Final Destination 2 backdrop
Final Destination 2 poster

FINAL DESTINATION 2

2003 US
January 31, 2003

When Kimberly has a violent premonition of a highway pileup she blocks the freeway, keeping a few others meant to die, safe...Or are they? The survivors mysteriously start dying and it's up to Kimberly to stop it before she's next.

Directors

David R. Ellis

Cast

Ali Larter, A. J. Cook, Michael Landes, David Paetkau, James Kirk, Lynda Boyd, Keegan Connor Tracy, Jonathan Cherry, Terrence 'T.C.' Carson, Justina Machado
Horror Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

MR

Marco Ruggeri

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E’ passato un anno esatto dall’incidente del volo 180 diretto a Parigi, e ancora si discute sulla misteriosa storia del gruppo di studenti che, sceso all’ultimo momento dall’aereo in seguito alla premonizione di uno di loro, è stato poi decimato da una serie di incidenti talmente bizzarri e inspiegabili da chiamare in causa addirittura l’intervento di una forza soprannaturale come quella della Morte. Proprio il giorno dell’anniversario del disastro aereo, Kimberly ed alcuni suoi amici partono per le vacanze, ma poco dopo la partenza la ragazza ha una visione inquietante: tra poco saranno coinvolti in un incidente stradale nel quale perderanno la vita. Decide allora di fermarsi, impedendo anche alle macchine alle sue spalle di prendere parte alla catena mortale di tamponamenti che in pochi minuti si scatena davanti ai loro occhi. Le persone salvate da Kimberly si renderanno conto poco a poco di essere finiti anche loro nella lista della Morte, decisa a prendere ugualmente le loro vite, e tra lo scetticismo e la paura cercheranno di trovare un modo per salvarsi la vita, ricorrendo all’aiuto dell’unica superstite del gruppo di studenti del volo 180, Clear Rivers… Una delle regole del cinema moderno, tanto affezionato a bissare i successi al botteghino degli anni precedenti con sequel più o meno attesi dal pubblico, insegna che tali pellicole non raggiungono quasi mai la qualità dei film che li hanno preceduti, perdendosi in atmosfere e situazioni già vissute, e snaturando il concept che faceva da solida impalcatura al film originale. Il caso vuole invece che “Final Destination 2”, almeno sulla carta un cavallo su cui non puntare affatto, si riveli degno del suo predecessore e, cosa di certo inattesa, addirittura superiore ad esso sotto molti punti di vista. Nonostante il pericolo di ripetersi sia, per una pellicola con una trama di fondo così definita e ingombrante (incentrata sulla Morte che inevitabilmente vuole con sé le anime che gli spettano, al punto di sbizzarrirsi in ogni modo per averle), il film di David R. Ellis, riesce a coinvolgere lo spettatore e a lasciarlo incollato alla poltrona con il fiato sospeso per tutta la sua durata. Innanzitutto appare subito evidente il tentativo di indirizzarsi verso un pubblico più maturo rispetto al film precedente, risparmiandoci finalmente le disavventure di un gruppo di ragazzini stupidi e viziati, preferendo inserire nella lista della Morte una madre con suo figlio, un poliziotto, una donna in carriera con la puzza sotto il naso, un motociclista scettico e cinico, un ragazzo povero che ha appena vinto la lotteria, un tossicodipendente pasticcione e goffo. Insomma una serie di personaggi che, per quanto anch’essi abbastanza stereotipati, ci permettono comunque di respirare situazioni diverse da quelle che i teenager-horror movies continuano a proporci con insistenza (non a caso quelli che sembrano all’inizio i soliti irritanti protagonisti volano via dopo pochi minuti travolti da un camion!). Altro punto forte è la scelta di una trama che, per quanto legata ai meccanismi narrativi al film precedente, risulta ben studiata e intrecciata con intelligenza agli episodi del primo film, regalando anche qualche piacevole momento in cui usare la materia grigia per cercare una spiegazione a quello che sta accadendo sullo schermo: un lusso di cui tenere conto, abituati come siamo ad un mare di film usa e getta, tutti azione e poco cervello. Ma anche l’azione, in questo “Final Destination 2”, non manca affatto: le scene in cui la Morte torna a prendere ciò che gli spetta, per quanto leggermente (e volutamente) forzate, sono realizzate in maniera tale da angosciare lo spettatore nella trepidante attesa di scoprire come e quando la Nera Signora si deciderà a colpire. Ognuna di queste sequenze meriterebbe di essere menzionata per il suo ritmo, la sua originalità, la sua beffarda coerenza e il modo macabramente ironico in cui è stata realizzata. E se anche tutte le note positive di cui abbiamo parlato fino ad ora non esistessero (o non avessero ragione di esistere), “Final Destination 2” meriterebbe ugualmente il premio di Miglior Film Horror dell’Estate 2003 per due ottimi motivi. Innanzitutto perché, per la prima volta negli ultimi anni, i realizzatori di un film destinato al grande pubblico hanno deciso di andare giù pesanti con le scene crude, (fregandosene della censura e della minaccia di eventuali tagli), regalandoci alcune sequenze splatter, sanguinanti e cruente come non se ne vedevano da tempo (non siamo ai livelli di Peter Jackson, ma per un film di questo tipo si raggiungono quasi i massimi storici!). E ancora di più perché la pellicola ci regala una sequenza destinata a restare nel cuore degli spettatori per molto, moltissimo tempo: la spettacolare scena dell’incidente stradale a inizio film. E’ impossibile non rimanere pietrificati di fronte alla catastrofe che avviene sotto i nostri occhi, sembra davvero di essere in mezzo al contorcersi scomposto delle lamiere, guidati da alcune tra le più belle riprese di incidenti automobilistici di sempre: reali, violente, disperate. Un incubo che ci colpisce come un martello nello stomaco perché è un incubo possibile e concreto, nel quale abbiamo tutti paura di svegliarci. Se si perdona al regista la piccola caduta di stile nella sequenza finale (in particolare l’ultima inquadratura è veramente ridicola, per niente in sintonia con il tono teso e sincopato del film), possiamo affermare con certezza che “Final Destination 2”, pur non essendo una pellicola immortale da accostare a capolavori horror di ben altro spessore, colpisce il bersaglio su quasi tutti i fronti, incollandoci allo schermo come poche pellicole in questi ultimi mesi sono riuscite a fare.

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