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Alessio Gradogna
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Questa volta Corman triplica. Non un solo racconto di Poe preso come spunto per la trasposizione filmica, ma addirittura 3, peraltro come sempre liberi e tutt'altro che fedeli alla materia letteraria.
Dunque un film diviso in tre parti, di disuguale efficacia. La prima, Morella, con Vincent Price, con aggiunge granchè alle tematiche cormaniane già viste ne I vivi e i morti, una storia di resurrezioni e di mistero che si risolve in un grande incendio purificatore. Senza infamia e senza lode, così come nella terza parte, “The Facts in the Case of Mr. Valdemar”, materia che anni dopo riprenderà anche George Romero in “Due Occhi Diabolici”, rappresentazione comunque inferiore rispetto al racconto di Poe e che resta impressa soprattutto per la trasformazione finale in melma in putrefazione che squaglia il volto di Price.
Di ben altro fascino è invece la parte centrale, The Black Cat, un classico di Poe ben trasposto e guidato dalla mitica e formidabile coppia Price / Peter Lorre (perfetto nella parte dell'alcolizzato), che si esibisce in duelli dialettici magnifici e che ipnotizza per il magnetismo dei due protagonisti, non per niente icone immortali del cinema horror.