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EL MEJOR AMIGO DEL HOMBRE

Man's Best Friend

1993 US
noviembre 19, 1993

Un perro mutado genéticamente se escapa del laboratorio del Dr. Jarret. Lori Tanner se lo encuentra y decide acogerlo en su casa, pero pronto se dará cuenta de que el cariñoso y protector animal es un asesino en potencia.

Directores

John Lafia

Reparto

Ally Sheedy, Lance Henriksen, Robert Costanzo, Fredric Lehne, John Cassini, J.D. Daniels, William Sanderson, Trula M. Marcus, Robin Frates, Rick Barker
Terror Comedia Suspense Ciencia ficción
HMDB

RESEÑAS (1)

MR

Marco Ruggeri

Una coppia di audaci giornaliste si introduce nei laboratori della E-Max, una ditta che conduce esperimenti genetici sugli animali, nel tentativo di realizzare un servizio di denuncia sulle torture inflitte alle povere bestie. Non tutto però va per il verso giusto e si ritrovano a scappare, portandosi dietro un cane gigantesco e dall’aspetto docile, che in realtà non è altro che il risultato di un futuristico esperimento genetico. Il cane ha in sé le capacità speciali di altri animali, che lo rendono un vero e proprio super-cane da un milione di dollari. Le giornaliste non sanno però che la bestia è mentalmente instabile, una macchina assassina pronta ad esplodere da un momento all’altro. La trama di questo film di John Lafia (già regista di “Bambola Assassina 2”) non punta certo all’originalità, sfruttando una serie di clichés cinematografici e narrativi già abusati all’infinito. Alcune idee sembrano interessanti, le molteplici capacità del cane sembrano promettere una buona dose di intrattenimento, anche se la loro manifestazione concreta non riesce minimamente a spaventare: guardare il cane che sfrutta la capacità del camaleonte e sbuca dal nulla all’interno di una stanza buia, o che si arrampica come un giaguaro sull’albero per mangiarsi un gatto fa più sorridere che altro. Il film regala inoltre molto poco dal punto di vista “splatter”, aspetto che probabilmente avrebbe potuto aumentare l’interesse per una pellicola già di per sé troppo scarna di tensione emotiva. La recitazione mediocre degli attori (eccezione fatta per il buon vecchio Lance Henriksen, che merita la sufficienza soltanto per il nome che porta) e le carenze a livello di sceneggiatura regalano in definitiva un film piatto, noioso, a tratti forzatamente e fastidiosamente comico, che non aggiunge niente a quanto abbiamo già visto al cinema almeno un migliaio di volte. Non bruttissimo, ma praticamente inutile.

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