Détour mortel 3 backdrop
Détour mortel 3 poster

DÉTOUR MORTEL 3

Wrong Turn 3: Left for Dead

2009 DE
octobre 8, 2009

Alors qu'ils partent faire du camping en forêt, Fonda et ses amis sont attaqués par Three Finger, mutant cannibal dégénéré. Bien que Fonda réussit à survivre au massacre, ce n'est pas le cas de ses accompagnateurs. La jeune femme est alors livrée à elle-même, seule dans les bois... mais pas pour très longtemps, puisqu'elle finit par croiser la route d'un groupe de prisonniers, victimes de l'accident du bus qui les transportait. Ils décident alors de s'unirent pour lutter contre les attaques de Three Finger...

Réalisateurs

Declan O'Brien

Distribution

Tom Frederic, Janet Montgomery, Louise Cliffe, Jack Gordon, Emma Clifford, Todd Jensen, Gil Kolirin, Charles Venn, Jake Curran, Tamer Hassan
Horreur Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

LP

Luca Pivetti

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Nate Wilson è una giovane guardia carceraria che riceve il compito di scortare un gruppo di pericolosi detenuti in un carcere di massima sicurezza. Sfortuna vuole che, durante il tragitto con il furgone blindato, spunti dal nulla una camioncino che manda fuoristrada guardie e criminali. Entrambi i gruppi ormai si trovano in pieno territorio boschivo e dovranno unire le proprie forze, perché ben presto scopriranno che non sono soli, che fra gli alberi c’è qualcuno che li spia…qualcuno di deforme e più pericoloso di loro… Mutanti cattivi e deformi tornano a menare le mani e tirare fendenti: Atto Terzo. La saga inaugurata da Rob Schmidt e Stan Winston nel 2003 con l’ottimo “Wrong Turn” e proseguita con l’altrettanto riuscito (e divertentissimo, almeno per il sottoscritto) “Wrong Turn 2-Senza Via D’Uscita” di Joe Lynch giunge al terzo capitolo, nuovamente per il mercato home-video. Scelta distributiva azzeccata se non doverosa, perché il film del signor Declan O’Brien, seppur guardabile (soprattutto in compagnia e con molta birra in corpo), si rivela immediatamente come l’episodio più debole dell’intera trilogia. I mezzi a disposizione sono stati ridimensionati e non poco, spiegando sia la presenza di quasi solo un mutante (una vecchia conoscenza, peraltro) per tutto il film, sia l’utilizzo di una fastidiosa ed inadeguata CGI per alcuni degli effetti gore presenti nella pellicola. Lo stesso make-up del mutante boschivo appare meno credibile e più gommoso di quanto dovrebbe, rappresentando due passi indietro rispetto a quanto fatto nel capostipite (che vantava la migliore caratterizzazione dei boogeymen della saga) ed un passo indietro anche nei confronti dell’immediato predecessore. Il film si lascia guardare, a tratti fa sorridere e il festival della trippa è garantito anche a questo giro, ma quello che lascia a desiderare è la messa in scena spesso e volentieri approssimativa e frettolosa, come se il tutto fosse stato imbastito senza il giusto tempo a disposizione e la cura necessaria. La stessa sceneggiatura, che sembrerebbe intenzionata ad inserire qualcosa di “nuovo ed originale” (notare le virgolette), si rivela debole e superficiale: simpatica l’idea di un prologo con tanto di mattanza che forma una sorta di cortometraggio di collegamento fra il secondo ed il terzo film, che vede come protagonisti i classici personaggi medio-dementi dello slasher statunitense onde toglierli immediatamente di mezzo e lasciar spazio ad un gruppo di protagonisti tutto sommato meno utilizzati. Al centro della vicenda, e similarmente a quanto fatto nel pesantissimo (nel senso di noioso) “House of Blood” di Olaf Ittenbach, troviamo un gruppo di carcerati ed i loro carcerieri: anche questa idea non nuovissima, ma di questi tempi e in questo sotto-filone dovrebbe essere tutto grasso che cola. Tuttavia spiace constatare che il gioco “cattivo-più cattivo-cattivissimo” che vorrebbe lo sceneggiatore Connor James Delaney si accartoccia velocemente su sé stesso: tutti vogliono fregare tutti e si cade in fretta nella ripetitività. Non aiutano le psicologie tagliate con l’accetta, fra poliziotti fin troppo buoni ed ingenui, la ragazza che parte come vittima designata e poi pian piano tira fuori gli attributi ed il carcerato cattivissimo senza scrupoli, pronto a sacrificare chiunque per portare a casa la pellaccia. Tentando di evitare i classici clichées legati ai teen-ager all’interno degli slasher, Connor James Delaney si è imbattuto in un altro genere di topoi, che se non altro si vedono comunque di meno all’interno del nostro genere preferito. Al di là di questi difetti a livello di scrittura, “Wrong Turn 3” porta sugli schermi una vicenda scorrevole (eccetto un rallentamento di ritmo a tre quarti della pellicola) e a tratti divertente, che vede il suo maggior punto di forza nelle varie uccisioni. Fanno sorridere quelle due-tre trappole che rappresentano una novità all’interno della saga, ma in generale il comparto gore si rivela fantasioso e difficilmente deluderà gli amanti del sangue a tutti i costi. Peccato solo per l’utilizzo fin troppo invasivo della CGI a minare la credibilità delle uccisioni, ma ce n’è per tutti i gusti: gente tagliata a pezzetti, frecce che trapassano teste (e seni!!!), crani divelti e ganci da macellaio un po’ ovunque sono all’ordine del giorno. Regia e fotografia non offrono spunti particolarmente interessanti, limitandosi a portare a casa un lavoro di routine, senza infamia e senza lode, mentre la prova del cast si attesta sui livelli medi delle produzioni del genere: solo Tamer Hassan, nei panni del cattivissimo Chavez, sembra impegnarsi un po’ più degli altri a fare il bastardo della situazione. Nel complesso “Wrong Turn 3” è un film che raggiunge la sufficienza, ideale per chi si è affezionato alla saga dei mutanti deformi o per passare una serata in compagnia di amici fidati ma, sia per una certa superficialità nella messa in scena, sia per una sceneggiatura tutt’altro che a prova di bomba (ah, gli eufemismi), rimane comunque il punto debole della trilogia.

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