Chassés-croisés sur une lame de rasoir backdrop
Chassés-croisés sur une lame de rasoir poster

CHASSÉS-CROISÉS SUR UNE LAME DE RASOIR

Passi di danza su una lama di rasoio

1973 IT
janvier 5, 1973

Kitty, une jeune photographe se promène dans un parc, tout en observant au télescope la ville de Rome. Brusquement, elle va être le témoin involontaire d'un horrible meurtre commis sous ses yeux à travers l'objectif. A cause d'une impuissance des forces de l'ordre, elle décide avec l'aide de son ami Alberto d'enquêter pour son propre compte.

Réalisateurs

Maurizio Pradeaux

Distribution

Robert Hoffmann, Nieves Navarro, George Martin, Anuska Borova, Simón Andreu, Anna Liberati, Rosita Torosh, Cristina Tamborra, Nerina Montagnani, Orlando Baralla
Horreur Thriller Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Mentre Kitty aspetta suo marito Alberto al Pincio decide di guardare il panorama dal cannocchiale a noleggio e assiste involontariamente a un omicidio. La vittima è una ballerina e il commissario di polizia collega questo omicidio con un altro delitto avvenuto qualche tempo prima sempre ai danni di una ballerina. I sospetti del commissario ricadono sullo stesso Alberto che, messo alle strette, comincia a portare avanti un’indagine personale aiutato da sua moglie e dalla sua amica giornalista Lidia. Siamo nel 1973, in piena foga da “spaghetti thriller”. L’italo-francese Maurizio Pradeaux, che fino a quel momento si era aggirato senza successo tra il western (“Ramon il messicano”) e il genere bellico (“I leopardi di Churchil”), decide di cimentarsi con il filone fortunato del momento e si getta a capofitto nello scopiazzamento sfrenato. Pradeaux non ha pudore e afferra a destra e a manca tutto l’afferrabile in campo thriller, da Hitchcock a Bava, soffermandosi in particolare su Argento. In fin dei conti quelli erano gli anni di “L’uccello dalle piume di cristallo” e “Quattro mosche di velluto grigio”, così il modello argentiano sembrava il più pertinente per dar vita ad un prodotto d’imitazione che annaspa nella mediocrità dal primo all’ultimo fotogramma. “Passi di danza su una lama di rasoio” inizia riproponendo con modesta efficacia la situazione topica di “La finestra sul cortile”, introducendo però l’azzeccata variante della lontananza spaziale e della scarsità del tempo voyeuristico a disposizione per accrescere la suspance e creare una situazione di palpabile impotenza partecipativa. Il film però si dipana immediatamente su una serie di stereotipi e situazioni già viste da annullare per buona parte l’atmosfera di mistero. La sceneggiatura scritta a otto mani da Alfonso Balcazàr, Arpad DeRiso, George Martin e lo stesso Pradeaux, va avanti in modo piuttosto prevedibile introducendo continuamente personaggi sospetti che vengono subito dopo scagionati, fino ad una soluzione finale scontata nell’identità dell’assassino e del tutto improbabile nel poco originale movente. Ciò che funziona maggiormente sono le scene d’omicidio che, seppur non particolarmente “ispirate”, presentano una violenza visiva abbastanza efficace. Le frequenti scene erotiche, invece, appaiono spesso gratuite, inserite probabilmente con la speranza di distrarre o sollevare l’attenzione dello spettatore. Se la regia appare mediocre nella sua sostanziale mancanza di personalità, le musiche di Roberto Pregadio e le interpretazioni del cast risollevano un po’ il tutto. Tra gli attori troviamo Susan Scott (Nives Navarro all’anagrafe) nel ruolo di Kitty, la testimone dell’omicidio, una brava attrice di genere qui alle prese con un personaggio un po’ indeciso se apparire protagonista o lady in pericolo. Altro personaggio sfuggente è Alberto, interpretato da Robert Hoffmann (“Spasmo”), anch’esso mobile tra il comprimario e il ruolo da protagonista. In ruoli minori compaiono Simòn Andreu (“La morte cammina con i tacchi alti”; “Un abito da sposa macchiato di sangue”) e Anuska Borova, qui al suo primo ed unico film. Scena cult nella sua assurdità quella in cui Kitty viene usata dalla polizia per fare da esca e mandata a fingersi prostituta per attirare il killer, attirando invece le attenzioni del capo della polizia, abituale cliente delle lucciole. Insomma, “Passi di danza su una lama di rasoio” è un classico sottoprodotto nato esclusivamente per sfruttare il successo di un genere in voga come il thriller all’italiana. C’è poco di memorabile, si lascia sicuramente guardare per l’elevata scorrevolezza, ma altrettanto sicuramente non rimane molto nello spettatore, compresi gli afficionados dello spaghetti thriller.