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PARANORMAL ACTIVITY: LOS SEÑALADOS

Paranormal Activity: The Marked Ones

2014 US
enero 1, 2014

'Spin-off' de la saga Paranormal Activity. Después de ser "señalado", Jesse (Andrew Jacobs, Angel of Death) empieza a ser perseguido por fuerzas misteriosas que harán de su vida un infierno. Su familia hará todo lo posible por salvarle, aunque eso no les va a resultar nada sencillo. Así, comenzará una dura lucha entre el bien y el mal, en la que no queda claro quién acabará venciendo a quien.

Directores

Christopher Landon

Reparto

Andrew Jacobs, Jorge Diaz, Gabrielle Walsh, Renée Victor, Carlos Pratts, Noemi Gonzalez, David Saucedo, Gloria Sandoval, Katie Featherston, Micah Sloat
Terror Suspense
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Nel complesso residenziale in cui vive Jesse accadono strane cose legate ad Anna, la misteriosa inquilina del seminterrato che tutti considerano una strega. Quando Anna viene rinvenuta morta assassinata e il responsabile sembra essere il giovane Oscar, Jesse e il suo amico Hector cominciano a incuriosirsi agli eventi. Una notte i due si intrufolano nell’appartamento di Anna e trovano strani oggetti rituali e anche foto di Jesse. Il mattino dopo, il ragazzo ha uno strano segno sul braccio, una sorta di morso, e ha sviluppato delle capacità fuori dal normale che gli conferiscono una forza sovrumana e la possibilità di abolire la legge di gravità. Ma ovviamente queste facoltà hanno il loro prezzo… Se nel 2007 avessero detto a Oren Peli che il suo “filmetto”, che all’epoca circolava per i campus universitari, sarebbe stato uno dei film più redditizi della storia del cinema contemporaneo e avrebbe dato vita a una lunga saga di culto, probabilmente quel giovanotto che di mestiere faceva il progettista per videogames si sarebbe fatto una risata. Eppure quel successo, che la leggenda attribuisce alle fobie cinematografiche di Steven Spielberg, è arrivato davvero e “Paranormal Activity” è diventato il film horror più visto, imitato, parodiato, amato-odiato, della recente storia filmica, generando ben tre sequel – ad oggi, ma un “Paranormal Activity 5” è in produzione –, uno spin-off spurio dal titolo “Tokyo Nights” e uno spin-off ufficiale fortemente voluto dallo stesso Oren Peli e dal socio/produttore Jason Blum, “Il segnato”. L’idea che sta dietro “Il segnato”, che in originale si chiama “Paranormal Activity: The Marked Ones” palesando il suo collegamento alla saga, è di creare un capitolo che si estraniasse dalla story-line principale per aprire nuovi orizzonti narrativi da sfruttare nel futuro della serie e magari far confluire nella storia che abbiamo visto nei quattro film precedenti. Allo stesso tempo, Blum e Peli hanno avuto la pensata di dedicare questo capitolo alla cultura latinoamericana, visto che una fetta davvero consistente di potenziale pubblico statunitense è composto da ispanici. Il risultato è gradevole, molto spensierato, ricco d’azione e votato al “cazzeggio” in maniera ben maggiore di quanto fino ad ora si sia visto in questa saga. Innanzitutto, per la prima volta nella serie di film “Paranormal Activity” non ci sono le riprese da videocamera a circuito chiuso, non c’è la scansione numerica delle notti e non c’è un solo luogo come esplicamento delle presenze sovrannaturali. Ma non c’è neanche l’interessante svolta tecnologica di “Paranorormal Activity 4” con webcam, smartphone e kinect. Le riprese sono fornite da una semplicissima videocamera handycam HD che i protagonisti portano sempre con se, ovunque vadano, riprendendo le loro bravate e la loro quotidianità. Sotto questo punto di vista, “Il segnato” è un passo indietro sul piano dell’innovazione, si adagia su stili e linguaggi ampiamente utilizzati in passato e altrove, somigliando a un mockumentary qualsiasi. Non sembra quasi di vedere un film della saga “Paranormal Activity” e questo deriva anche dalla strada tematica intrapresa dal film, più dedita alla commedia giovanilistica e all’azione, tanto che in un primo momento sembra quasi di essere nei territori di “Project X” che ad un certo punto si contamina con “Chronicle” per la deriva quasi superoistica data dai “superpoteri” che acquisisce Jesse. C’è ritmo, molto ritmo, in “Il segnato”, abolendo completamente la ripetitività statica e l’attesa che erano caratteristica peculiare dei precedenti capitoli. Jesse ed Hector fanno cose da adolescenti americani, un po’ scemi come i media ce li hanno sempre descritti, il tutto condito con alcuni timidi richiami alla superstizione dei popoli latinoamericani che si lega in maniera pressochè perfetta con quello che conosciamo dagli altri capitoli della saga, con l’aggiunta di alcuni elementi che contribuiscono a creare un’interessante mitologia attorno al demone e al culto di chi lo venera. Come era accaduto in “Paranormal Activity 4”, anche “Il segnato” ha un taglio da teen-horror molto più cinematografico che in passato, ovvero si percepisce una ben precisa architettura che tocca le tappe classiche della narrazione cinematografica, andando così a sminuire quell’alone di realismo che questa saga inizialmente voleva creare. Ormai ogni presunzione di “verità” è andata a rotoli, c’è consapevolezza, e anche il fatto che i personaggi continuino a fare riprese anche nei momenti di pericolo, sembra quasi una scelta ben precisa che tende a sottolineare l’intento da entertainment cinematografico, abbandonando qualsiasi tentativo di giustificazione. Il mockumentary è diventato uno stile assorbito perfettamente dall’horror e dagli spettatori, non serve più preoccuparsi del perché e del percome certe immagini siano arrivate sullo schermo. C’è da dire, però, che lo spettacolo da intrattenimento puro che sta alla base di “Il segnato” va a incidere sulla riuscita più prettamente horror del prodotto. Qui ci sono giovani criminali tatuati che impugnano fucili a pompa e uzi per far saltare teste, a tratti la soglia del ridicolo è pericolosamente sfiorata e gli spaventi sono così risaputi e prevedibili da non far smuovere neanche un ciglio allo spettatore. Cioè, quello che in (quasi) tutti i “Paranormal Activity” funzionava, con quel senso di angosciante terrore dato da presenze invisibili che popolano la nostra quotidianità, è qui del tutto annullato e volutamente tralasciato per far posto al gradasso. Ci si diverte, questo è innegabile, ma di spaventi neanche l’ombra. Comunque meglio qualche etto di “buuu” a buon mercato e azione da barzelletta che le soporifere riprese della pompa per piscina di “Paranormal Activity 2” e le strambe connessioni che il regista e sceneggiatore Christopher Landon avanza nei confronti del primo capitolo aprono infiniti “worm” narrativi futuri. Se sapete stare al gioco, apprezzerete. Voto arrotondato per eccesso.

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