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White Noise 2: The Light poster

WHITE NOISE 2: THE LIGHT

2007 CA
gennaio 5, 2007

Abe Dale è l'unico sopravissuto al massacro della sua famiglia. Dopo l'esperienza ravvicinata della morte Abe si accorge di aver subito una incredibile trasformazione, è in grado di riconoscere le persone, del tutto inconsapevoli, che stanno per morire. Ma nel momento che tenterà di salvarle dal loro destino scoprirà che c'è un prezzo da pagare quando si interferisce nell'ordine naturale della vita e della morte.

Registi

Patrick Lussier

Cast

Nathan Fillion, Katee Sackhoff, Craig Fairbrass, Adrian Holmes, Teryl Rothery, William MacDonald, David Milchard, Cory Monteith, Quinn Lord, Chris Shields
Fantasy Horror Thriller
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Dopo aver assistito inerme al massacro della sua famiglia, Abraham Dale cade in uno stato di depressione e tenta il suicidio. Ufficialmente morto per alcuni minuti e poi salvato dai dottori, Abraham si accorge di aver acquistato un potere dalla sua esperienza di premorte e riesce a riconoscere le persone prossime alla morte. Inizialmente spaesato, l’uomo decide di impiegare questo suo “dono” per salvare la vita alle persone che stanno per perderla, ma interferendo con i piani della Morte, Abraham si vedrà costretto a rimediare… Malgrado il titolo, “White noise 2” non ha nulla a che vedere con il film che Geoffrey Sax ha diretto nel 2005 e che vedeva Michael Keaton alle prese con gli EVP, ovvero gli Electronical Voice Phenomenon, quei fenomeni di contatto ultraterreno veicolato da apparecchiature elettriche. In “White noise 2” non ci sono EVP (anche se in un paio di occasioni il protagonista riesce ad intravedere qualche cosa su degli schermi televisivi), ma si parla di NDE, Near Death Experience, da noi conosciute come EPM, Esperienze di Pre-Morte in cui ci si dirige verso una luce intensa, testimoniate ormai da molte persone che vi si sono imbattute. Nel film diretto da Patrick Lussier (Dracula’s Legacy – Il fascino del male) si ipotizza che il protagonista, partecipe di un’esperienza di pre-morte, abbia ricevuto la facoltà di individuare le persone prossime a morire, trasformandosi così in un novello Johnny Smith, però senza il sofferto carisma di Christopher Walken; infatti il film ha un’imbarazzante debito con “La zona morta” che, con l’avanzare dei minuti, si trasformerà anche in un imbarazzante debito con “Final destination”. Malgrado gli spunti e gli sviluppi poco originali, “White Noise 2” riesce comunque ad intrattenere con sagacia e si mostra presto ricco di ritmo e discretamente interessante grazie ad una serie di colpi di scena sapientemente sparsi durante tutta la durata del film. Anche il protagonista Nathan Fillion (“Serenity”; “Slither”) appare sufficientemente stranito per risultare credibile e la regia di Patrick Lussier si mostra come sempre curata e attenta. Eppure molte cose in questo lungometraggio non convincono. La sceneggiatura curata da Matt Venne (Masters of Horror: Pelts) mette insieme troppi elementi fino alla saturazione narrativa che porta inevitabilmente a trascurane alcuni e renderne poco chiari altri. Se l’impresa di salvataggio che il protagonista si prefissa di portare a termine è il fulcro della storia e si lascia seguire con tranquillo interesse, appare del tutto pretestuoso il sottotesto religioso che accenna ad angeli caduti e possessioni demoniache, un elemento intruso e, in alcuni casi, poco chiaro. Del tutto inutili risultano anche le frequenti apparizioni di fantasmi alla vista di Abraham, probabilmente inserite per raccordarsi concettualmente al primo film e per consentire agli addetti al sonoro e al trucco di potersi impegnare al massimo. Il vero demerito di “White noise 2” sta però nel climax finale: una strampalata conclusione che esagera decisamente sul versante fantasy, scadendo nel ridicolo involontario e facendo uno smodato uso degli effetti in computer graphic. Insomma, Patrick Lussier sembra aver deciso di montare il classico finale alternativo che generalmente viene scartato dagli screening test e poi recuperato tra gli extra del dvd! In definitiva, “White noise 2” si presenta come un prodotto poco originale ma dignitoso nella resa estetica e abbastanza coinvolgente, andando però a scadere in scelte di sceneggiatura poco condivisibili e in 10 minuti finali che con rendono giustizia gli 80 precedenti. Comunque un passo avanti in confronto all’insalvabile capitolo precedente. Adatto ad un pubblico di poche pretese.