RG
Roberto Giacomelli
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1917, Inghilterra. Un plotone di soldati inglesi sono impegnati a difendere il territorio dagli invasori. Dopo essersi persi nella nebbia in seguito ad una ritirata conseguente ad un feroce scontro a fuoco, il team di militari si ritrova sopra una trincea tedesca. Dopo aver ucciso alcuni soldati trovati nei paraggi e fatto prigioniero l’ultimo, il plotone inglese decide di accamparsi proprio in quella trincea e difenderla. Ma una presenza maligna si annida tra il fango e i cadaveri in putrefazione, spingendo i soldati a mettersi l’uno contro l’altro.
Recuperato per il solo home video dalla sempre eccellente No Shame, “Deathwatch” è un horror bellico inglese del 2002 che si serve di un’ idea affascinante per dar vita ad un film quasi per nulla riuscito. Quello dell’horror bellico è un vero sottofilone che in questi ultimi anni cresce a ritmo esponenziale, dando vita a film a volte anche di grande qualità (Dog Soldiers). Questo “Deathwatch” si avvicina maggiormente a quel genere di pellicole che fa dell’orrore solo un pretesto per costruire un thriller drammatico in cui i veri protagonisti non sono gli spaventi ma le psicologie dei personaggi, soldati fragili nell’animo, demotivati, alla mercé degli orrori della guerra. Già “The Bunker” e “Below” si erano gettati in questi territori, ottenendo discreti risultati, ora, con questo “Deathwatch” si fa un passo indietro qualitativo per trovarci di fronte ad un prodotto che ha davvero niente o poco da raccontare allo spettatore (a tratti si ha l’impressione di riguardare “The Bunker”!) e in più si avvale di un ritmo a tratti troppo lento e incapace di tenere desta l’attenzione.
Il male che si annida nella trincea è del tutto astratto: una sorta di spirito maligno che non si sa chi sia, cosa sia, cosa voglia e perché si comporti in un determinato modo. Non ha una tecnica ben precisa con cui agire, a volte dei personaggi sembrano posseduti, poi gli oggetti prendono vita…altre volte sono i cadaveri a prendere vita! Insomma, non si è stati capaci di rendere minimamente interessante l’aspetto antagonistico della vicenda.
Grande pecca di “Deathwatch” è poi la sceneggiatura, troppo indecisa su che strada prendere (thriller o dramma bellico ?) e incapace di gestire con efficace sinergia i temi trattati; inoltre si riscontrano diversi buchi che culminano con un fastidioso e pasticciato finale in bilico tra il pistolotto moralistico e il puro, irritante, non sense.
Certamente non bisogna considerare “Deathwatch” un completo disastro, dal momento che alcuni punti decisamente a suo favore se li guadagna comunque. Alla buona regia di Michael J. Bassett, si unisce una fotografia realistica e curata, nonché un cast di tutto rispetto che annovera tra i volti noti il jacksoniano Andy Serkis (il Gollum di “Il signore degli anelli”) e Jamie Bell (“Billy Elliot”), intrappolato ormai nei panni del sedicenne malgrado l’avanzare dell’età.
Di sicuro impatto visivo, nonché azzeccata come idea, è la scelta di rendere protagonista di alcune sequenze il filo spinato che addobba la trincea; metallo appuntito reso vivo e capace di infliggere dolorosi danni, come succede in una riuscita scena dal sapore quasi barkeriano.
In generale con “Deathwatch” si ha comunque a che fare con un film si guardabile, ma francamente inutile. Deludente.