MC
Marco Castellini
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Un dottore infonde la vita in un essere da lui creato con parti di cadaveri trafugati dai cimiteri e da sale mediche. L’essere non è però riconoscente al suo creatore e comincia a ribellarsi a lui arrivando ad uccidergli la moglie. La storia è sempre la solita anche se questa versione cinematografica è la più aderente al racconto originale. Il film, come il precedente “Dracula di Bram Stoker”, è prodotto da Francis Ford Coppola ma questa volta la regia è affidata a Kenneth Branagh che è anche l’interprete protagonista del dottor Frankestein; anche Robert De Niro partecipa al film interpretando addirittura la parte del “mostro”. Date queste premesse il film doveva essere un successo di pubblico e critica (come era avvenuto per il “Dracula” di Coppola), ma non fu così: la pellicola all’uscita collezionò più critiche negative che positive, risultando un mezzo flop al botteghino. I motivi del parziale insuccesso possono essere diversi: dal minor fascino del personaggio (da sempre il mito di Frankenstein ha meno presa sull’immaginario collettivo rispetto al “fascinoso” Conte Dracula) al ritmo lento e all’eccessiva lunghezza del film. Ma a conti fatti questo “Frankenstein di Mary Shelley” risulta essere comunque un discreto horror, impreziosito dalle ottime interpretazioni del cast ed alcune sequenze prettamente orrorifiche (corpi mutilati, arti ed organi ricuciti…) piuttosto rare nelle produzioni Hollywoodiane.