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A REAL FRIEND

Adivina quién soy

2006 ES
October 25, 2006

Estrella, an intelligent teen student, spends most of her time alone at school or home, enjoying horror books and movies, while her widow mother Angela works as a nurse in a hospital. Her favorite author is Stephen King and her only friends are Leatherface and a vampire.

Directors

Enrique Urbizu

Cast

Goya Toledo, Nerea Inchausti, Josep Maria Pou, Aitor Mazo, Eduard Farelo, Mark Ullod, Roelkis Bueno
Horror Mystery TV Movie
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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La piccolo Estella passa gran parte delle sue giornate in solitudine, guardando film dell’orrore e fantasticando di mostri e vampiri. Un giorno, uno dei suoi amici immaginari, che Estella chiama Vampiro, comincia a farle visita sempre più spesso e sembra che la pedini, arrivando addirittura a eliminare chi appare troppo invadente nella vita della bambina e di sua madre. Chi è in realtà il Vampiro? E Cosa vuole da Estella? “Peliculas para no dormir” è una serie di sei film per la tv prodotti dalla spagnola Telecinco in associazione con la Filmax di Julio Fernandez. I sei film, della durata media di poco più di un’ora ciascuno, possono essere considerati la risposta spagnola agli americani “Masters of Horror”, dal momento che portano in scena una manciata di brevi storie dell’orrore dirette da noti registi attivi nel genere. I sei registi coinvolti sono: Alex De La Iglesia, Jaume Balaguerò, Enrique Urbizu, Paco Plaza, Chicho Ibanez Serrador e Mateo Gil. Il titolo di questa serie può considerarsi una citazione di una serie tv spagnola andata in onda saltuariamente dal 1964 al 1982 con 31 episodi complessivi: “Historias para no dormir”. “Adivina quien soy” è il peggior episodio della serie di tv movie “Peliculas para no dormir”, un pasticciato e sterile dramma infantile che cerca la contaminazione con l’horror in modo così pretestuoso da risultare quasi irritante. L’idea che sta alla base del film e che poi si esplica nel “colpo di scena” finale non è da buttar via, seppure un po’ banale e comunque risaputa, però il modo in cui viene gestita lascia davvero l’amaro in bocca. Innanzitutto il film si prende dannatamente sul serio lì dove un po’ d’ironia non avrebbe di certo guastato, dal momento che vedere continuamente in azione copie dichiarate di Leatherface o Nosferatu induce più che altro al sorriso lo spettatore. Non sto parlando di ironia demenziale – Dio ce ne scampi – ma, visto l’andazzo da omaggio al cinema horror, un po’ di auto- consapevolezza d’intenti avrebbe sicuramente spinto all’utilizzo di un tono meno serioso e pesante. Già pesante, poiché “Adivina quein soy” è un film pesante, malgrado la breve durata si fa fatica a guardarlo, annoia e non ha un solo guizzo narrativo che non sia il climax finale, comunque anch’esso fin troppo imprigionato in una sorta di sequenza di immagini prive di ritmo. Alla base di tutto c’è la fantasia, l’immaginazione di un bambino che riesce a generare mostri, le stesse creature che si muovono sugli schermi della tv o che prendono forma attraverso i giocattoli. Il film segue la massima che l’unico modo per combattere il male è altro male, anche se il secondo è un male idealizzato che di fatto è innocuo e affettuoso (la figura patetica di Leatherface su tutte); repentinamente il film muta significato e cerca di dimostrare come il vero orrore non è quello che proviene dai film del terrore, bensì quello che risiede nella normale quotidianità, nella banale e noiosa routine di tutti i giorni e solo la fantasia di un bambino ha il potere di trasformala in un’avventura fatta di mostri e vampiri. Il materiale a disposizione si prestava molto bene per dar vita a un film d’avventura orrorifica di e per ragazzi, un po’ debitore alla storie che componevano la collana di libri “Piccoli brividi” che puntualmente in una scena la protagonista sta leggendo. Però i ritmi soporiferi e la già citata seriosità di fondo rendono “Adivina quien soy” davvero indigesto per qualunque tipo di target. Attori mediocri a cominciare da Eduard Farelo, che interpreta in modo molto poco convincente – colpa anche della mancanza di fisique du role – il Vampiro. Regia molto televisiva dello sconosciuto Enrique Ubizu (sceneggiatore del polanskiano “La nona porta”).

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