Dahmer le cannibale backdrop
Dahmer le cannibale poster

DAHMER LE CANNIBALE

Dahmer

2002 US
juin 21, 2002

Le 15 février 1992 à Milwaukee dans le Wisconsin, Jeffrey Lionel Dahmer, un des plus infâmes serial-killer du monde entier, a été reconnu coupable de 15 chefs d’assassinats et fut condamné à 937 ans de réclusion à la prison fédérale. Ce film s'inspire de l'histoire de sa vie. Certains personnages et événements ne sont que pure fiction.

Réalisateurs

David Jacobson

Distribution

Jeremy Renner, Bruce Davison, Artel Great, Matt Newton, Dion Basco, Kate Williamson, Lily Knight, Christina Payano, Tom'ya Bowden, Sean Blakemore
Drame Horreur Thriller Crime
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Jeffrey Dahmer è un giovane omosessuale che lavora come operaio in una fabbrica di cioccolata, ma nel tempo libero Jeffrey adesca con varie scuse dei ragazzi, li porta a casa sua e li droga, per poi abusare sessualmente di loro e ucciderli. Letta la trama sopra si potrà pensare “ok, questo è l’incipit, ma chissà poi cosa succede!”. Invece bisogna subito precisare che per 95 minuti succede precisamente quello che è stato raccontato nel brevissimo plot: più di 1 ora e mezza di ripetitive e noiose pseudo turbe sessual-esistenziali e tentativi di seduzione omosessuale. Basta! Sarebbe stato davvero molto interessante se si fosse optato per una ricostruzione della vita criminale dello spietato cannibale di Milwaukee che sconvolse la cittadina del Wisconsin tra il ’78 e il ’91, invece si è scelto di narrare semplicemente un paio di approcci seduttivi del giovane Jeffrey verso malcapitati giovanotti e la conseguente tragedia, soffermandosi molto su una delle vittime in particolare. Ciò che riguarda la formazione omicida di Jeffrey e, dunque il suo recente passato, è accennato tramite fastidiosi flashback inseriti malamente in momenti del tutto inappropriati, spesso interrompendo la tensione delle scene. Un approccio del tutto sbagliato, dunque, al racconto della storia di Dahmer, notevolmente penalizzato, poi, da una sceneggiatura ripetitiva e maldestra, spesso infarcita di luoghi comuni e ridicolo involontario. Inoltre irrita la completa mancanza di personalità dei personaggi che fanno da contorno al protagonista, ma non è la semplice mancanza di una costruzione psicologica, ma si tratta piuttosto di personaggi del tutto idioti che si muovono come se non fossero stati forniti di intelletto: possibile che chiunque Jeffrey avvicini accetta subito di andare a casa sua a bere una birra e fare giochini ambigui senza neanche chiedersi chi diavolo sia Jeffrey e cosa vuole? Beh, sicuramente quei poveracci che sono stati vittime della furia omicida del vero Dahmer non erano tutti dei nerd cerebrolesi. Dispiace un po’ vedere che questo film sia risultato tanto inverosimile e scalcinato, poiché le buone premesse c’erano davvero tutte e, in fin dei conti, “Dahmer” non è neanche composto esclusivamente da punti negativi. Abbiamo un giovane Jeremy Renner (28 Settimane Dopo) nel ruolo dello psicopatico protagonista che, oltre a risultare del tutto credibile e fisicamente adatto al ruolo, dimostra di avere anche delle buone doti recitative. Anche la regia di David Jacobson (Dawn in the Valley) appare solida e sicuramente funzionale, sufficientemente realistica e scarna da adattarsi perfettamente alla storia. Però poi viene a mancare anche quell’aria di marcio e di follia che si sarebbe adattata a questo genere di film, così come non c’è alcun elemento disturbante a salvare l’operazione; tanto che, se non fosse stato per la tematica trattata, il film sarebbe potuto essere tranquillamente un prodotto “Per tutti”. In definitiva, “Dahmer”, pur usufruendo di alcuni elementi vincenti, risulta essere la classica occasione mancata, un prodotto maldestro, noiosetto e del tutto evitabile. Sicuramente insufficiente se si desidera conoscere qualche dettaglio sulla vita di questo spietato serial killer.