A Serbian Film backdrop
A Serbian Film poster

A SERBIAN FILM

Srpski film

2010 RS
January 6, 2010

Retired porn star Milos leads a normal family life trying to make ends meet. Presented with the opportunity of a lifetime to financially support his family for the rest of their lives, Milos must participate in one last mysterious film. From then on, Milos is drawn into a maelstrom of unbelievable cruelty and mayhem.

Directors

Srđan Spasojević

Cast

Srđan 'Žika' Todorović, Sergej Trifunović, Jelena Gavrilović, Slobodan Beštić, Katarina Žutić, Anđela Nenadović, Ana Sakić, Lidija Pletl, Lena Bogdanović, Luka Mijatović
Horror Thriller Crime
HMDB

REVIEWS (1)

AC

Andrea Costantini

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Milos è un noto attore pornografico, felicemente sposato con un figlio e ha definitivamente abbandonato la carriera del mondo a luci rosse. Purtroppo però il denaro guadagnato con la fama sta finendo. Per rimediare qualche soldo accetta un lavoro da parte di un certo Vukmir, un misterioso regista che gli offre una somma spropositata per prendere parte ad un progetto sul quale vige il segreto assoluto. Munito di auricolare, Milos dovrà semplicemente eseguire ciò che gli viene detto, ma ben presto le richieste andranno oltre la normale pornografia, gettandolo in un vortice di violenza, droga e disumanità. Inizio questa recensione facendo una previsione che con tutta certezza si avvererà: questo film non uscirà mai in Italia. Non perché fonti attendibili abbiano scritto ciò e nemmeno perché è un film talmente brutto che non merita di essere visto nel nostro paese, perché non sarebbe la verità. Semplicemente per il fatto che un film crudele del calibro di “A Serbian Film”, nel nostro paese, non arriverà mai. E probabilmente non dovrebbe arrivare da nessuna parte. Ma analizzeremo dopo questo aspetto del film. Partiamo dal principio. Vediamo Milos, un uomo dal leggendario passato da porno attore, sposato e con un figlio. La sua vita è felice tra alti e bassi, ma c’è un grosso problema: i soldi. La gloria è rimasta, ma il denaro è finito. Gli si presenta un’occasione, l’occasione della vita, quella che gli permetterà di prendere la famiglia e andarsene dal quel paese con così tanti fantasmi, con così tanta violenza alle spalle, con una storia tanto triste. Vukmir, l’uomo che gli fornirà il suo nuovo lavoro è misterioso, parla della pornografia come forma d’arte, parla di vittime, filosofeggia. Inizialmente riluttante, Milos accetta, attratto dall’immensa somma di denaro a lui proposta. Inizia il suo incarico e veniamo catapultati in qualcosa di simile ad un incubo. Strani personaggi si aggirano per un orfanotrofio, tutto costantemente ripreso da uomini con la videocamera. Sembra di assistere ad un film di Lynch, onirico ma con qualche nota stonata. E poi arriva la mattanza. Ora, è difficile commentare obiettivamente una pellicola come “A Serbian Film”, perché tecnicamente non ci sarebbe nulla da obiettare. Ben realizzato, soprattutto nella prima lunga parte in cui si parla della vita di Milos e del suo nuovo incarico, con attori perfettamente nella loro parte, una colonna sonora incalzante, il tutto raccontato con la calma necessaria ad un vero e proprio film d’autore. Inoltre il climax di tensione e curiosità non è indifferente. Poi arriva la seconda parte, completamente diversa dalla prima, caratterizzata da un montaggio frenetico, immagini allucinanti e continui flashback e flashforward. Un trip di scene che violentano letteralmente lo spettatore, una dietro l’altra senza lasciare tregua, confondendo in più di un’occasione la mente di chi guarda. Ma l’occhio del pubblico metterà da parte ogni tipo di giudizio inerente alla tecnica di realizzazione davanti all’introduzione della cosiddetta “pornografia d’autore”. Una selezione di scene di una violenza inaudita, senza precedenti nel cinema e, non credo di sbagliare dicendo ciò, oltre il limite della legalità. Una scena in particolare, che bene o male gli appassionati del genere conoscono per sentito dire o perché letto da qualche parte, supera ogni tipo di brutalità vista nella settima arte. Si tratta di una scena raccapricciante in cui si adoperano soprusi su un neonato, appena partorito dalla madre. E’ uno spoiler volontario, necessario, come avvertimento nei confronti dell’appassionato di splatter che si incuriosisce davanti ad una pellicola ad alto livello gore come, di fatto, è “A Serbian Film”. Ma non finisce, perché la scena brutale di cui sopra è solo l’inizio di una sequela di angherie, una più sconveniente dell’altra, tra cui altre violenze su minori e donne, senza tralasciare i particolari. Ed ora la domanda sorge spontanea: ma era proprio necessario? Il regista Srđan Spasojević ha dichiarato, citando testualmente, che “il film è il diario delle violenze inflitteci dal governo serbo, il potere che obbliga le persone a fare quello che non vogliono fare, devono sentire la violenza per capirla”. Potrebbe essere una giustificazione valida per un film di denuncia, ma “A Serbian Film”, sempre a parere di chi scrive, non è un film di denuncia, ma soltanto una scusa per realizzare il torture-porn definitivo, che supera ogni limite imposto e mettere così in scena cose mai mostrate. Per far parlar di sé. Naturalmente l’obiettivo è stato raggiunto. Mettendo da parte il giudizio personale, il compito del recensore è quello di giudicare il film obiettivamente, quindi si atterrà a questo per la valutazione finale. E’ un film ben fatto, un prodotto come pochi, in grado di regalare tensione dall’inizio alla fine. Ma se il sottoscritto si trovasse con una pistola puntata alla tempia e gli chiedessero se consiglia questo film, probabilmente la risposta sarebbe un No.

Trailer