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Antonluigi Pecchia aka Pax
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Una famiglia molto particolare, composta da madre, padre, figlio e una figlia, si sta per disgregare sempre più: il figlio picchia la madre, la madre si prostituisce per prendere la sua dose di droga quotidiana e il padre tradisce la moglie con sua figlia.
Un giorno, il padre di famiglia viene colpito alla testa con un sasso da un signore estraneo, che verrà ospitato a casa sua per un po’ di tempo. La sua presenza in casa porterà sempre più all’unione familiare…
“Visitor Q” è un film che parla per lo più di attualità e lo fa alla classica maniera dissacrante ed eccessiva caratteristica di Takashi Miike.
Girato interamente con una videocamera digitale e con un budget ridottissimo, limite che per Miike non è stato per niente una disgrazia anzi, sfruttando al massimo l’uso della videocamera e pochissimi “spiccioli” a disposizione, riesce a portare più crudezza e far sentire lo spettatore più interno alla vicenda, tanto da farla apparire molto più reale.
Il film è dotato di un ritmo lento che accompagna lo spettatore fino alla fine in un vortice sempre crescente di orrore; malgrado ciò, “Visitor Q” non è proprio un horror ma più che altro un film drammatico, comunque ampiamente ascrivibile tra gli horror.
Un film estremo, non tanto per le immagini ma soprattutto per i contenuti, capace di distruggere il discorso “famiglia” e di passare facilmente dalla tematica della violenza familiare a quella della droga, passando per la prostituzione e l’incesto; un film che fa di tutto per mettere a disagio lo spettatore, mettendolo di fronte a domande come: “L’hai mai fatto con tuo papà?”, “Se mai stato colpito alla testa?” oppure “Hai mai picchiato tua madre?” . E’ difficile immaginare quanti di voi riusciranno a resistere fino alla fine del film.
“Visitor Q” è dunque uno dei migliori e più estremi film di Miike; un film che merita sicuramente di essere visto, come la maggior parte delle opere del regista giapponese ( purtroppo in gran parte inedite in Italia ).
Si consiglia la visione ad un pubblico adulto e non facilmente impressionabile, a causa delle tematiche estremamente forti.