Le Dieu Alligator backdrop
Le Dieu Alligator poster

LE DIEU ALLIGATOR

Il fiume del grande caimano

1979 IT
novembre 3, 1979

L'implantation d'un nouvel hôtel et ses clients déchaînent la colère d'un dieu mythique ; qui, pour se venger, adopte la forme d'un alligator féroce. David et Alli, un couple de touristes, vont tenter de freiner le massacre.

Réalisateurs

Sergio Martino

Distribution

Barbara Bach, Claudio Cassinelli, Mel Ferrer, Romano Puppo, Fabrizia Castagnoli, Enzo Fisichella, Lory Del Santo, Anny Papa, Bobby Rhodes, Clara Colosimo
Horreur Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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In un isola tropicale si decide di costruire un grande complesso alberghiero per attirare turisti da ogni parte del mondo e per civilizzare la popolazione indigena del luogo, i Kuma. L’abile fotografo Daniel e una modella giungono sul luogo per favorire la campagna pubblicitaria della nuova meta turistica chiamata “Paradiso House”. Una notte, la bella modella scompare misteriosamente senza lasciar tracce nelle acque del fiume. Da questo momento in poi, Daniel scoprirà un terribile segreto: le acque del fiume sono abitate da un gigantesco Caimano famelico adorato come un dio dai Kuma, pronto a divorare chiunque invada le acque del suo fiume. “Il fiume del grande caimano” è un Beast-movie all’italiana sicuramente più vicino al genere avventuroso che all’horror. Alla regia torna il buon Sergio Martino, che, nel 1972 si era fatto conoscere agli amanti del thriller-horror all’italiana con “Tutti i colori del buio” e che un anno dopo diresse l’altrettanto celebre thriller-horror “I corpi presentano tracce di violenza carnale”. Oltre a cimentarsi in pellicole a sfondo horror, Martino firmò altre pellicole avventurose come “L’isola degli uomini pesce” (diretto lo stesso anno de “Il fiume del grande caimano”) e molte commedie trash con Lino Banfi come “Cornetti alla crema”e “L’allenatore nel pallone”.. Sergio Martino, oltre a dirigere questa pellicola, si è preso la briga di collaborare anche alla sceneggiatura, che sicuramente rappresenta uno dei punti di forza del film; infatti la pellicola si avvale di una storia ben pensata e coinvolgente, e, anche se a tratti può rimandare a film ben più celebri come “King Kong” ( il caimano venerato dalla popolazione indigena come un dio; la ragazza legata alla zattera e offerta in sacrificio al dio del fiume ecc.) può risultare abbastanza originale e riesce magnificamente ad alternare un primo tempo molto avventuroso ad un secondo tempo ricco di tensione in cui il famelico caimano semina stragi tra gli innocenti turisti giunti lì solo per divertirsi. Inoltre, il film si avvale di ottimi attori come Richard Johnson, comparso in famose pellicole horror come “Zombi 2” e “Gli invasati”, Mel Ferrer, anche lui attore cimentatosi varie volte in pellicole orrorifiche come “L’Anticristo” e “Quel motel vicino alla palude” e Barbara Bach comparsa in “007- La spia che mi amava” e “L’isola degli uomini pesce”. I personaggi, seppur molto stereotipati (l’eroe che deve salvare la situazione, la bella donzella in pericolo, l’avido imprenditore che pensa solo al guadagno) hanno tutti almeno un briciolo di approfondimento psicologico, e la recitazione avvincente riesce tranquillamente a convincere lo spettatore. Ma, nonostante tutto, il film presenta anche diversi punti deboli: il primo si può riscontrare nella realizzazione del caimano, che, a causa dello scarso budget ci appare terribilmente finto, tanto che in molte inquadrature subacquee il grosso caimano appare completamente rigido dimostrando la sua vera natura pupazzosa. Il secondo punto instabile sta nel tasso di gore e splatter. Infatti, questa pellicola, che si sarebbe prestata molto bene a scene truculente, è del tutto esente da scene forti, ma, quando il caimano banchetta con i turisti il tutto si risolve con una banalissima chiazza di sangue nell’acqua e niente di più. In definitiva, “Il fiume del grande caimano”è un buon beast-movie, interessante e coinvolgente, ma che presenta diversi problemi che si sarebbero potuti risolvere con un budget un po’ più elevato. Consigliato soprattutto agli amanti dei Beast-movie e ai nostalgici del vecchio cinema italiano. Merita sicuramente una visione.