King Cobra backdrop
King Cobra poster

KING COBRA

1999 US
août 10, 1999

Un serpent muté échappe d'un laboratoire et terrorise les habitants d'une petite ville de la brasserie Californie.

Réalisateurs

David Hillenbrand

Distribution

Pat Morita, Scott Hillenbrand, Casey Fallo, Hoyt Axton, Joseph Ruskin, Courtney Gains, Eric Lawson, Arell Blanton, Jerry Kernion, Erik Estrada
Horror Fantascienza
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Un serpente geneticamente modificato fugge da un laboratorio in seguito ad un incendio causato da uno scienziato maldestro. Il dr.Burns, uno degli scienziati sopravvissuti al disastro, in cui ha perso la vita anche sua figlia, riesce a rintracciare il serpente che, a distanza di due anni, è cresciuto fino a raggiungere la lunghezza di quasi dieci metri. Il mostruoso rettile si è insediato nei boschi che circondano Filmore, una ridente cittadina di montagna che si prepara a dar inizio all’annuale Festa della birra. No, non stiamo parlando di un gruppo metal anni ’80, bensì di uno dei tanti beast movie con serpentone alterato geneticamente, famelico e assassino. C’è da dire subito che “King Cobra” è un film brutto, e difficilmente può accadere il contrario quando si ha a che fare con un beast movie realizzato a basso budget per il solo mercato dell’home video. Però, a differenza di tanti “cuginetti” che affollano mensilmente le videoteche, “King Cobra” ha un qualche cosa in più che lo rende un prodotto decisamente più godibile e apprezzabile della gran parte dei suoi simili. Prodotto nel 1999, quando “Anaconda” aveva da poco rilanciato il genere (e infatti uno dei titoli alternativi di “King Cobra” è “Anaconda 2”), il film in questione si regge su una storia molto esile che tenta di frullare tutto il frullabile possibile riguardo l’argomento “animali assassini”. Abbiamo un esperimento genetico, qui incentrato sull’ibridazione tra due razze di serpenti tra le più letali, il cobra reale e il crotalo, che inevitabilmente sfugge al controllo dell’uomo, portando così alla classica morale dell’eco vegeance per la quale quando l’uomo si sostituisce alla natura combina solo danni. Abbiamo inoltre la classica festa di paese che sembra l’unico motivo di vita di una sonnacchiosa comunità locale, inevitabilmente funestata dall’agire del “mostro” ma portata avanti dall’ottusità di quelli che contano, come ormai accade da quando un gigantesco squalo bianco minacciò l’incolumità dei bagnanti di Amity durante la bella stagione. Fortunatamente, però, non si dà molto peso a questa caratteristica introdotta da “Lo squalo” e ci viene così risparmiata la solita “ramanzina” sulla sete di potere e denaro che caratterizza l’essere umano. Il vero punto di forza in un film che fa del già visto il suo stendardo è l’ottima realizzazione della creatura, fortunatamente realizzata rigorosamente con effetti meccanici dai fratelli Chiodo, registi del fanta-cult “Killer Klowns” e creatori dei mitici Critters. I personaggi che popolano “King Cobra” rappresentano un po’ la summa dei classici presenziatori di questo genere di film: c’è il dottore protagonista, interpretato da uno dei due fratelli registi (Scott Hillenbrand), la sua compagna poliziotta (Casey Fallo), lo scienziato che vuole rimediare alle sue colpe (Joseph Ruskin) e l’erpetologo chiamato in causa per catturare il serpente (interpretato dal simpatico Pat Morita di “Karate Kid”). In un cammeo nel ruolo di un caricaturale pubblicitario omosessuale compare anche Erik Estrada, il Poncherello di “Chips”. Registi e sceneggiatori della pellicola sono i fratelli Scott e David Hillenbrand (“Pinata – L’isola del terrore”), che riescono a costruire discrete scene di suspense e danno al film un buon ritmo. “King Cobra” è dunque superiore a molti esponenti dello stesso genere diffusi in home video negli ultimi anni, ma rimane comunque un filmetto trascurabile e obiettivamente bruttino. Solamente per erpetologi e fanatici dei beast movie a basso budget.