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Giuliano Giacomelli
•In un piccolo supermercato di provincia iniziano a succedere fatti strani da quando Ryoko, rappresentante di una grande catena di magazzini, giunge sul posto per acquistare la proprietà del piccolo supermarket e per rinnovare l’inventario. Da quel momento in poi misteriose forze maligne si abbatteranno sul posto e su chiunque entri e spenda una cifra pari a 666 yen o 999 yen. Spetterà a Ryoko, con l’aiuto della giovane commessa Nao, scoprire da cosa è generato tale orrore.
Da un po’ di anni a questa parte il cinema horror orientale ha finalmente preso piede anche nel nostro Paese e ha saputo farsi apprezzare facilmente grazie allo stile innovativo con il cui tali pellicole si presentavano risultando, almeno nei primi tempi, una ventata di aria fresca tra le tante produzioni occidentali che iniziavano ormai a ripetersi riciclando sempre le stesse tematiche e gli stessi argomenti. Credevamo di poter contare sul cinema orientale ma purtroppo, dopo breve tempo, abbiamo potuto ricrederci poiché, spesso tali pellicole importate nel nostro paese, risultavano particolarmente ripetitive, sfruttavano sempre la stessa storia, le stesse tematiche, le stesse situazioni, realizzando dei prodotti che, in fin dei conti, erano uno il clone dell’altro.
Ovviamente questo è un discorso che può essere considerato ed applicato solo per quanto concerne quella ristretta cerchia di pellicole orientali che vengono importate nel nostro Paese poiché, in oriente, sono capaci di realizzare anche pellicole che escono fuori dai “classici” canoni e, quando si cerca di evadere da tali schemi o si realizzano grandi film che ci fanno realmente apprezzare l’arte cinematografica orientale, oppure si realizzano pellicole talmente scandalose da farci rimpiangere i “soliti” film a cui ci ha abituati la cinematografia asiatica.
“Cursed” ('Chô' kowai hanashi A: yami no karasu, in originale ) può essere un esempio di cinema orientale diverso dal solito, ma purtroppo fa parte di quelle pellicole talmente brutte da provare nostalgia per le solite ghost story che coinvolgono donne dai lunghi capelli neri pronte a lanciare qualche maledizione.
Il plot di “Cursed” ad un primo impatto può risultare intrigante, persino affascinate, e riesce a stuzzicare immediatamente la curiosità dello spettatore, una curiosità che non sarà certo premiata a termine visone a causa dell’enorme bruttura di tale opera che risulta soltanto un pasticcio senza troppo senso formato da diversi piccoli episodi cuciti malamente in un’unica cornice; infatti, sulla tematica principale di Ryoko e Nao che cercano di capire cosa sta alla base del mistero sono inseriti diversi episodi che ci narrano le disavventure dei malcapitati clienti del supermarket che finiranno, in un modo o nell’altro, tragicamente uccisi.
Oltre ad una storia sviluppata nel peggiore dei modi è riscontrabile anche un inappropriata lentezza narrativa che sembra voler cercare in ogni modo di evitare di catturare l’attenzione dello spettatore consentendogli, fin dai primi minuti, facili sbadigli. Ma le pecche non finiscono qui; infatti sono riscontrabili notevoli difetti anche sotto il punto di vista recitativo, poiché gli attori risultano essere tutti abbastanza incompetenti, sotto il punto di vista della CG (che alterna effetti in 3D a orrendi effetti 2D) realizzata in maniera abbastanza grezza e primitiva e sotto l’aspetto psicologico dei personaggi, malamente caratterizzati da un atteggiamento il più delle volte esagerato, inverosimile, decisivamente sopra le righe che sfocia nel ridicolo ma soprattutto nell’irritante.
Uno degli aspetti chiave di un film horror orientale è sempre stato quello di saper generare nello spettatore un nuovo tipo di orrore, un orrore decisivamente angosciante che centrava quasi sempre l’obiettivo, ossia riuscire davvero a spaventare in diverse occasioni lo spettatore; in questo “Cursed” invece quest’arte orientale è del tutto assente e in nessun momento si riesce mai a creare tensione e nemmeno un briciolo di terrore o spavento.
Ma ciò che maggiormente delude in questo film è la componente tecnica caratterizzata da una pessima fotografia; il film infatti, oltre a cadere nel “fascino” del digitale, a causa delle numerose scene buie male illuminate, non permette allo spettatore di capire ciò che sta accadendo sulla scena.
Se ciò non bastasse, l’edizione italiana in dvd sfrutta un doppiaggio osceno e scandaloso con delle voci inappropriate, sicuramente più adatte per un cartoon manga che per un film horror che dovrebbe spaventare.
Inoltre “Cursed”, in un delirio di citazionismo e scopiazzature, ricicla intere idee da film occidentali: “Poltergeist” viene particolarmente saccheggiato, ma c’è posto anche per “Amercican Beauty” e un prologo che sembra una parodia da una delle più famose scene di “Final Destination”.
In conclusione “Cursed” è una delle più brutte pellicole orientali giunte sino ad ora nel nostro Paese, un film che non coinvolge, non appassiona ma annoia e infastidisce terribilmente lo spettatore che sperava in qualche cosa di decente. Un film completamente da bocciare!
Sconsigliato anche ai più sfegatai fan del cinema orientale.