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Roberto Giacomelli
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Nella proprietà degli Hayes, una notte cade un meteorite. Inizialmente gli Hayes appaiono contenti dell’accaduto, intenzionati a lucrare sull’ oggetto caduto dallo spazio; ma la notizia che si tratterebbe semplicemente di una toilette staccatasi da un aereo di linea, smorza presto l’entusiasmo. Però dal meteorite fuoriesce un liquido gelatinoso che viene assorbito dal terreno e raggiunge il pozzo utilizzato dagli Hayes per dissetarsi e per irrigare il terreno. Come risultato, il raccolto della fattoria è completamente rovinato, gli animali che si abbeverano con l’acqua del pozzo accusano dei comportamenti aggressivi e gli stessi Hayes cominciano lentamente a mostrare strani comportamenti e a decomporsi. Solamente il giovane Zachary sembra aver capito ciò che sta succedendo.
Nel periodo di massima proliferazione orrorifica nel panorama cinematografico, ovvero gli anni ’80, si mostra timidamente anche il poco conosciuto “La Fattoria Maledetta”, un prodotto a basso budget che esordì nel 1987, prendendo spunto da un bel racconto di H.P. Lovecraft “Il colore venuto dallo spazio”. In realtà di lovecraftiano in questo film c’è davvero poco e i rimandi al celebre scrittore si limitano al plot generale, per il resto “La Fattoria Maledetta” è un mediocre horror che alterna momenti di noia ad altri di indubbia atmosfera. Alla fine si ha a che fare con un compitino appena diligente, spesso quasi televisivo, che trova il suo punto forte, oltre che nella storia comunque avvincente, nella componente più prettamente orrorifica, grazie alle disgustose mutazioni fisiche che subiscono le persone che entrano in contatto con l’acqua contaminata e una discreta dose di suspance che viene a crearsi negli ultimi venti minuti.
In realtà gli effetti di make-up non sono di primissima qualità e le varie pustole appaiono spesso fittizie, così come appare del tutto insensata la scelta di mostrare mutato il volto dei personaggi per poi scorgere le mani del tutto normali. Comunque c’è un genuino appeal artigianale che pervade tutta l’opera e che la rende dunque digeribile più per i veterani dell’horror che per i giovani che cercano un approccio a questo genere; non a caso tra i produttori del film si può intravedere Amando De Ossorio, autore iberico della saga sui Resuscitati ciechi.
Il regista della “Fattoria maledetta” è David Keith (“Le avventure di Tennessee Buck”), più consono al ruolo di attore, che porta avanti la pellicola senza nessuna tecnica e nessun tocco personale. Il cast è composto da attori poco conosciuti e sicuramente poco memorabili, tra i quali Will Wheaton (“Flubber – Un professore tra le nuvole”; “Stand by me – Ricordo di un’estate”), nel ruolo del giovane protagonista, Claude Akins (“Il ritorno dei magnifici sette”; “Anno 2670 – Ultimo atto”) nel ruolo del fattore Hayes, Malcom Danare (“Christine – La macchina infernale”; “Flashdance”) nei panni di Cyrus, il fratello scemo del protagonista, Cooper Huckabee (“Il tunnel dell’orrore”; “La figlia del generale”) nel ruolo del Dott. Forbes.
In definitiva, “La Fattoria Maledetta” è un film mediocre, adatto giusto per passare un’ora e mezza, ma che non si lascia ricordare per nessun particolare motivo. Difficile da reperire e sconsigliato ad un pubblico giovanissimo o moderno.