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Marco Castellini
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Gli studenti di cinematografia della Alpine University si preparano a concorrere come ogni anno per il premio Hitchcock per il miglior progetto cinematografico, che aprirà loro le porte per Hollywood. Amy, una delle ragazze più brillanti del suo corso, decide di ispirarsi, per il suo film, ad una leggenda metropolitana di Pendleton University. Ma poco dopo l’inizio delle riprese i membri della troupe di Amy cominciano a morire, uno per uno, in “strani incidenti”…
Inevitabile come la morte ecco giungere il seguito (oramai l’horror americano pare vivere solo di “saghe”) di “Urban Legend”, slasher - movie di discreto successo girato nel ’98. Il regista ed i protagonisti (eccezion fatta per la corpulenta poliziotta di colore,
personaggio già presente nel primo film) sono cambiati, ed anche la storia è diversa: non più basata sulle leggende metropolitane (che fanno solo da “sfondo” alla storia) e più imperniata sulla figura del “solito” assassino, che questa volta oltre allo scontato vestitino nero indossa anche una ridicola maschera da scherma, risultando un’involontaria parodia del maniaco della serie “Scream”. Pertanto tra una trama inverosimile e confusa, i soliti cliché del cinema di genere e una colonna sonora piatta, l’unica sequenza da “salvare” del film rimane quella dell’omicidio della prima ragazza, a cui viene prima estratto un rene e poi tagliata la testa; ma tre minuti “azzeccati” su un’ora e quaranta di film sono un po’ pochini….
Visiona il trailer di URBAN LEGEND: FINAL CUT