Chernobyl Diaries backdrop
Chernobyl Diaries poster

CHERNOBYL DIARIES

2012 US
May 24, 2012

A group of six tourists looking to go off the beaten path, hire an 'extreme tour guide' who, ignoring warnings, takes them into the city of Pripyat, the former home to the workers of the Chernobyl nuclear reactor, but now a deserted town since the disaster more than 25 years earlier. After a brief exploration of the abandoned city, the group members find themselves stranded, only to discover that they are not alone.

Directors

Bradley Parker

Cast

Olivia Taylor Dudley, Jesse McCartney, Devin Kelley, Jonathan Sadowski, Ingrid Bolsø Berdal, Nathan Phillips, Alex Feldman, Milutin Milošević, Kristof Konrad, Pasha D. Lychnikoff
Horror Thriller
HMDB

REVIEWS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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I fratelli Chris e Paul stanno facendo un viaggio in Europa con le rispettive fidanzate. Giunti in Ucraina Paul propone di dedicarsi al turismo estremo, una pratica in voga tra i giovani turisti che prevede l'esplorazione di zone particolarmente inospitali. Malgrado la resistenza di Chris, i ragazzi si affidano alla guida Uri, che propone loro di visitare Pripyat, una cittadina confinante con Chernobyl, il luogo della tristemente celebre catastrofe nucleare avvenuta nel 1986. Pripyat è completamente disabitata a causa delle radiazioni che ancora infestano la zona, ma quando i ragazzi decidono di andar via della cittadina per far ritorno in albergo, trovano il furgoncino manomesso e capiscono che in realtà Pripyat non è disabitata... Ci sono film sui quali non si hanno particolari aspettative, vicende che ci appaiono telefonate già leggendo la sinossi o guardando il trailer e "Chernobyl Diaries" potrebbe rientrare facilmente in questa categoria. A volte questi film riescono invece a stupire positivamente, rivelandosi ben più sagaci di quanto si potesse pensare, grazie a una serie di fattori che possono riguardare la costruzione della storia, dei colpi di scena o della tensione... e "Chernobyl Diaries" rientra, appunto, in questa categoria! Principale caratteristica del cinema di Oren Peli, che in "Chernobyl Diaries" figura come produttore, soggettista e co-autore dello script insieme a Shane e Carey Van Dyke, è la rielaborazione dell'immaginario orrorifico in chiave minimalista. "Paranormal Activity", amato/odiato titolo che ha fatto la fortuna di Peli, puntava tutto proprio sulla estrema sostenibilità di un concept che sa di già visto, ma il bello sta nel riuscire a destreggiarsi con uno stile apparentemente amatoriale non più novità che favorisca, però, la totale immedesimazione dello spettatore. Con "Paranormal Activity" Peli fece centro e da allora si è dedicato alla produzione presentando quel gioiellino di "Insidious" (che rielaborava proprio un immaginario familiare allo spettatore come quello delle case infestate e le possessioni demoniache) e ora questo "Chernobyl Diaries", che in Italia acquista il sottotitolo quasi spoileroso "La mutazione". Il film diretto dall'esordiente Bradley Parker viaggia su territori già battuti, allacciandosi al filone vacanziero (per di più sull'Est europeo, come i primi due "Hostel" e "Train") e dirigendosi verso lidi che riecheggiano "Doomwatch - I mostri del 2001" piuttosto che "Le colline hanno gli occhi". Amici in vacanza, un posto inospitale e una minaccia poco tangibile che a poco a poco acquista una forma micidiale e ben precisa legata alla storia funesta del luogo... insomma, l'high concept sa di déjà-vu. Bradley Parker, che fino a questo momento si era occupato di effetti visivi (tra i tanti film “Blood Story” e “Pianeta Rosso”), punta tutto sull’atmosfera e riesce a creare una tensione costante che in alcune scene sfocia in riuscitissime lezioni di paura. A vantaggio dell’esasperante meccanismo di suspense che ammanta tutto il film ci sono le suggestive location che riproducono la città fantasma di Pripyat: strade deserte, edifici fatiscenti e abbandonati, grandi parcheggi affollati di carcasse di auto, sotterranei e fabbriche diroccate, il tutto avvalorato da un’atmosfera autunnale che rende egregiamente l’idea di morte e desolazione che aleggia nell’aria. Inoltre “Chernobyl Diaries”, in sintonia con gli altri film che portano il nome di Peli, riesce a spaventare mostrando il meno possibile. Non aspettatevi splatter e violenza esibita perché questo film non punta allo stomaco e le minacce che infestano Pripyat sono sagome indefinibili dal sapore carpenteriano che si palesano solo nell’epilogo, lasciando comunque un sapore di mistero anche a film concluso, forse in previsione di un eventuale sequel. Non mancano poi famelici branchi di cani randagi, pesci mutanti e perfino un orso bruno in una scena da salto sulla poltrona assicurato. Insomma, “Chernobyl Diaries” funziona, la formula è semplice ma efficace, l’atmosfera è azzeccata e si riesce a sorvolare anche su alcuni cliché tipici dell’horror che portano i personaggi a cacciarsi troppo spesso nei guai. Se cercate un film svelto, divertente e spaventoso, “Chernobyl Diaries” fa al caso vostro!

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