Liver backdrop
Liver poster

LIVER

2007 IT

REVIEWS (1)

AP

Antonluigi Pecchia aka Pax

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Il famoso assassino Harry Brompton, soprannominato dai giornalisti “Liver”, a soli 15 anni uccise una giovane coppia, mangiando poi il fegato di entrambe le vittime (in inglese “liver” significa appunto “fegato”). Quando Liver fu incarcerato si scatenò una dura lotta, poiché molte persone gli volevano dare l’ergastolo, ma quando egli uscì per buona condotta, dopo 18 anni, andò a casa di una delle persone che volevano vederlo dietro le sbarre a vita per vendicarsi. Questo corto traccia le sue ultime ore di vita! Cortometraggio dell’italiano Federico Greco ( regista del buon docu-fiction “Road to L. – Il mistero di Lovecraft”, risposta italiana al film “The Blair witch project” ) dalla durata di circa 17 minuti che ripercorre dettagliatamente soltanto le ultime ore del killer “Liver”. All’inizio del film, nella scena dove il protagonista “mette qualcosa sotto i denti”, si intuisce chiaramente che c’è una citazione al film cult di Kubrik “Arancia meccanica”( nello specifico, “Liver” omaggia questo film quando il protagonista Alex DeLange è nelle condizione di farsi imboccare il cibo stando comodamente nel letto e mastica facendo delle smorfie irritanti!). Davvero convincente Ottavio Blitch, l’attore che interpreta il protagonista, il quale riesce assolutamente ad entrare nei panni del famigerato assassino. Nel film non c’è presenza di splatter, ma c’è comunque molta violenza suggerita e diverse scene disturbanti ( proprio come in “Arancia meccanica”! ). Bella la scena finale, quella del delirio, con sottofondo musicale che ricorda molto da vicino un videoclip musicale! Questo “Liver”, nel complesso, risulta essere un buon cortometraggio che riesce a divertire molto lo spettatore per la buona dose di violenza presente e per il citazionismo di cui è infarcito. Consigliato soprattutto a persone mature e a chi ha apprezzato il film di Kubrik! Curiosità. Il regista Federico Greco aveva già omaggiato Stanley Kubrik nel suo documentario “Stanley and us” nel 1999.