La Clinique sanglante backdrop
La Clinique sanglante poster

LA CLINIQUE SANGLANTE

La bestia uccide a sangue freddo

1971 IT
août 2, 1971

Spécialisée dans les troubles psychologiques, la clinique du Professeur Osterman traite de belles patientes dans un cadre somptueux et agréable. Mais le calme de l’endroit va changer lorsqu’un inconnu commence à traîner dans les couloirs pour éliminer certaines des résidentes !

Réalisateurs

Fernando Di Leo

Distribution

Klaus Kinski, Margaret Lee, Rosalba Neri, Jane Garret, John Karlsen, Gioia Desideri, Giangiacomo Elia, Monica Strebel, Fernando Cerulli, Sandro Rossi
Horreur Thriller Mystère
HMDB

CRITIQUES (1)

MM

Massimiliano Marongiu

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In una lussuosa clinica psichiatrica, gestita dal professor Osterman (John Karlsen) e dal suo assistente, il dottor Clay (Klaus Kinski), sono ricoverate alcune giovani donne affette da varie turbe psichiche. Le pazienti sono: Anna (Rosalba Neri) affetta da ninfomania e legata incestuosamente al fratello, Ruth (Gioia Desideri) vittima di raptus aggressivi, Cheryl (Margaret Lee) depressa e innamorata del dottor Clay ed infine l’agorafobica Claire (Jane Garret) safficamente legata all’infermiera Hilde (Monica Strabel). In questa torbida atmosfera si inserisce un misterioso assassino, che inizia a seminare morte all’interno della clinica... Mediocre thriller-erotico scritto e diretto da Fernando Di Leo (regista di fondamentali polizieschi all’italiana come “I ragazzi del massacro” e “Milano calibro 9”), il film si inserisce, come il titolo fa intuire, nel filone dei gialli “alla Dario Argento”, un genere che non rientra però tra le corde del regista, il quale confeziona perciò un prodotto piuttosto discutibile. Si tratta di un lavoro su commissione che il produttore Ermanno Curti richiese unicamente per battere il ferro delle “argentate” finchè era ancora caldo, ed ottenere perciò buoni profitti con una spesa minima. Per rendersi conto di quanto il progetto poco ispirasse Di Leo, basterà notare quanto sia assolutamente poco plausibile la storia, ridotta a semplice pretesto per un po’ di brividi a buon mercato. L’unica cosa veramente geniale è stata la trovata di far interpretare a quel mattoide di Klaus Kinski la parte dello psichiatra, per il resto ci troviamo di fronte ad attrici che mostrano le loro grazie e ad un po’ di scene sanguinolente. La chiave di lettura per un corretto approccio all’opera la fornisce lo stesso regista, il quale, senza peli sulla lingua, ha definito “La bestia uccide a sangue freddo” come un’accozzaglia di “ovvietà e banalità spinte fino al cretinismo, riscattate da un ritmo che non lascia allo spettatore la possibilità di riflettere”. Soltanto così possiamo digerire un ospedale psichiatrico (in cui ci sono alcune pazienti con manie suicide o raptus omicidi) arredato con un ricco campionario di armi, come asce, pugnali, spade e spadoni; ma anche balestre, mazze ferrate e addirittura una vergine di Norimberga (!?). Ognuna di queste armi verrà ovviamente utilizzata dall’assassino che in un paio di sequenze vedremo indeciso di fronte a tutto quel letale ben di Dio! Non essendo minimamente interessato ai contenuti, Di Leo mostra la sua professionalità unicamente nell’aspetto formale e nelle scelte visive. Le tenta tutte pur di distrarci dalla pseudo-trama che ha imbastito: ci avvolge nella fotografia del fidato Franco Villa, dà in pasto ai nostri occhi le discinte interpreti, mette a Kinski il camice da dottore invece della più appropriata camicia di forza. Tra efferati delitti e pruriginosità assortite arriviamo all’iperbolico finale in cui l’assassino, dopo essere stato smascherato, fa una strage di infermiere a colpi di mazza ferrata (una scena molto efficace ripresa con la camera a mano, in cui progressivamente vediamo il muro e il maniaco coprirsi di sangue, fino al catartico intervento della polizia che crivella di colpi il mostro). Il film da molti è considerato un cult, ma l’evidenza dei difetti rende impossibile dargli la sufficienza. Fino a poco tempo fa “La Bestia uccide a sangue freddo” era disponibile in versione uncut solamente per le edizioni estere, mentre la controparte italiana risultava più “castigata” (specie nelle scene erotiche). Recentemente però la Raro Video ha pubblicato il DVD in versione integrale, perciò se volete dare uno schiaffo alla logica narrativa e rifarvi le pupille di fronte a Rosalba Neri o le performance lesbo di Jane Garret e di Monica Strebel, avrete pane per i vostri denti.

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