Planet Terror backdrop
Planet Terror poster

PLANET TERROR

2007 US
abril 6, 2007

Mientras los afectados por un extraño virus se convierten en un ejército de agresores enloquecidos, Cherry, una bailarina de striptease lisiada, y su ex-novio Wray dirigen un espontáneo equipo de guerreros, adentrándose en la noche hacia un destino que dejará millones de afectados, infinidad de muertos y unos cuantos afortunados supervivientes que lucharán por encontrar el último rincón seguro en el mundo.

Reparto

Rose McGowan, Freddy Rodríguez, Marley Shelton, Josh Brolin, Jeff Fahey, Michael Biehn, Bruce Willis, Rebel Rodriguez, Naveen Andrews, Julio Oscar Mechoso
Horror Azione Thriller
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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In una polverosa cittadina texana viene liberato nell’aria il DC2, un agente biochimico utilizzato dal governo americano come arma di sterminio di massa. Il venefico gas comincia a contagiare gli abitanti della città trasformandoli in pustolosi appestati desiderosi di cervello e carne umana. Cherry, una ballerina di lap-dance rimasta priva della gamba destra a causa di un’aggressione degli appestati, insieme al suo ex-ragazzo Wray, si troveranno a combattere la minaccia che invade la città, unendosi poi ad un gruppo di sopravvissuti in cerca di una via di fuga. GRINDHOUSE. Il suggestivo nome evoca il rumore stridente che producevo le macchine per la proiezione delle pellicole, le Grindhouse erano delle squallide salette di periferia che a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 affollavano i vicoli delle città americane; pagando un solo biglietto si poteva assistere ad un double feature, ovvero un doppio spettacolo, e protagonisti di queste proiezioni a buon mercato erano film di serie B, che cavalcavano i più disparati generi: dagli horror agli action, dalla fantascienza all’erotico, ma si poteva scendere ancora più nel profondo e assistere a women-in-prisnon movies, spaghetti-western, bikers movies, kung-fu movies, party-on-the-beach movies e tanti altri; spesso in pessime condizioni audio e video, con pizze mancanti, audio traballante e fuori fuoco frequente. Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, entrambi cresciuti frequentando le salette Grindhouse e venerando i b-movies che in esse erano soliti essere trasmessi, hanno avuto la bella pensata di riproporre al giorno d’oggi la formula double feature di genere, dirigendo un lungometraggio ciascuno da proporre al pubblico in un unico lungo spettacolo intervallato da quattro fake trailers, ovvero anticipazioni di film del tutto fittizi, diretti da tre giovani pupilli del cinema pulp (Rob Zombie, Eli Roth, Edgar Wright; il quarto trailer è stato diretto dallo stesso Rodriguez). “Grindhouse” appare così suddiviso in due film: “Death Proof” (in Italia “A prova di morte”), diretto da Quentin Tarantino e “Planet Terror”, di Robert Rodriguez; in Europa, però, dopo il clamoroso flop al botteghino Usa, “Grindhouse” è stato brutalmente diviso in due e distribuito con due differenti uscite, snaturando così l’operazione nostalgia a cui Rodriguez e Tarantino avevano dato vita. PLANET TERROR. Un’esilissima trama che echeggia riferimenti a “Incubo sulla città contaminata” e “Il ritorno dei morti viventi” fa da pretesto ad un ipertrofico e cinetico luna park dello splatter in cui Robert Rodriguez (“Dal tramonto all’alba”; “Sin City”) da prova di aver perfettamente centrato il succo dell’operazione Grindhouse. Il ritmo indiavolato, gli ettolitri di sangue versato e le trovate da fumetto di serie B sono gli elementi portati di questo fantastico lungometraggio che non può che soddisfare ogni vero cultore del bel cinema horror-splatter che ha invaso gli schermi degli anni ’70 e ’80. Ogni fotogramma, sapientemente invecchiato in post-produzione, trasuda exploitation; ogni assurda trovata, dalla mitragliatrice al posto della gamba alla collezione di testicoli dell’ingegnere bio-chimico, è sinonimo di amore per l’eccesso e voglia di mettere in scena un’ammiccante spettacolone capace di far salire l’adrenalina allo spettatore più smaliziato. I disgustosi appestati (che nell’edizione originale erano chiamati “sickos”) sono realizzati in modo artigianale ed efficace dalla premiata ditta Berger e Nicotero e cercano in tutti i modi di replicare il look trash che avevano gli infetti di “Incubo sulla città contaminata” di Umberto Lenzi, fino a raggiungere incredibili varianti che fanno tornare alla mente le stomachevoli trasformazioni viste in “La cosa” di Carpenter. Gran parte degli effetti speciali, poi, mettono in scena smembramenti e deflagrazioni corporee così eccessive da apparire caricaturali, raggiungendo il culmine nell’incredibile sorte del vice sceriffo Tolo (interpretato da Tom Savini) e nell’irresistibile scena in cui le autovetture dei protagonisti si fanno strada investendo gli appestati, che esplodono come palloncini pieni sangue. La regia di Rodriguez è così frenetica e smaccatamente vintage da riuscire ad unire con sorprendente naturalezza il virtuosismo alla “Desperado” con il classico sperimentalismo di alcuni autori nostrani, ravvisabile in improbabili zoom e nel sapiente lavoro di montaggio. La sceneggiatura, come si diceva, è di estrema semplicità contenutistica e sottomette la storia ad un sicuro spettacolo di intrattenimento visivo, emozionale e viscerale, anche se non passa certamente inosservato lo strambo riferimento all’attuale Guerra del Golfo e ad una fantomatica morte di Bin Laden, che danno al film un pretestuoso sottotesto politico che scade incredibilmente nel delirante trash volontario. Il cast di “Planet Terror” è semplicemente perfetto! Uno stuolo di attori noti al pubblico del cinema di genere diretti al meglio e capaci di donare ad ogni personaggio un magico tocco sopra le righe che li rende naturali nei loro ruoli exploitativi. Nei ruoli principali troviamo la Rose McGowan già apparsa nel segmento tarantiniano qui nei panni di Cherry, la bella lap-dancer che indosserà un M4 al posto di una gamba, e Freddy Rodriguez (Harsh Times – I giorni dell’odio) nei panni del misterioso ed eroico Wray. In ruoli rilevanti compaiono poi Marley Shelton (Pleasentville) nei panni dell’affascinate dottoressa Dakota Block, Josh Brolin (L’uomo senza ombra) in quelli di suo marito William, Jeff Fahey (Darkman 2) nel ruolo del cuoco T.J., Michael Biehn (Terminator) nei panni di suo fratello lo sceriffo Hague. Ma ci sono ancora i volti celebri di Tom Savini (il vice sceriffo), Bruce Willis (il malvagio militare infetto), Quentin Tarantino (il militare stupratore), Michael Parks (che interpreta per la quarta volta il ruolo dello sceriffo Earl McGraw) e Carlos Gallardo (il Mariachi del primo film di Rodriguez, qui nei panni dell'agente Carlos). RODRIGUEZ TOUCH. Robert Rodriguez può essere considerato il padre effettivo dell’operazione Grindhouse, dal momento che il double feature nasce da una sua idea, poi elaborata insieme a Tarantino. In realtà la sceneggiatura di “Planet Terror” risale ai tempi in cui Rodriguez stava girando “The Faculty” (1998), e vedeva l’idea di un film di zombi che il regista voleva dirigere perché preoccupato da una futura scomparsa di un genere che lui aveva sempre apprezzato. La sceneggiatura ha poi escluso lo zombi vero e proprio in favore dell’essere infetto, dopo una conversazione tra Rodriguez e Lenzi a proposito del film “Incubo sulla città contaminata”. I rimandi allo stile e alle tematiche eccessive del regista texano sono ravvisabili, oltre nel cast e nei movimenti di macchina, nella totale cura del prodotto che fa di Rodriguez un autore a tutto tondo; infatti oltre che della regia e della sceneggiatura, l’inventore del Mariachi ha curato la fotografia, il montaggio e le musiche, queste ultime, a detta dello stesso regista, dovrebbero rievocare le colonne sonore carpenteriane e lo stesso Carpenter avrebbe dovuto partecipare alla costruzione della soudtrack (alla fine ha semplicemente ceduto il brano “The crazies come out” da “Fuga da New York”) . Inoltre, nell’edizione italiana di “Planet Terror” si può visionare in apertura il fake trailer di “Machete” (che potete guardare in coda alla recensione), il pulp con Danny Trejo (Dal tramonto all’alba) che a quanto pare sta concretizzandosi in un prodotto destinato al mercato dell’home video e diretto dallo stesso Rodriguez. Insomma, tutto appare perfetto in questo “Planet Terror”, perfetto per quasi due ore di intelligente divertimento citazionista e per un raro tuffo nel cinema di serie B anni ’80, che non mancherà di entusiasmare lo spettatore voglioso di emozioni forti. Mezza zucca in più è d’obbligo!