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Nico Parente
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In una galassia lontana la vita è resa possibile dalle radiazioni, mentre qualcuno è costretto a vivere nelle tenebre e al freddo. Gli abitanti del pianeta hanno debellato negli anni tutte le malattie e vivono nel culto del benessere e della ginnastica; su incarico del re, l’astronave “Dolcezza Extrema” si avventura nello spazio per recuperare della droga sintetica, ma a bordo del mezzo scoppia un ammutinamento destinato a cambiare le sorti della galassia.
Alberto Genovese torna dietro la macchina da presa per dirigere una piccola opera avanguardista dal titolo ‘Dolcezza Extrema’ (2015). Il regista milanese, già autore de ‘L’invasione degli astronazi’ (2009), torna con un film d’animazione che vede la partecipazione di Marco Antonio Andolfi (La croce dalle sette pietre). In questa piccola opera sperimentale Andolfi riveste il ruolo di Re Grigorio XII, sovrano di una popolazione che vive su un pianeta in una galassia lontana. La prova di Genovese è certamente matura, in quanto per l’occasione il regista opera prettamente in una dimensione digitale
dove i protagonisti sono dei sock monster, ovvero pupazzi di pezza. Andolfi presta invece esclusivamente il suo volto per quella che viene definita ‘un’immagine olografica’. Dolcezza Extrema si presenta come un lavoro visivamente ottimo, che rimane assolutamente impresso, per via dei colori e delle tinte acide utilizzate, nello spettatore. Chi osserva il lavoro di Genovese vive un viaggio in una dimensione fantasy dalle atmosfere allucinogene. Purtroppo gli elogi si riducono drasticamente per quanto concerne la sceneggiatura, a cura di Massimo Vavassori, che priva di una narrazione continua i dialoghi e le sequenze. Certamente, le intenzioni in fase di produzione sono ben chiare: si mira più a un impatto visivo, lasciando spazio alla fantasia dello spettatore, che non a una narrazione vera e propria caratterizzata da intensi dialoghi. Ma una più articolata descrizione narrativa avrebbe significato un valore aggiunto. Dolcezza Extrema, come da genere, denuncia e critica fortemente la società: non mancano infatti gli attacchi alla classe politica, ai mass-media e al potere dello schermo, così come non viene meno quello stile prettamente scorretto che caratterizzava quei lavori del passato ai quali non mancano i rimandi.
Il ritorno alla fantascienza artigianale e minimale di una volta si espleta attraverso gli assurdi e grotteschi personaggi protagonisti che non mancano di un linguaggio sporco, con costanti riferimenti alla sessualità più spinta e compiono azioni violente.
‘Dolcezza Extrema’ nel complesso diverte, si lascia guardare e contiene anche delle vere e proprie sequenze degne di nota. Forse, per i più addentrati nel genere, un vero e proprio gioiellino di casa nostra davvero ben realizzato e che si distingue in un panorama abbastanza saturo di proposte convenzionali. Gli intermezzi di musica rock non guastano e si amalgamano bene all’interno degli 82 minuti di durata, forse un po’troppi per una simile produzione.