Maggie backdrop
Maggie poster

MAGGIE

2015 CH
May 8, 2015

There's a deadly zombie epidemic threatening humanity, but Wade, a small-town farmer and family man, refuses to accept defeat even when his daughter Maggie becomes infected. As Maggie's condition worsens and the authorities seek to eradicate those with the virus, Wade is pushed to the limits in an effort to protect her. Joely Richardson co-stars in this post-apocalyptic thriller.

Directors

Henry Hobson

Cast

Arnold Schwarzenegger, Abigail Breslin, Joely Richardson, Douglas M. Griffin, J.D. Evermore, Rachel Whitman Groves, Jodie Moore, Bryce Romero, Raeden Greer, Aiden Flowers
Drama Horror Science Fiction
HMDB

REVIEWS (1)

VD

Vincenzo de Divitiis

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In un futuro non molto lontano gli Stati Uniti sono colpiti da un violento virus che trasforma qualsiasi essere vivente in creature mostruose affamate di carne umana. Per cercare di arginare la diffusione del virus il governo americano ha deciso di rinchiudere in quarantena tutti gli infetti per dare loro le cure del caso, anche se molte persone decidono di tenere con sé i propri cari ammalati e seguire in prima persona a casa le fasi della trasformazione. È il caso di Wade, un contadino della Louisiana, il quale, armato di fucile, grande coraggio e tanto amore paterno, decide di tenere con sé sua figlia Maggie, affetta da questo terribile virus. Una situazione che tuttavia non è destinata a durare a lungo sia per l’avanzare della malattia che per le pressioni della polizia che, come è giusto che sia, ha come primo obiettivo quello di salvaguardare il benessere pubblico ed evitare la diffusione del virus. Negli ultimi quindici anni il modo di trattare l’argomento zombie da parte dei registi si è sostanzialmente diviso in due tronconi ben diversi tra loro per stili e tematiche. Da un lato, infatti, abbiamo le comedy zombie e tutte quelle pellicole che tendono a smontare i cliché tipici del cinema dei morti viventi e hanno saputo unire il gusto per immagini splatter a sketch esilaranti, basti pensare a film come “Benvenuti a Zombieland” di Ruben Fleischer e al cult “Shaun of the Dead” di Edgar Wright; dall’altro lato, invece, vi sono quelle che non hanno disperso i toni seriosi del filone e che quindi prediligono storie più drammatiche legate al malessere fisico e psicologico derivante dal propagarsi del virus, come accade ad esempio in “28 giorni dopo” di Danny Boyle. A questa seconda categoria appartiene senza alcun dubbio “Contagious – Epidemia mortale” diretto e scritto dalla coppia di esordienti Henry Hobson e John Scott, rispettivamente regista e sceneggiatore. Inesperienza che mai come in questo caso viene pagata a carissimo prezzo con un’opera classificabile non tanto come brutta, bensì come poco interessante e incapace di trascinare chi guarda all’interno della storia. Chi si aspetta di vedere uno Schwarzenegger fucile alla mano e ricoperto del sangue degli zombie a cui ha appena fatto saltare la testa, rimarrà profondamente deluso in quanto “Contagious – epidemia mortale” non è uno zombie movie nel senso classico del termine ma piuttosto concentra la sua attenzione sulla lunga fase di trasformazione e sul periodo di convalescenza della ragazza. Logico aspettarsi una vicenda ricca di momenti toccanti, dialoghi strappalacrime e un costante clima di desolazione e coscienza di una fine ormai imminente. Un clima corroborato da quella che forse è l’unica cosa davvero indovinata da Hobson, ossia la scelta di non ambientare la vicenda nelle solite vie metropolitane e grattacieli per spostarla in una campagna desolata che rappresenta il luogo ideale per un periodo di quarantena e per raccontare il travaglio interiore dei protagonisti. Le premesse sarebbero anche buone e adatte ad uno sviluppo di un plot ben costruito e coinvolgente, se non fosse per una sceneggiatura balbettante in molteplici punti e del tutto priva di senso del ritmo con tantissimi momenti morti ed una caratterizzazione dei personaggi non sempre condotta fino in fondo come sarebbe convenuto per una pellicola del genere. Carenze che ricadono anche su una regia che più piatta non si può e che non fa nulla per rendere il tutto più dinamico: ad esempio avrebbe giovato ai fini narrativi e di una maggior comprensione da parte dello spettatore accompagnare con dei flashback i frequenti - e per certi versi inutili - racconti del passato sviscerati dai personaggi, oppure mostrare nelle loro completezza le sporadiche scene di aggressione per aumentare il tasso di spettacolarità. L’esito negativo di un film così ambizioso, almeno nelle intenzioni, va a vanificare l’ottima prova di uno Schwarzenegger più che sorprendente in un ruolo diverso dal solito e abile a sovvertire tutte le perplessità di chi nutriva dubbi sulla sua resa in un contesto diverso da quello in cui è abituato ad agire. Lodevole anche l’interpretazione di una bravissima Abigail Breslin, che già aveva avuto a che fare con gli zombie nel succitato “Benvenuti a Zombieland”, nei panni della figlia dall’animo tormentato, mentre il resto del cast si assesta su livelli accettabili e niente di più. “Contagious – epidemia mortale”, in conclusione, non funziona né come film drammatico né come film di zombie con lo spettatore che rimane per gran parte del tempo a chiedersi dove siano finiti i mostri e tutti gli elementi tipici a cui siamo abituati da Romero in poi.

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