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SOUVIENS-TOI… L'ÉTÉ DERNIER 3

I'll Always Know What You Did Last Summer

2006 US
juin 24, 2006

Lors d'une escapade, un adolescent trouve la mort sous les yeux de ses quatre amis qui décident de garder ce tragique évènement secret au risque de voir leur amitié prendre fin. Un an après les faits, ces-derniers se retrouvent les victimes d'une menace fantôme. Ils reçoivent chacun de leur côté des menaces anonymes au sujet de leur secret.

Réalisateurs

Sylvain White

Distribution

Brooke Nevin, David Paetkau, Torrey DeVitto, Ben Easter, Seth Packard, K.C. Clyde, Clayton Taylor, Michael Flynn, Don Shanks, Britt Leary
Horreur
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Durante la festa del 4 Luglio, quattro amici mettono in scena uno stupido scherzo che costa la vita ad un loro ex compagno di liceo. La colpa viene data ad un misterioso pescatore munito di uncino, figura caratteristica di una leggenda metropolitana molto celebre. I quattro ragazzi giurano che per nessuna ragione avrebbero mai rivelato la verità dell’accaduto a nessuno. Un anno dopo, Amber, una dei responsabili dell’incidente, riceve degli sms con la frase “so cosa hai fatto la scorsa estate”, così per prima cosa si rivolge ai suoi tre amici persi ormai di vista da diverso tempo. Inizialmente si pensa ad uno scherzo, ma quando un uomo avvolto da un’incerata da pescatore e armato di uncino si materializza e comincia ad uccidere uno ad uno i ragazzi, l’orrore ha inizio! Si ha un profondo senso di déjà-vu sottoponendosi alla visione di “Leggenda mortale”, un déjà-vu causato principalmente dall’intreccio che non fa altro che proporci una sorta di sequel-remake dello slasher anni ‘90 “So cosa hai fatto”. Infatti, celato dietro il maldestro titolo di “Leggenda mortale” si nasconde “I'll always know what you did last summer”, chilometrico titolo per il terzo capitolo della saga iniziata nel 1997 da Jim Gillespie, appunto. “So cosa hai fatto” era un buon slasher che ha contribuito, insieme a “Scream”, a rinvigorire il genere horror ( e slasher in particolare ) dal baratro in cui nei primi anni ’90 era piombato; nel 1998 arrivò gia un sequel, “I still know what you did last summer” ( ribattezzato da noi “Incubo finale” ), scorrevole ma poco originale slasher che molto si rifaceva alla classica tradizione alla “Venerdì 13”. Ed ecco che a ben otto anni di distanza, dopo innumerevoli rimandi, riscritture di sceneggiatura, rinuncia da parte degli attori dei primi due film, esce direttamente per il mercato dell’home video anche il terzo episodio, che si presenta all’occhio dello spettatore come una sorta di remake del primo episodio, variando i personaggi e il luogo di ambientazione. Un’operazione del tutto inutile! E’ sicuramente questa l’osservazione più lampante che può balenare nella mente di chi ha appena terminato la visione di “Leggenda mortale”; un film che ricalca alla perfezione il prototipo per concedersi giusto una virata più puramente horror negli ultimi 10 minuti. Gli attori coinvolti nell’operazione sono quasi totalmente giovani volti sconosciuti al grande pubblico che non brillano ne per talento ne per alcun altro motivo particolare. Completamente inadatta risulta poi la regia di Sylvain White, totalmente incapace di creare la minima tensione, invece necessaria per un film di questo genere: ogni apparizione del killer viene puntualmente trascurata da una colonna sonora sbagliata ( neanche capace di usare il facile espediente dell’alternanza dei piani sonori ), da un fastidiosissimo montaggio da videoclip, oltre che da un’incapacità di scegliere le inquadrature giuste da parte dell’imbranato White. Insomma un’operazione fallita sotto tutti i punti di vista! L’attenzione dello spettatore non viene poi sollecitata neanche sotto l’aspetto gore, poiché “Leggenda mortale”, anche se vanta una presenza di gore leggermente superiore al primo film, è decisamente più soft del secondo episodio e inspiegabilmente controcorrente in confronto alle sanguinose produzioni odierne. Una piccolo punto a favore lo si può riscontrare solamente negli ultimi citati minuti che, oltre a sorprendere per l’inaspettata virata in campo “horror puro”, riesce a collegarsi con i due episodi precedenti, giustificando così la sua natura di sequel piuttosto che remake.

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