MC
Marco Castellini
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Uno scrittore americano assiste all'aggressione di una donna in una galleria d'arte e si improvvisa detective per scoprire il colpevole, convinto che si tratti dello stesso maniaco che ha recentemente ucciso alcune ragazze…
Esordio alla regia del grande Dario Argento che già con questo suo primo film ci mostra tutto il suo incommensurabile talento e “inaugura” un nuovo filone, il giallo di stampo orrorifico, che sarà di gran voga negli anni settanta. Una classica quanto perfetta trama di stampo giallistico impreziosita dalle ottime sequenze degli omicidi che, in controtendenza con la prassi dei gialli visti fino a quel momento, vengono ripresi con dovizia di particolari e costruiti con l’intento di far paura. Ma l’elemento di maggiore novità che Argento inserisce in questo suo primo film è la geniale “reinvenzione” della soggettiva, per la prima volta lo spettatore assiste agli omicidi attraverso gli occhi dell’assassino e non come “terzo” estraneo, aumenta così il coinvolgimento: non si assiste alla scena ma vi si “partecipa”. Come nello splendido “Sei donne per l’Assassino” di Bava l’omicida diventa il vero protagonista del film, è una presenza oscura e minacciosa, indefinita e in grado di colpire tutti in qualsiasi momento, una sorta di “Uomo Nero” che Argento raffigura come una silhouette oscura, con un cappellaccio calcato in testa, la cui comparsa significa Morte. In perfetta sintonia con la regia del Maestro le musiche composte dal grande Ennio Morricone. Uscito in sordina, all’inizio nei soli cinema della capitale, la pellicola divenne campione d’incassi in tutta Italia grazie soprattutto al passaparola tra il pubblico. Un cult assolutamente da vedere.