Mammoth backdrop
Mammoth poster

MAMMOTH

2006 US
aprile 22, 2006

In una sala provvisoria del museo di storia naturale di Blackwater è custodito, all'interno di una struttura gigantesca che ne garantisce l'ibernazione, un mammuth di 40.000 anni fa perfettamente conservato. Un giorno, allontanando due adolescenti curiosi, il professor Abernathy (Vincent Ventresca) si accorge di uno strano oggetto luminescente imprigionato nel ghiaccio insieme all'animale e, usando ogni precauzione possibile, riesce ad estrarlo e a riporto in una fiala. La cosa misteriosa è in realtà una capsula di origine extraterrestre che attiva automaticamente un segnale ad un'astronave in volo nello spazio e richiama a sé un satellite spia. La mattina dopo, il traffico cittadino si blocca improvvisamente - i motori delle automobili e i telefoni si spengono senza ragione apparente - e il museo viene colpito in pieno da quello che sembra un meteorite. Il mammuth riportato in vita dall'UFO massacra il guardiano e fugge all'esterno minacciando una strage.

Registi

Abram Cox

Cast

Vincent Ventresca, Summer Glau, Tom Skerritt, Constantin Drăgănescu, Cole Williams, Charles Carroll, Mark Irvingsen, David Kallaway, Leila Arcieri, Andrew Peter Marin
Avventura Horror Azione Commedia Fantascienza televisione film
HMDB

RECENSIONI (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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Blackwater, tranquillo paesino di montagna, in un caldo pomeriggio estivo diviene teatro di un insolito avvenimento: un meteorite attraversa improvvisamente il cielo della cittadina fino a schiantarsi contro il Museo di Storia Naturale. La città appare subito sconvolta ma gli abitanti di Blackwater non sanno che la minaccia deve ancora prendere forma. Dall’interno della meteora fuoriesce una misteriosa forma di vita che ben presto risveglierà un gigantesco mammut ibernato all’interno del museo. Il grosso animale preistorico inizierà a seminare panico e morte tra le strade del paese e riportare la situazione sotto controllo sarà compito del dott. Frank Abernathy. Se pensavate che i beast movie, sottofilone fin troppo sfruttato e ormai dannatamente logoro, ormai avessero detto tutto e di più vi sbagliavate poiché ancora è possibile riscontrare qualche piccola produzione che sembra avere qualche cosa da dire in proposito. Potrebbe essere questo il caso di “Mammoth”, insolito b-movie creato per il circuito televisivo e uscito dalla penna di Tim Cox e Brook Durham. Il film, malgrado segua in maniera piuttosto fedele quelli che sono gli schemi gettati con gli anni dal sottofilone animalesco, cerca di percorrere una strada differente dal solito con la speranza di riuscire ad offrire allo spettatore (che presumibilmente non ne può più di vedere film che propongono sempre le stesse argomentazioni) qualche cosa di leggermente diverso, qualche cosa capace di incuriosire ed evitare dunque la tentazione di spegnere la tv per dedicare il proprio tempo a fare qualcos’altro di più costruttivo. Nel tentativo di riuscire nell’impresa “Mammoth” escogita la brillante idea di omaggiare, mediante un beast movie come se ne fanno molti al giorno d’oggi, le vecchie glorie fantascientifiche di serieB che tanto erano in voga durante quelli che furono gli anni ’50. A quel tempo (si era da poco entrati nella così detta “era atomica”), dato che persistevano costanti paure scaturite da attacchi nucleari ed effetti nocivi provocati dalla radiazioni, il popolo americano sfogava le proprie paure mediante il cinema; nascono in quegli anni molte pellicole fantascientifiche (spesso sfocianti nell’horror) che si prefiggevano proprio lo scopo di materializzare i timori a stelle e strisce, tirando in ballo le più bizzarre soluzioni: si era soliti incappare in attacchi provenienti dallo spazio, mutazioni genetiche generanti creature enormi e malvagie, situazioni apocalittiche che minacciavano l’incolumità umana e che facevano presagire un’eventuale e futura estinzione della specie. Tutto ciò che professava il cinema statunitense durante gli anni ’50 viene più o meno riproposto nel 2006 proprio da “Mammoth” che riproponendo i medesimi concetti, oltre a rendere omaggio a decine e decine di pellicole che hanno fatto la storia del cinema di genere (facendo così la felicità di molti appassionati nel settore), dimostra anche di non essere fuori tempo poiché tutte quelle paure che invadevano gli animi americani più di cinquanta anni fa oggi non sono assolutamente svanite ma sono state solamente modificate. È dunque possibile ritrovare in “Mammoth” una vasta schiera di quelli che cinquanta anni fa potevano essere considerati dei luoghi comuni del cinema di fantascienza, tra cui la minaccia primordiale arrivata sulla Terra proprio dallo spazio e dentro una sorta di meteorite (proprio come accadeva in “Blob – Fluido Mortale”, pellicola che su tutte ha fatto da musa ispiratrice per questo film, stando anche alle dicerie degli autori) e un enorme e “mostruosa” creatura che inizia a devastare pian piano l’intera comunità. Per rendere, inoltre, ancora più marcata l’ispirazione verso determinate pellicole non mancano frequenti riferimenti a classici come il già citato “Blob” e inoltre “La guerra dei mondi” e “Ultimatum alla Terra”. Seppur le premesse di base, stando a tutto ciò, potevano senz’altro far gola a qualunque appassionato del cinema di serie B c’è da dire che non tutto è andato esattamente in porto a causa, soprattutto, di una realizzazione a tratti piuttosto deludente e semplicistica (ma più che altro, una tal cosa è dovuta alla sua genesi di film tv) e da una troppa importanza attribuita ad una componente comedy piuttosto intrusiva e in alcuni momenti estremamente invadente e fuori luogo. Piuttosto efficace, malgrado non di ottima qualità, risultano essere gli effetti speciali e, vale a dire, la realizzazione del grosso mammut. L’animale, infatti, è realizzato per mezzo di una computer graphic ben superiore a quella che di media è riscontrabile nelle miriadi di produzioni televisive o per la sola diffusione in home-video. Ma se gli effetti visivi, a grosse linee, risultano sufficienti ciò che potrebbe far storcere il naso è una mancata conoscenza della struttura fisica del mammut dato che l’estetica dell’animale si discosta abbastanza dalla realtà (il mammut in questo film ha una struttura molto più fumettistica che reale). Sul lato tecnico non c’è molto da dire. La regia, affidata al giovane Tim Cox (esperto in produzioni televisive, suo il mediocre “Metamorphosis”), è abbastanza semplice anche se non mancano interessanti movimenti di macchina; mentre l’intero cast risulta, nel complesso, abbastanza convincente con una piccola menzione per Tom Skerritt nei panni del nonno appassionato di cinema western e fantascientifico. Insomma, “Mammoth” potrebbe essere inquadrato come una classica opportunità mancata. Si aveva a disposizione dell’ottimo materiale (ottimo almeno per i fanatici e nostalgici di un determinato tipo di cinema) che però non è stato ben gestito e sfruttato. Seppur superiore alla massa dei prodotti televisivi in cui è facile imbattersi negli ultimi anni resta comunque un film trascurabile. Curiosità: Le riprese del film hanno avuto inizio in una cittadina della Louisiana ma, dopo poco tempo, l’intero staff ha dovuto trasferirsi in Romania, più precisamente a Bucarest, a causa di esigenze economiche.