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LES PROMESSES DE L'OMBRE

Eastern Promises

2007 CA
septembre 14, 2007

Bouleversée par la mort d'une jeune fille qu'elle aidait à accoucher, Anna tente de retrouver la famille du nouveau-né en s'aidant du journal intime de la disparue, écrit en russe. En remontant la piste de l'ouvrage qu'elle tente de faire décrypter, la sage-femme rencontre Semyon. Elle ignore que ce paisible propriétaire du luxueux restaurant Trans-Siberian est en fait un redoutable chef de gang et que le document qu'elle possède va lui attirer de sérieux problèmes...Pour Nikolai, chauffeur et homme de main de la toute-puissante famille criminelle de l'Est, c'est le début d'une remise en cause. Entre Semyon et son fils Kirill, prêts à tout pour récupérer le journal, et l'innocente Anna, sa loyauté va être mise à rude épreuve. Autour d'un document qui se révèle de plus en plus explosif, plusieurs vies sont en jeu, dont la sienne, alors que se déchaînent les meurtres et les trahisons dans la famille comme dans la ville...

Réalisateurs

David Cronenberg

Distribution

Viggo Mortensen, Naomi Watts, Vincent Cassel, Armin Mueller-Stahl, Sinéad Cusack, Donald Sumpter, Jerzy Skolimowski, Josef Altin, Mina E. Mina, Aleksandar Mikic
Thriller Crime Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

FC

Francesco Chello

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Londra. Nikolai Luzhin, è l’autista tuttofare di una delle famiglie mafiose russe più importanti della capitale inglese. La sua vita viene turbata dall’incontro casuale con l’ostetrica, di origini russe, Anna Khitrova. Anna è rimasta colpita dalla drammatica vicenda della quindicenne Tatiana, morta di parto, e intende rintracciare la famiglia d’origine della ragazza affinché possa prendersi cura della piccola neonata. Scavando nel passato della ragazza, grazie ad un diario dai terribili segreti, Anna scatena involontariamente l’ira del clan mafioso, che chiede a Nikolai d’intervenire. Le vite in gioco saranno molte in un vortice di crescente violenza, in cui si consumeranno efferati delitti, inganni e vendette. A volte capita di sentire persone, chissà perché poi, chiedersi con rammarico come mai Cronenberg non tornasse all’Horror, ma, ammesso e non concesso che tale interrogativo possa realmente essere vissuto come un “problema”, se il contributo del regista canadese all’intero mondo del cinema viene fornito attraverso generi differenti e per mezzo di film come questo beh allora che il buon vecchio David continui pure tranquillo su altre strade, la soddisfazione per lo spettatore sarà la medesima se non addirittura superiore. Sì perchè questo “Eastern Promises” (“La Promessa dell’Assassino”) è davvero bello! Una storia coinvolgente narrata con maestria ed interpretata in maniera eccellente. Ma andiamo per gradi. L’ultima opera di Cronenberg è un thriller cupo, elegante ma anche violento, con fortissime venature noir, atmosfere da gangster movie, tocchi da dramma e, perché no, anche un pizzico di melò. Una contaminazione di generi che permette di scavare in profondità nella psicologia dei personaggi, tutti ottimamente e sufficientemente approfonditi, e di mettere in scena un sapiente intreccio di differenti vicende umane. Ad iniziare da quella centrale dell’ostetrica Anna (Naomi Watts) che desiderosa di fare luce e giustizia sul passato della povera Tatiana, la quindicenne morta di parto, rischia di far venire a galla, grazie al diario della ragazzina, loschi affari di una pericolosissima famiglia mafiosa russa, diario che diventa quasi un vero e proprio personaggio donando, in più occasioni durante il film, voce (nel vero senso della parola) alla giovane sventurata. Sarà questa vicenda lo spunto per raccontare del clan russo, di Semyon (Armin Mueller Stahl), vecchio boss intento a mantenere nascosto l’oscuro segreto oltre che a “mantenere l’ordine” della famiglia che rischia di essere compromesso dal figlio Kirill (Vincent Cassel), ragazzo dall’animo burrascoso e dall’evidente conflitto interiore causato probabilmente da un’inconfessabile omosessualità. A fare da trait - d’union tra queste vicende troviamo Nikolai (Viggo Mortensen), il personaggio principale del film, combattuto tra il desiderio d’ascesa nel clan e il sentirsi in dovere di salvaguardare la coraggiosa ostetrica. Vicende attraverso le quali vengono messe in risalto, tra i tanti aspetti, due facce della comunità russa: quella negativa del clan mafioso e dei suoi “affari”, e quella positiva sia nel caso della famiglia di Anna che in quello delle giovani prostitute, come la sfortunata Tatiana, attratte con l’inganno all’estero per poi essere sfruttate e maltrattate. E come rendere coinvolgenti le vicende dei personaggi se non con delle grandissime interpretazioni da parte del cast tutto? Mortensen, che torna a lavorare con Cronenberg dopo “A History of Violence”, è superlativo. Perfetto, attraverso la grande espressività del suo volto e dei suoi gesti, nel rendere Nikolai glaciale, misterioso ed allo stesso tempo di aprire in esso degli spiragli di compassione grazie ai quali è impossibile per lo spettatore non porsi degli interrogativi. Il bravissimo Cassel è la sua contrapposizione, il francese ci regala un personaggio “caotico”, apparentemente stereotipato, problematico, fragile e segretamente sofferente. Capace nel finale di sorprenderci. La Watts rende giustizia al ruolo, quello di una donna dai sani valori, desiderosa di giustizia anche a costo della propria incolumità, una donna, inoltre, che si porta dietro un dolore del passato come può essere quello di una gravidanza interrotta tragicamente. Ultimo, ma non ultimo, il tedesco Armin Mueller Stahl ottimo nella sua interpretazione di un boss cinico e spietato, attento anche al più piccolo dei particolari, perché come ricorderà il suo personaggio: "è dal dettaglio più insignificante che nascono le fregature". Interpretazioni ancor più lodevoli se si pensa all’intenso lavoro di preparazione svolto dagli interpreti, basti pensare che nessuno degli attori principali ha origini russe, che Cassel recita in inglese con accento russo (lui che è francese!) e che lo stesso Mortensen prima delle riprese ha studiato il russo ed ha effettuato un viaggio di tre settimane negli Urali. Un impegno ed una professionalità encomiabili, particolari che, se possibile, fanno amare il cinema ancor più di quanto già non lo si faccia. La regia di Cronenberg è di gran classe, essenziale e senza fronzoli, la fotografia è stupenda. Perfetta la ricostruzione, attraverso un’attenzione quasi maniacale per ogni singolo dettaglio di luoghi e costumi, del micro mondo mafioso che sprizza Russia da ogni inquadratura, mondo attraverso i cui occhi viene raccontata una realtà ed una città come quella di Londra di cui ci sembra quasi di non accorgersi. Pur non essendo il film costruito essenzialmente sulle scene violente Cronenberg non rinuncia a shockare lo spettatore con immagini forti e crude ma mai fini a se stesse, anzi del tutto congeniali alla pellicola. Non mancheranno sgozzamenti, amputazioni delle dita, mutilazioni oculari ed altro ancora, il tutto mostrato in primo piano, senza stacchi che possano lasciare qualcosa all’immaginazione, ed i cui suoni echeggiano nitidissimi nella mente dello spettatore, un senso di violenza notevole da cui non si può non rimanere colpiti. Anche se il regista canadese non ama parlarne, non mancano i noti riferimenti cronenberghiani al corpo e le sue mutazioni, dalle sopra citate scene di violenza ai corpi tatuati dei malavitosi russi, una costante del film nonché un elemento molto importante ai fini della storia, i cui disegni, che ne raccontano la storia personale, donano fascino e mistero al passato di ogni personaggio. Tatuaggio, dicevamo, elemento rilevante in quanto chiave del passato ma anche di un possibile futuro, un simbolo d’appartenenza a cui ambire come lo saranno le stelle, emblema del clan, per Nikolai, che ci porteranno alla bellissima scena della cerimonia d’affiliazione, apice della esplicazione della mentalità mafiosa. Di scene che rimarranno nella memoria dello spettatore il film ce ne offre diverse ma una merita una citazione d’obbligo: la ormai già famosa scena della sauna. Un scena a dir poco favolosa! Vedremo Viggo Mortensen difendersi, nudo, da due killer, il tutto in una sequenza davvero emozionante, in cui regista ed interprete ci regalano una performance indimenticabile. Una scena cruda, violenta, estremamente realistica in grado di trasmettere allo stesso tempo sensazioni di sofferenza, paura, odio, rabbia, istinto di sopravvivenza allo stato puro. Tra le migliori di sempre del genere. Il film non manca di colpi di scena (che sarebbe un vero peccato svelarvi) capaci di mantenere alta la tensione e rinnovare continuamente l’interesse verso la pellicola durante la stessa visione. Cronenberg ha costruito un thriller elegante, potente, profondo, dalle atmosfere raggelanti ed inquietanti. Un emozionante noir d’autore, caratterizzato da un crescendo di tensione scandito da alcune sequenze da antologia. Gran film. Estremamente consigliato. Citazione: “Sono solo un autista. Vado a destra, vado a sinistra, vado dritto..”, inutile dirvi che in questa affermazione il buon Nikolai peccherà notevolmente (e volutamente) di modestia...vedere per credere!

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