The Jane Doe Identity backdrop
The Jane Doe Identity poster

THE JANE DOE IDENTITY

The Autopsy of Jane Doe

2016 GB
décembre 21, 2016

Tommy Tilden et son fils Austin sont médecins-légistes dans la morgue locale d’une petite ville. Un soir, le shériff leur amène le cadavre d’une jeune femme à l’identité inconnue, surnommée « Jane Doe ». Ils décident de mener leur enquête pour connaître son histoire et la raison de sa mort.

Réalisateurs

André Øvredal

Distribution

Emile Hirsch, Brian Cox, Ophelia Lovibond, Olwen Catherine Kelly, Michael McElhatton, Parker Sawyers, Jane Perry, Mark Phoenix, Mary Duddy
Horreur Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Rita Guitto

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Una strage indecifrabile in una villa e il corpo di una misteriosa donna semi-dissotterrato. Cosa è successo e perché, ma soprattutto, chi è quella ragazza? È ciò che devono scoprire Tony Tilden, un bravissimo Brian Cox e il figlio Austin, interpretato dal redivivo Emile Hirsch, due medici legali che lavorano nell’impresa di famiglia in un paesino della Virginia. Quando il corpo senza vita della giovane donna, rinominata Jane Doe poiché senza identità, arriva in obitorio, nulla e più come prima e l’occhio clinico, e cinico, dei due scienziati comincia a zoppicare davanti alla stranezza di quello che si trovano a dissezionare: un cadavere all’apparenza fresco, pulito e bello ma dilaniato dall’interno. Com’è possibile? “Autopsy”, dal titolo originale “The Autopsy of Jane Doe”, è il primo film in lingua inglese del regista norvegese André Øvredal, presentato allo scorso Toronto International Film Festival e nei cinema americani dal dicembre 2016. Un buon horror, come pochi ormai, che riesce a calibrare uno splatter educato fatto di dettagli truculenti ma credibili e mai fini a se stessi, con una tensione costante e palpabile, ben distribuiti tra la prima e la seconda parte del film. Pochi attori, una sola location, un vecchio e claustrofobico obitorio terribilmente inquietante, con un ascensore come unica via di accesso e di uscita, e un enigma da risolvere che ad ogni indizio diventa sempre meno chiaro. “Autopsy” parte quasi come un avvincente thriller per poi trasformarsi, via via, in un horror vero e proprio dalla tematica parecchio abusata, che non vi sveleremo, ma affrontata in un modo tutto nuovo. Ecco qual è il pregio principale di questo film, insieme alla bravura degli attori e alla costruzione più che convincente dei personaggi. Un padre e un figlio legati da una tragica storia personale, con problemi emozionali che tentano di nascondere lavorando insieme, diametralmente opposti nell’affrontare questa singolare autopsia. Da non sottovalutare, assolutamente, Olwen Kelly, l’attrice che impersona la misteriosissima Jane Doe, bravissima anche nel ruolo del cadavere. Per un occhio allenato agli horror, la soluzione dell’enigma non è poi così impossibile da scoprire, ma gli intenti del film sono ben altri. Il regista, infatti, sa giocare sapientemente sulle certezze dello spettatore che sa che sta per succedere qualcosa di orribile e attende, con trepidazione, l’inevitabile. E anche lo spettatore più duro rimarrà incollato alla sedia, vittima di una tensione incessante, immerso in questa atmosfera spettrale di un obitorio sotterraneo fatto di corridoi lunghissimi e luci al neon che sapranno bene quando spegnersi. “Autopsy” è nelle sale italiane dall’8 marzo 2017, distribuito da M2 Pictures, e vi consigliamo di non perderlo se siete amanti dell’horror!

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