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TI HO CERCATA IN TUTTI I NECROLOGI

2013 IT
mai 31, 2013

Nikita (Giancarlo Giannini) si guadagnava da vivere facendo il tassista quando, in seguito a un incidente, è stato costretto a emigrare in Canada e a ripartire da zero, trovando lavoro come autista di un carro funebre. Qui, la sua mite esistenza è risvegliata da una partita a poker che gli fa nascere il desiderio di essere "cacciato", portandolo verso una dimensione intima di follia e terrore. La situazione si complica ulteriormente quando Nikita dà un passaggio alla giovane Helena, capace di riaccendere in lui il desiderio e la passione ma anche di coinvolgerlo in un fitto mistero.

Distribution

Giancarlo Giannini, F. Murray Abraham, Silvia De Santis, Jeffrey R. Smith, Jonathan Malen, Andreas Schwaiger, Jeffrey Knight, Aldo De Martino, A. Frank Ruffo, Mary Asiride
Drame Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Nikita di mestiere fa il dipendente di un’agenzia di pompe funebri. Una sera viene invitato a una partita a poker da Braque, un ricco uomo conosciuto a un funerale. Nikita sta vincendo praticamente tutto, il che lo spinge ad andare avanti, finché perde una mano a cui aveva puntato tutto e si ritrova a dover pagare un debito troppo grande per le sue tasche. Per poter estinguere velocemente il suo debito i presenti gli propongono una caccia all’uomo: Nikita dovrà sopravvivere per 20 minuti nel bosco della tenuta in cui si trova mentre i creditori gli danno la caccia armati di fucile. L’uomo ce la fa, sopravvive, ma sembra aver provato gusto in quest’esperienza e chiede a Braque di coinvolgerlo in altre caccie all’uomo in cui può fare sempre da bersaglio, guadagnando però laute ricompense. L’inizio di questa attività da parte di Nikita coincide anche con l’incontro con una misteriosa e affascinante ragazza di nome Helena. A distanza di 26 anni dal suo esordio dietro la macchina da presa con “Ternosecco”, l’attore Giancarlo Giannini torna in veste di regista con “Ti ho cercata in tutti i necrologi”, un thriller dai toni grotteschi tratto da un soggetto di Lorenzo Cairoli. Se è proprio il soggetto il punto forte di questo film, che si rifà chiaramente a “La pericolosa partita” di Irving Pichel e Ernest B. Schoedsack, mescolato a dovere con molto cinema sui giochi mortali – “L’implacabile” in primis – e con un curioso sotto testo mistico… purtroppo è tutto il resto che poi crolla inesorabilmente sotto il peso di un film davvero brutto. “Ti ho cercata in tutti i necrologi” – un complimento va fatto doverosamente ai titolisti – è un film schizofrenico, costantemente in bilico tra il film di genere e il delirio d’autore. A guardare il risultato, è lampante come non giovano alcune follie narrative che probabilmente negli intenti avrebbero dovuto innalzare il film da semplice thriller d’azione a chissà cos’altro di più “alto”. Il risultato invece è esattamente l’opposto, perché se all’inizio la vicenda promette bene e la storia regge l’attenzione fino a quasi metà percorso, da un certo punto in poi tutto va a monte e spesso si perde qualsiasi nesso logico che collega gli avvenimenti, così come il comportamento dei personaggi ha quasi del surreale. Ma badate bene, non è quel sapore surreale voluto che dona un tono di folle poesia al film, piuttosto è quel surreale dato da una pessima gestione dei personaggi e dalla consapevolezza che la sceneggiatura sia scritta molto male. Autore dello script è Luca D’Alisera, che qualcuno ricorderà come sceneggiatore dello slasher “Camping del terrore” diretto da Ruggero Deodato, qui in collaborazione con Ludovica Rampoldi e Massimo Gugliemo. “Ti ho cercata in tutti i necrologi” presenta una serie di dialoghi che definire pessimi è un eufemismo, sicuramente penalizzati anche da un doppiaggio italiano a tratti dilettantesco (il film è girato in inglese), ma che spesso e volentieri trasformano scene anche drammatiche in ridicole. Così come risultano ridicoli, o meglio incomprensibili, alcuni comportamenti dei personaggi che fanno e dicono cose senza che vi sia un’utilità narrativa, una reale conseguenza sugli eventi e in questo viene coinvolto spesso il personaggio interpretato da Silvia De Santis, una donna avvolta dal mistero più per deficit di sceneggiatura che per una reale esigenza narrativa. Momenti come il primo incontro in macchina tra Nikita (Giannini) ed Helena (De Santis) raggiungono picchi di comicità involontaria molto alti, così come ogni scambio di battute tra Nikita e la sua donna (Mary Asiride) e perfino il finale misticamente grottesco, realizzato con una straniante (e inutile) computer grafica. Ci si chiede costantemente “perché” in questo film: perché i personaggi fanno questa cosa? Perché dicono quest’altro? Perché buttare dentro a buffo il tema della reincarnazione se poi non lo si sa gestire? Perché Silvia De Santis ha il ruolo di protagonista femminile anche se non ne ha le capacità? Perché F. Murray Abraham continua a buttarsi via in produzioni italiane men che mediocri? “Ti ho cercata in tutti i necrologi” non funziona: parte da un bel soggetto e usufruisce di ottimi mezzi per buttare poi tutto alle ortiche. Un’opera incompiuta che cerca di riflettere su troppe cose, dalla ricerca di una propria dimensione utilizzando la metafora del fuggiasco alla possibilità che ci sia una vita dopo la morte, per lo più utilizzando il linguaggio del cinema thriller ed horror. Giannini conferma di essere un ottimo attore capace di rendere i suoi personaggi ricchi di sfumature, ma forse è meglio che continui sotto questa strada ormai rodata perché alla regia non esprime il meglio di se, almeno non se alla base ha una sceneggiatura come quella di questo film.

Bande-annonce