MC
Marco Castellini
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Una studiosa americana si reca in Amazzonia per corroborare la sua tesi secondo cui il cannibalismo non è mai esistito, ma si tratterebbe di un’invenzione del colonialismo bianco, ma purtroppo per la giovane la sua convinzione è, in parte, errata e sia lei sia la sua spedizione andranno incontro ad una brutta avventura. Ennesimo film del periodo sui cannibali che però non offre, come altre pellicole, particolari spunti per essere ricordato: storia scopiazzata dal più famoso “Cannibal Holocaust” di Deodato, scene prevedibili, effetti decentemente realizzati ma fin troppo “eccessivi”.
Gli unici fotogrammi veramente “scioccanti” sono quelli in cui una malcapitata giovane viene appesa, tramite dei ganci che le trafiggono i seni, e sospesa nel vuoto; tutto il resto (evirazioni, mutilazioni ecc..) sono il solito campionario di efferatezze già viste in altre pellicole dello stesso genere. Da vedere solo nella versione uncut (che naturalmente non è quella che viene saltuariamente trasmessa in televisione).