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La horda poster

LA HORDA

La Horde

2010 FR
febrero 10, 2010

Un grupo de policías corruptos asaltan un edificio en ruinas situado en un empobrecido suburbio de París, decididos a vengar salvajemente la muerte de uno de ellos, asesinado por la despiadada banda criminal escondida en lo alto de un oscuro laberinto que se convertirá en una trampa mortal cuando los vivos, inesperadamente convertidos en muertos por una misteriosa plaga, comiencen a devorar el mundo.

Directores

Yannick Dahan, Benjamin Rocher

Reparto

Claude Perron, Jean-Pierre Martins, Ériq Ebouaney, Aurélien Recoing, Doudou Masta, Antoine Oppenheim, Jo Prestia, Yves Pignot, Adam Pengsawang, Sébastien Peres
Terror Acción Suspense
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Dopo il ritrovamento del cadavere di un poliziotto, i suoi colleghi decidono di farsi giustizia e irrompono, coperti da un passamontagna e armati fino ai denti, in un palazzo situato nelle banlieu parigine. La retata però va male e il gruppetto di poliziotti è immediatamente fatto prigioniero dalla banda di Marco D. Ma nel frattempo Parigi sembra essere stata messa sotto attacco: fumo e fiamme si ergono all’orizzonte e inspiegabilmente i morti cominciano a tornare in vita. Ora i poliziotti vendicatori e i malavitosi sono costretti a unirsi contro una minaccia comune che giunge dall’aldilà! Qualche tempo fa, parlando di “Survival of the Dead” di Romero ne lodavo l’originalità bacchettando invece la marea di cloni che di anno in anno da ogni dove sorgono dalle loro tombe scimmiottando i sottotesti politici del Maestro e annettendo “of the Dead” in coda al titolo. Ecco, è arrivato il momento di fare l’inevitabile eccezione all’assioma allora postulato e la spinta arriva dalla Francia con “The Horde”. Lo zombie-movie del duo di esordienti Yannich Dahan e Benjamin Rocher è l’antitesi dell’originalità, ci presenta una situazione già vista altrove (ha molto del brutto “City of the Dead”, ma si percepiscono anche il nostrano “Demoni” e l’iberico “Rec”) e personaggi abbastanza standardizzati, l’azione ha il sopravvento sulla suspense e bla, bla, bla è disimpegno da godersi a cervello spento, come si suol dire. Ma allora perché “The Horde” è un film assolutamente impedibile? “The Horde” è la genuinità dell’horror su celluloide, è il divertimento, il coinvolgimento emotivo, è lo spettacolo puro per amanti dello splatter e dell’ultraviolenza fumettistica. “The Horde” ti entra dentro fin dalla prima scena e non ti molla finché non scorrono i titoli di coda. Seppur l’originalità non sia il punto forte del film di Dahan e Rocher, come su accennato, non abbiamo neanche reali tentativi di scopiazzature, citazioni, omaggi: “The Horde” va da subito per la sua strada e ci mette solo una manciata di minuti per giungere al sodo. L’approccio iniziale è vicino al polar francese di scuola moderna, un poliziesco, dunque, che promette scontri a fuoco e adrenalina hard boiled. Anche la location e il contesto situazionale fanno tanto nuovo cinema francese, con le banlieu come dimora del crimine, tanta degradazione e la legge del più forte a far da padrone. Dopo pochi minuti, neanche il tempo di presentarci a dovere tutti i personaggi, irrompe l’insolito che stavolta ha le sembianze dei morti viventi. I cari zombi incazzati e cancrenosi che appaiono così lontani alla tradizione cinematografica francese, se non fosse per qualche incursione rolliniana a cavallo a tra gli anni ’70 e ’80. Il passaggio repentino e inaspettato dal polar d’azione all’horror splatter è gestito con molta naturalezza, gettando lo spettatore in mezzo agli eventi senza fornirgli alcun tipo di spiegazione: il punto di vista spettatoriale è lo stesso dei personaggi e ciò che accade è un mistero, per giunta pressoché in tempo reale. Solo dei fumi provenienti dall’orizzonte parigino possono farci presupporre che l’epidemia abbia preso piede dalla capitale, ma stavolta esperimenti governativi, maledizioni voodoo, meteoriti e fumi tossici sono un tutto e un nulla in una situazione che concentra l’unico interesse sulla sopravvivenza di un gruppetto di ideali opposti destinati alla collaborazione. E noi tutti sappiamo come sia difficile in un film horror mantenere lo spirito di squadra e collaborare, figuriamoci poi se ci sono in gioco due fazioni rivali come criminali e poliziotti rancorosi! I personaggi sulla scena per lo più seguono le regole che il cinema di genere ci ha insegnato, dunque non manca il buono pronto a sacrificarsi per il bene del gruppo e il bastardo che messo alle strette è pronto a tradire. Ma in mezzo ai luoghi comuni si ergono anche caratteri originali come il vecchietto folle armato di mitragliatrice, stupratore di zombesse e pronto a sniffare cocaina, oppure la poliziotta mascolina dal comportamento imprevedibile. Imprevedibile è comunque l’aggettivo che ben si adatta all’iter dei vari personaggi, a volte indecifrabili riguardo i loro intenti e in generale difficilmente collocabili in un ideale pronostico sul “chi si salverà”. “The Horde” è disseminato di scene cult: dall’aggressione del primo zombi incappucciato al combattimento in cucina, dal tentativo di stupro ai danni della morta vivente al lungo tentativo di sopravvivenza sul tetto dell’automobile nel garage, passando praticamente per ogni scena che vede protagonista il vecchio folle interpretato da Yves Pignot. Da segnalare il livello di violenza bruta – con scontri a fuoco e combattimenti corpo a corpo – particolarmente alto e un’abbondante pioggia di emoglobina che bagna i personaggi fin da principio. Con “The Horde” ci troviamo a che fare con un film dannatamente divertente, ricco di ritmo e trovate da antologia; titolo d’obbligo in una ideale top 5 dei migliori zombi-movie di nuovo millennio. Viva la France!

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