MC
Marco Castellini
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Below
Un sottomarino americano in azione durante la Seconda Guerra Mondiale, riceve l’ordine di soccorrere i superstiti di una nave-ospedale inglese, affondata nel mezzo dell’oceano da un siluro nemico. I superstiti che l’equipaggio riesce a recuperare sono soltanto tre: un soldato gravemente ferito, un uomo e una donna, la dottoressa Claire Paige, sconvolta per la perdita di tutti i suoi pazienti. Il viaggio del sottomarino si complica misteriosamente dopo l’operazione di soccorso, tra attacchi nemici ed una serie di avarie che gli rendono impossibile il raggiungimento della rotta prefissata. Il sospetto inizia quindi a serpeggiare tra l’equipaggio, diviso tra la convinzione di aver caricato a bordo un sabotatore e quella di ritrovarsi rinchiusi in un sottomarino maledetto, infestato da oscure ed inquietanti presenze. Sarà la dottoressa Paige ad avvicinarsi a piccoli passi verso la soluzione del mistero…
Il regista David Twohy, autore del piacevole e originale “Pitch Black” (nonché dell’imminente “The Chronicles of Riddick”), ci regala un altro piccolo assaggio della sua bravura dietro la macchina da presa con questo sorprendente “Below”, film che riesce a tenere lo spettatore con il fiato sospeso per tutta la sua durata, incollandolo allo schermo con la semplicità ed allo stesso tempo con la forza delle sue claustrofobiche atmosfere. “Below” in realtà non presenta in partenza nessun elemento clamoroso, anzi: l’ambientazione sottomarina (e il soccorso di persone in pericolo tra i quali si trova anche un ferito grave) lascia lo spettatore con la spiacevole sensazione di trovarsi di fronte all’ennesimo clone di “Alien” in versione sottomarina, filone cinematografico tanto di moda fino a qualche anno fa.
Mai come in questo caso però le apparenze ingannano.
“Below” si sviluppa con estrema originalità, allontanandosi con decisione da quanto si sia visto fin ad ora in un film ambientato nei fondali marini, creando una superba ragnatela di tensione e mistero dal fascino ineguagliabile. La storia non scade mai nel banale e nel prevedibile (così come non si arrende mai con decisione al paranormale e all’horror), ma si evolve attraverso le relazioni tra i personaggi (tutti ottimamente caratterizzati) in un continuum logico-narrativo dalla struttura solida e accattivante. La trama e lo sviluppo principale della storia seguono il classico modello del giallo e del thriller (a tratti in verità un po’ ingarbugliato per via dei numerosi personaggi e per una serie di situazioni confuse che richiedono la nostra più totale attenzione per essere comprese), regalando, nel suo dispiegarsi, una serie di colpi di scena azzeccati e mai forzati. Intorno a questa precisa costruzione narrativa (che prevede la soluzione del mistero come nel più classico dei gialli) si sviluppa il richiamo al paranormale, costruito però ad arte dal regista (anche coautore della sceneggiatura) per lasciare allo spettatore il dubbio e la possibilità di una spiegazione alternativa. In più di una occasione infatti ci si domanda se davvero sia reale ciò che vediamo accadere sullo schermo oppure se le presenze all’interno del sottomarino non siano altro che le allucinazioni di un equipaggio costretto da un avaria a non emergere in superficie da molto tempo (e di conseguenza costretto a respirare ormai più anidride carbonica che ossigeno).
A livello tecnico la regia di David Twohy è impeccabile, carica di intensità e molto personale: lo stile cupo e silenzioso che caratterizzava “Pitch Black” sembra riproporsi in questa pellicola con nuovo vigore, tratteggiando senza mezzi termini l’abilità di un regista di indubbio talento. La costruzione di alcune scene, l’alternarsi di luci ed ombre, la sensazione di opprimente claustrofobia che trasmettono le immagini, regalano alcune sequenze memorabili che metteranno a dura prova anche i nervi degli spettatori più smaliziati. La computer grafica inoltre, per quanto usata sporadicamente e di qualità non eccelsa, è utilizzata con buon gusto e senza strafare, presentandosi soltanto nei momenti indispensabili alla narrazione e contribuendo ad impreziosire il già convincente impatto visivo della pellicola: anche l’ambientazione infatti, per quanto inevitabilmente ristretta e poco varia, risulta costruita nei minimi particolari, facendoci percepire la sensazione reale del vivere rinchiusi in un sottomarino.
“Below” è un film vincente su tutta la linea, caldamente consigliato in modo particolare a chi preferisce lasciarsi sedurre e spaventare dalle atmosfere opprimenti ed inquietanti, piuttosto che farsi stordire dal roboante caos dello splatter, del sangue e della violenza.
Un film di paura vera come non se ne vedeva da tempo.