Frozen backdrop
Frozen poster

FROZEN

2010 US
février 5, 2010

Trois skieurs sont bloqués sur un télésiège...

Réalisateurs

Adam Green

Distribution

Emma Bell, Shawn Ashmore, Kevin Zegers, Ed Ackerman, Rileah Vanderbilt, Kane Hodder, Adam Johnson, Chris York, Peder Melhuse, Joe Lynch
Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

skull skull skull skull empty skull
È una domenica di svago per Dan, Joe e Parker, tre amici che decidono di passare il fine weekend in montagna a sciare. Desiderosi di un’ultima emozionate discesa notturna, i tre chiedono al guarda pista il far fare loro un ultimo viaggio in funivia per raggiungere la cima. L’uomo accetta, ma un imprevisto lo costringe ad allontanarsi dalla sua postazione lasciando il compito di chiudere la funivia a un suo collega. Un disguido però porta il sostituto a bloccare la funivia prima che i tre amici abbiano raggiunto la vetta. Per Dan, Parker e Joe si prospetta una situazione da incubo: sospesi a quindici metri di altezza, al gelo e con la consapevolezza che la stazione sciistica non riaprirà prima del venerdì successivo! “Frozen” non è un film dell’orrore nel senso canonico del genere, ma riesce ad incutere inquietudine e angoscia più di qualunque torture porn o di gran parte di film con fantasmi e mostri vari. Come spesso accade con questi thriller drammatici e minimalisti (unica location e pochissimi attori in scena), si tratta di un’esperienza piuttosto che della semplice visione disimpegnata di un film e “Frozen” riesce a raggiunge vette così alte nel trasporto emotivo dello spettatore da poter essere considerato uno dei film più spaventosi degli ultimi tempi. In cabina di regia siede l’insospettabile Adam Green, giovane e talentuoso filmaker che passa con assoluta nonchalance dallo slasher splatter “Hatchet” a questo thriller ad alta quota per rituffarsi subito dopo nello splatter con “Hatchet 2”. Green è senza dubbio un tizio da tenere d’occhio perché se con “Hatchet” ha confezionato uno scanzonato e riuscito omaggio a “Venerdì 13” ed epigoni senza prendersi minimamente sul serio, con “Frozen” sangue e demenzialità sono messi da parte e si punta direttamente ai nervi dello spettatore. Ciò che accade ai protagonisti di questo film è terribile e gli effetti del congelamento sul corpo umano sono mostrati in modo realistico e doloroso: la pelle si inaridisce e si screpola, poi il freddo la brucia fino a farla venir via. La carne è martoriata dal ghiaccio e da altri fattori che assumono la forma di famelici lupi, taglienti cavi e allucinati cadute nel vuoto. Il disagio dei protagonisti arriva a coincidere con il disagio degli spettatori e non è tanto la pelle che si stacca, le ossa che si rompono o le interiora sparse sulla neve a trascinare noi e loro nell’incubo, ma piuttosto la tensione psicologica che viene a crearsi. Green, che scrive oltre a dirigere, riesce a creare picchi di tensione psicologica notevoli e questo accade anche grazie alle ottime performance degli attori. Joe (Shawn Ashmore di “X-men”), Dan (Kevin Zegers di “L’alba dei morti viventi”) e Parker (Emma Bell di “The Walking Dead”) si rendono perfettamente conto di quello che aspetta loro, sanno che se non sarà il freddo ad ucciderli ci penseranno i lupi o altre bestie della montagna. Immancabilmente si vengono a creare anche dissidi interni al piccolo gruppo, le antipatie tra Joe e Parker vengono a galla malgrado i precedenti tentativi del ragazzo di mascherarle per non far torto al suo amico Dan, fidanzato con Parker. Le dinamiche interattive fra i tre ragazzi sono realistiche e per una volta tanto non si scade ne nello stereotipo ne nell’irritante irrealtà del comportamento di gran parte dei giovani protagonisti dei film di genere. A tutto ciò uniamo dei dialoghi intelligenti e ben scritti nei quali i personaggi passano dall’esuberanza di una giornata goliardica fino ad arrivare a poco a poco a mostrare la loro fragilità ed umanità. Tra le scene più memorabili di “Frozen” vale la pena citare l’attacco dei lupi e il tentativo di fuga tramite cavi, anche se la scena che probabilmente descrive meglio il senso di vulnerabilità dei tre protagonisti è quella in cui Parker/Emma Bell è costretta ad urinare sul seggiolino mentre attorno a se tutto dorme. La scena mostra l’annullamento della persona, l’annichilimento di una ragazza che tra le lacrime è costretta a quella che per lei è l’umiliazione peggiore, creando in poco più di un minuto un perfetto riassunto dell’assurda alienazione che la situazione sta creando nei personaggi. Insomma, tensione sempre alta malgrado la “staticità” forzata, bella sceneggiatura e dialoghi sagaci, bravi attori (su cui primeggia Shawn Ashmore), scene di dolore fisico e psicologico realmente memorabili e in un cammeo compare anche Kane “Jason Voorhees” Hodder. Cosa chiedere di più? E poi è proprio il caso di dirlo: “Frozen” è un film agghiacciante!

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