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Il Tunnel dell'Orrore poster

IL TUNNEL DELL'ORRORE

The Funhouse

1981 US
marzo 13, 1981

Quattro giovani si recano al Luna Park in cerca di svago ed emozioni. Dopo aver visitato vari stand, decidono di entrare nel tunnel dell'orrore che trovano abbastanza attraente al punto di decidere di passarvi la notte. Ma si trovano ad essere testimoni dell'omicidio della chiromante del Luna Park, strangolata dal mostruoso figlio dell'imbonitore in cerca di sesso facile. Scoperti, per i quattro ragazzi inizia una caccia selvaggia fra i trabocchetti del tunnel...

Registi

Tobe Hooper

Cast

Elizabeth Berridge, Cooper Huckabee, Kevin Conway, Largo Woodruff, Miles Chapin, Jeanne Austin, Jack McDermott, Shawn Carson, David Carson, Sonia Zomina
Horror
HMDB

RECENSIONI (1)

RG

Roberto Giacomelli

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Amy, malgrado il divieto dei genitori, si reca con il suo ragazzo e con altri due amici nel luna park itinerante in cui l’anno prima erano scomparsi alcuni ragazzi. Di nascosto, anche Joey, il fratellino di Amy, si reca nello stesso luna park. Durante la visita al tunnel dell’orrore, i quattro amici decidono di allontanarsi dal percorso obbligato della giostra e di nascondersi fino alla chiusura per passare la nottata all’interno del tunnel. Lì assistono accidentalmente all’omicidio di Madame Zena, la maga del luna park, ad opera di un essere mostrusoso, figlio del proprietario del tunnel. Quando l’assassino e suo padre scopriranno che ci sono testimoni faranno di tutto per eliminarli… Riuscito e originale slasher appartenente al periodo d’oro di Hooper (poi inspiegabilmente incappato in una serie di film poco memorabili e dallo scarso successo), “Il tunnel dell’orrore” è strutturato come il più classico teen-slasher, che anzi cita quasi fino alla parodia nell’introduzione in cui assistiamo, grazie all’utilizzo di una soggettiva dietro una maschera, alla ricostruzione dell’omicidio iniziale di “Halloween – La notte delle streghe”, mescolato alla celebre scena della doccia di “Psycho”; ma in questo caso, il tentativo di omicidio risulta essere un semplice scherzo che il fratellino organizza ai danni della sorella. Le intenzioni di compiacimento e destrutturazione dei luoghi comuni dell’horror appaiono chiari quindi fin dall’inizio, ma il film, con il passare dei minuti, si ritaglia una propria identità creando dei momenti davvero ben riusciti che sfruttano l’originalità della location, il luna park, scarsamente usata nei film dell’orrore, ma altamente suggestiva. Il tocco di Hooper si fa sentire, anche se ormai lontano dalla crudeltà e dal senso del disturbo con cui aveva farcito i suoi due primi film (“Non aprite quella porta” e “Quel motel vicino alla palude”), ma ancora presente soprattutto nei momenti in cui il mostro è in azione e nel suo rapporto con il sesso, che non può che farci tornare alla mente il personaggio di Leatherface (l’impacciatezza e il senso della repulsione con cui agisce il mostro nei confronti di Madame Zena e dell’amica della protagonista ricordano molto da vicino i rapporti anormali che il villain di “Non aprite quella porta” instaura con le sue vittime femminili). Inoltre, il percorso tematico di Hooper è individuabile anche nella creazione di un nuovo nucleo familiare composto da reietti e psicopatici, questa volta il mostro e suo padre giostraio, degenerazioni di una visione bigotta e zuccherosa della “famiglia tipo” nordamericana. Gli interpreti del film sono tutti piuttosto credibili e calati nei personaggi: Elizabeth Berridge, nel ruolo della protagonista e al suo esordio cinematografico, è la classica verginella destinata ad uccidere il mostro ed a salvarsi; Shawn Carson (poi intrappolato nel personaggio del ragazzino da horror dal momento che apparirà in “Il villaggio maledetto” e “Qualcosa di sinistro sta per accadere”) è il ragazzino sveglio appassionato di horror, altro personaggio tipico del cinema dell'orrore anni ’80. Il mostro è interpretato da un irriconoscibile Wayne Doba, truccato splendidamente e in modo impeccabile dal mago del make-up Rick Baker. Unica critica che si può rivolgere a questo film è la poca fantasia e lo scarso tasso di gore con cui sono stati realizzati gli omicidi. In sintesi, “Il tunnel dell’orrore” risulta un ottimo slasher anni ’80 ed uno dei punti forti della filmografia di Hooper, caratterizzato da un’ambientazione suggestiva, da effetti di make-up eccellenti e da un piacevole senso parodistico. Da evitare l’edizione che viene trasmessa in tv, caratterizzata da innumerevoli tagli.

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