Possession backdrop
Possession poster

POSSESSION

2009 US
juillet 16, 2009

La vie de Jess est bouleversée après l'accident de voiture dont sont victimes son mari Ryan et son beau-frère Roman. Plongés dans un profond coma, ils semblent avoir peu de chance de s'en sortir. Lorsque Roman se réveille, il prétend être le mari de Jess...

Réalisateurs

Joel Bergvall, Simon Sandquist

Distribution

Sarah Michelle Gellar, Lee Pace, Michael Landes, William B. Davis, Tuva Novotny, Chelah Horsdal, Michael Jonsson, Paul Jarrett, Drew Scott, Dhirendra
Thriller Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

AC

Andrea Costantini

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Il matrimonio tra Jess e Ryan è perfetto, tutto funziona a meraviglia e sono una coppia da fiaba. Vivono in una bellissima casa e stanno addirittura pensando di avere un figlio. A rovinare gli idilliaci piani c'è il fratello di Ryan, Roman, appena uscito di prigione e senza una dimora, costretto alla coabitazione con i due coniugi. Dopo alcuni episodi in cui Roman è risultato invadente ed inopportuno, Jess chiede a Ryan di trovare un alloggio al fratello. Questo, dopo aver sentito Jess parlare male di lui, prende la sua roba e se ne va di casa. Poco dopo essere uscito, Roman viene coinvolto in un terribile incidente automobilistico, scontrandosi proprio con il fratello ed entrambi finiscono in coma. Dopo settimane privi di coscienza, il primo a svegliarsi sarà Roman, però convinto di essere Ryan. Possession. Quanti film sono usciti con questo titolo? Ad esempio il capolavoro surreale “Possession” di AndreJ Zulawski, “Possession” con Shirley McLaine oppure il sentimentale “Possession - una storia romantica” di Neil LaBute. A breve uscirà anche “The Possession”, un horror demoniaco prodotto da Sam Raimi. Nel bel mezzo di tutti questi omonimi film, nel 2009 esce, con l'innovativo titolo “Possession”, appunto, una storia misteriosa avvolta in un alone di romanticismo diretta da due svedesi che remakano a grandi linee un film coreano del 2002, intitolato “Addicted”. Siamo lontani anni luce dal genere horror, anche se siamo davanti ad un film che di orrori ne ha davvero molti. L'orrore più grosso che balza all'occhio dello spettatore è la sceneggiatura che fa spavento. Per uno pseudo-horror dovrebbe essere un punto di forza, ma in questo caso non è un complimento. La vita di una coppia perfetta sotto tutti i punti di vista, in cui trovano posto baci a lume di candela, rose infilate di nascosto nella borsa dell'amata, lettere d'amore e filmino del matrimonio, è tormentata dalla presenza del fratello di lui, avanzo di galera che vive sotto lo stesso tetto della splendida famiglia. Inaspettatamente, la vita della coppia è sconvolta da un terribile incidente nel quale, sia il marito che il fratello finiscono in coma. Fin qui, seppur banale, il film fila liscio. Si spera l'insperabile ovvero qualche colpo di scena inaspettato che faccia credere che l’inizio sia solo un incipit per qualcosa di innovativo. Non solo il colpo di scena non arriva, ma il tutto si sviluppa esattamente come ci eravamo immaginati all'inizio, in una serie di sciocchezze imbarazzanti. Ad esempio, davanti ad uno scambio metafisico in cui nel corpo del fratello vive lo spirito (o quello che è) del marito, il massimo dello stupore che l'imbalsamata Sarah Michelle Gellar riesce a provare è qualche smorfietta, seguita da una ricerca su internet, tra l'altro non propriamente azzeccata (e che darà l'insulso titolo al film). Un’altra stupidaggine è data da Roman che si risveglia dal coma dopo settimane di incoscienza e si alza dal letto come se avesse schiacciato un pisolino, senza avere neanche il minimo problema di equilibrio. Queste giusto per citarne un paio altrimenti si dovrebbe elencare quasi ogni scena del film (rischiando spoiler) costantemente un passo oltre la soglia del ridicolo. Ma la nota dolente purtroppo deve ancora arrivare e puntuale come il Natale ci viene mostrata nel finale, nel quale lo spettatore ancora vittima dell'ingenuità e della speranza di vedere un miglioramento, davanti allo svolgimento degli eventi pensa: "Non può succedere quello che immagino. Sarebbe davvero troppo banale". E invece va proprio così. Va esattamente come si pensa che vada. L'unico vantaggio del film è la durata di un'ora e diciassette minuti che risulta comunque difficile da digerire. Magari l'idea avrebbe potuto funzionare in un cortometraggio di pochi minuti. Perlomeno l'impresa di vedere il film fino alla fine sarebbe stata meno dolorosa. Un disastro, sotto tutti i punti di vista. Ed è un peccato perchè il tutto è confezionato bene e si vede che molte persone hanno lavorato sodo su molti dettagli, come la fotografia, spendendoci anche dei soldi. Purtroppo quello che mancava fin dall'inizio era la voglia di mettersi in gioco con qualcosa, non dico di originale ma quantomeno azzardato.

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