H backdrop
H poster

H

에이치

2002 KR
December 26, 2002

A string of brutal murders targeting pregnant women mirrors the crimes of convicted serial killer Shin Hyun, who remains behind bars. Detectives Kim Mi Yun and Kang Tae Hyun take on the case, suspecting that Shin Hyun may be manipulating the copycat killings from prison.

Directors

Lee Jong-hyeok

Cast

Yum Jung-ah, Ji Jin-hee, Cho Seung-woo, Sung Ji-ru, Kim Sun-kyung, Lee Eol, Park Yong-su, Kwon Hyeok-pung, Kim Roi-ha, Park Gil-su
Drama Thriller Mystery
HMDB

REVIEWS (1)

GG

Giuliano Giacomelli

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Un pericoloso serial killer, Shin-Hyun, si costituisce alla polizia dichiarando di essere stato l’autore dei brutali delitti che coinvolgevano giovani donne alle prese con la maternità. Ora è in carcere che attende la condanna a morte, ma i brutali delitti non sono ancora cessati, infatti un folle assassino seriale continua ad uccidere utilizzando la stessa tecnica e lo stesso stile di Shin-Hyun. Risolvere il caso, affidato agli agenti della omicidi Kin Mi Yun e Kang Tae Hyun, sarà più difficile del previsto. Per la serie “in oriente i film non sono tutti uguali” esce nel 2002 in Corea del Sud “H”, interessante thriller che purtroppo non ha ricevuto, almeno nel nostro Paese, il successo che avrebbe senz’altro meritato. Uscito infatti in sordina per il solo mercato dell’home video, “H” risulta essere un efficace e coinvolgente thriller che si ispira, nello stile e nella forma, ai vari thriller di stampo americano ma che non abbandona caratteristiche del tutto nipponiche quali le malsane atmosfere di violenza metropolitana. Il film, diretto da Jong-hyuk-Lee, si eleva di molto al di sopra della media dei classici prodotti provenienti dall’oriente poiché utilizza in modo piuttosto avvincente una storia intrigante che, seppur a tratti può rimandare a dei thriller occidentali ben più celebri, uno su tutti “Il silenzio degli innocenti” (il poliziotto che interroga il pericoloso detenuto per ottenere notizie sul serial killer ), può risultare a tratti anche abbastanza innovativa ed originale. Ma non è solo il plot a fare di “H” un film particolarmente avvincente poiché è riscontrabile anche una notevole cura per l’aspetto tecnico soprattutto per quel che riguarda la fotografia (particolarmente curata) e le scenografie studiate sotto ogni minimo particolare (particolar cura viene data ai luoghi del delitto). Anche i personaggi, dal punto di vista caratteriale hanno ricevuto un notevole studio e un particolare delineamento; su tutti i due agenti protagonisti che, seppur possono cadere per certi aspetti nello stereotipo (lui poliziotto in gamba ed estroverso, lei agente che mette il lavoro innanzi a tutto ma di poche parole a causa di un trauma subito sul lavoro anni primi che l’ha portata a perdere un collega molto caro) risultano comunque particolarmente curati e non certo bidimensionali. Ma i veri punti di forza della pellicola sono riscontrabili nel magnifico ed innovativo giochetto che viene costruito attorno al titolo e, ciliegina sulla torta, dalle crude e macabre scene gore ottimamente rappresentate e che, anche se gli omicidi avvengono quasi sempre fuori campo e lo spettatore in poche occasioni farà da testimone ai brutali omicidi, riescono comunque a risultare particolarmente disturbanti (da citare i ritrovamenti dei primi due cadaveri: il primo una donna con il rispettivo figlio asportato via dal grembo materno e gettato in discarica; e il secondo che coinvolge una donna incinta a cui viene squarciato il ventre). Ovviamente si può riscontare anche qualche macchietta nera sulla pellicola; tra queste è da segnalare un ritmo un po’ troppo pacato nella parte centrale del film (ma tale lentezza non è affatto sinonimo di noia poiché il ritmo lento è chiaramente voluto) e dal susseguirsi di troppi colpi di scena sul finale che rendono la vicenda un po’ complessa e dunque, per captare a fondo ogni singolo passaggio, sarebbe necessario sottoporsi ad una seconda visone. In conclusione questo “H” è un thriller di stampo Coreano (e a quanto pare in Corea ci sanno davvero fare, basti ripensare a quel piccolo gioiello che è “Old Boy”) molto efficace, capace di coinvolgere e non deludere sia gli amanti del thriller che gli amanti dell’horror grazie alla messa in scena di omicidi particolarmente realistici e disturbanti. Merita indubbiamente almeno una visone.