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30 DAYS OF NIGHT: DARK DAYS

2010 US
October 4, 2010

After surviving the incidents in Barrow, Alaska, Stella Olemaun relocates to Los Angeles, where she intentionally attracts the attention of the local vampire population in order to avenge the death of her husband, Eben.

Directors

Ben Ketai

Cast

Kiele Sanchez, Mia Kirshner, Diora Baird, Rhys Coiro, Harold Perrineau, Monique Ganderton, Ben Cotton, Stacey Roy, Katie Keating, Troy Ruptash
Horror Thriller
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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In seguito ai sanguinosi fatti avvenuti a Barrow, in Alaska, Stella Oleson viaggia di città in città per far conoscere la sua storia al maggior numero di persone possibile e con la speranza di incontrare sul suo cammino vampiri sui quali sfogare il suo rancore. Giunta a Los Angeles, la donna viene contattata da un gruppetto di persone che hanno perduto qualcuno a causa dei vampiri e che ora si sono riuniti per dar loro la caccia e ucciderli. Il gruppetto di ammazzavampiri, capitanati da Paul, chiede a Stella di unirsi a loro per cercare e uccidere Lilith, madre di tutti i vampiri, stanziata proprio a Los Angeles. Dopo il successo riscosso dall’ottimo “30 giorni di buio” di David Slade era prevedibile che qualcuno pensasse a un sequel. E così, infatti, è accaduto, un direct to dvd prodotto dalla Ghost House di Raimi e Tapert e sceneggiato direttamente da Steve Niles. Per chi non lo sapesse, Steve Niels è l’autore della graphic novel da cui tutto è partito, “30 giorni di notte”, un bel fumetto a volumi disegnato da Ben Templesmith da cui nel 2007 la Ghost House trasse il film di Slade, ispirandosi proprio al primo volume. Naturalmente si continua cronologicamente e “30 giorni di buio 2” segue abbastanza fedelmente la storia raccontata in “Giorni Oscuri”, secondo volume della graphic novel di Niles e Templesmith. Dunque sappiamo a chi dare principalmente la colpa per la scarsa riuscita di questo sequel cinematografico, perché se “30 giorni di buio 2” non funziona a dovere non c’entra nulla l’inesperienza del regista Ben Ketai, ne la natura da home video, bensì è la storia a non avere particolare mordente, a mostrarsi mediocre soprattutto se rapportata a ciò che accadeva nel capitolo precedente. Tra i diversi difetti di cui si fa portatore “30 giorni di buio 2”, il maggiore riguarda proprio il diverso approccio alla tematica. Se da una parte c’era un assedio vampiresco ai danni di una piccola comunità isolata a causa delle intemperie e del buio polare, qui abbiamo una varietà di location urbane che appiattiscono l’idea di base del film e lo annettono concettualmente a una miriade di altri film di vampiri metropolitani che da “Balde” in poi hanno proliferato sul grande e piccolo schermo. Dunque l’originalità che contraddistingueva “30 giorni di buio” qui viene a mancare, ma il problema è che manca anche quell’alone di inquietante mistero che avvolgeva le figure dei vampiri, che qui si standardizzano a tizi con spolverino nero e occhiali da sole che spuntano dai vicoli umidi dei bassifondi losangelini, altro stereotipo che, sempre a partire da “Blade”, ha affollato l’immaginario vampirico cinematografico. I vampiri qui perdono anche quei tratti mostruosi che ne delineano la fisionomia facciale e solo a volte parlano quella strana lingua con la quale comunicavano nel capitolo precedente. Si tende a una normalizzazione su tutti i fronti e questa scelta appare del tutto discutibile, visto che così facendo non si fa altro che sottrarre tratti di personalità a un franchise che già dal secondo film si sta pericolosamente anonimizzando. Fortunatamente, però, un tratto rimane immutato, ovvero la violenza bruta e lo splatter che contraddistingue alcune scene. Stavolta si abusa di computer graphic, ma non c’è l’effetto invasivo e troppo fasullo che può rovinare l’insieme, bensì abbiamo una testa fracassata, un collo strappato a morsi e diverse decapitazioni che lasceranno il segno per l’amante dell’emoglobina facile. Il versante personaggi lascia un po’ l’amaro in bocca. In primis bisogna dire che il budget del film non consentiva alla produzione di richiamare Melissa George e Josh Hartnett, dunque i loro ruoli vengono interpretati da altri attori. Il personaggio di Hartnett si vede per pochi secondi, dunque l’impatto è minimo, ma Stella è la protagonista della vicenda e la mancanza della brava George un po’ si fa sentire, anche se la sostituta Kiele Sanchez (“Lost”; “Una perfetta via di fuga”) riesce comunque a reggere la scena in modo piuttosto convincente. Non è tanto la bravura dell’attrice, infatti, a disturbare, bensì il fatto che fare un sequel diretto e cambiare il volto dell’attrice che interpreta il personaggio principale è il modo migliore per annientare ogni tentativo di sospensione dell’incredulità data dal mezzo cinematografico. Il personaggio di Stella comunque regge il film, è l’unico interessante e realmente sviluppato – forte comunque di un altro film alle spalle – perché l’intera fauna di personaggi nuovi di zecca lascia alquanto a desiderare, a cominciare dal gruppo di cacciatori di vampiri, tra i quali riconosciamo Harold Perrineau (il Michael Dawson di “Lost”, nonché il Link di “Matrix” 2 e 3) e Diora Baird (“Non aprire quella porta – L’inizio”). Pessimo il personaggio di Dane (Ben Cotton), il vampiro convertito al bene, che avrebbe merito ben altro approfondimento e invece è ridotto a macchietta per riempire un paio di scene. Non se la cava bene neanche la gran cattivona Lilith, interpretata da Mia Kirshner (“Il Corvo 2”; “The Black Dalia”), che appare piuttosto anonima e poco minacciosa. “30 giorni di buio 2” è un filmetto, c’è poco altro da aggiungere. Non può certo essere considerato un brutto film, anzi è ben superiore alla media dei prodotti da home video, visto il prestigio della confezione e la discreta fattura generale, però è un film troppo facile da dimenticare, un prodotto come ce ne sono troppi, capace solo di passare inosservato tra la massa. Considerando poi l’enorme passo indietro fatto nei confronti del capostipite, la delusione è doppia. Adatto ai completasti e ai fan del fumetto.

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