In conclusione “La notte dei resuscitati ciechi” è un film onesto, mal fatto sotto molteplici punti di vista, ma affascinate e gustoso per tutti coloro che amano il vero cinema horror, quello rozzo, fatto con pochi soldi ma che riusciva comunque a creare emozioni.
Merita almeno una visione.