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LOS CRÍMENES DEL MUSEO DE CERA

House of Wax

1953 US
abril 16, 1953

El escultor de un museo de cera tiene una fuerte discusión con su socio, porque éste pretende incendiar el local para cobrar el seguro. Años después, mientras el profesor Jarrod intenta reconstruir el museo, se producen extrañas desapariciones.

Directores

André de Toth

Reparto

Vincent Price, Frank Lovejoy, Phyllis Kirk, Carolyn Jones, Paul Picerni, Roy Roberts, Angela Clarke, Paul Cavanagh, Dabbs Greer, Charles Bronson
Terror Crimen
HMDB

RESEÑAS (1)

RG

Roberto Giacomelli

Uno scultore di statue di cera, subito dopo aver trovato i finanziamenti per esibire le sue opere, viene travolto da un incendio appiccato intenzionalmente da un suo socio disonesto. Il laboratorio e le statue vengono completamente distrutte e lo scultore rimane gravemente ferito. Diversi anni dopo, lo scultore, costretto su una sedia a rotelle e privato dell’uso delle mani, apre un nuovo museo delle cere e, contemporaneamente, avvengono brutali omicidi, seguiti dal trafugamento dei cadaveri dall’obitorio. Chi sarà il misterioso assassino sfigurato? E per quale motivo le statue del museo delle cere hanno una grande somiglianza con i corpi trafugati dall’obitorio? Remake piuttosto fedele dell’omonimo film del 1933 diretto da Michael Curtiz, “La maschera di cera” è anche il film che ha lanciato Vincent Price come icona del cinema fantastico ( prima di questo film aveva recitato in “Il ritorno dell’uomo invisibile” sequel del noto “L’uomo invisibile” del 1933 ) dopo aver interpretato ruoli in film dai generi più disparati. Inoltre questo film ha anche il merito di essere uno dei primi film ad essere proiettato in 3D, tecnica che da allora in poi fu molto utilizzata nel cinema fantasy/ horror, fino agli anni recenti, per contrastare l’appeal che la tv stava acquistando verso il pubblico. “La maschera di cera” è un piccolo classico del cinema horror/thriller degli anni ’50, ma purtroppo non è invecchiato molto bene, a differenza di pellicole ad essa contemporanee. Agli occhi dello spettatore moderno questo film può risultare a volte stucchevole, ma è indubbiamente carico di fascino per numerose soluzioni stilistiche che, ancora oggi, risultano altamente valide. Regna indiscussa sull’intera pellicola la forte presenza scenica di Vincent Price, perfetto nel ruolo dell’ambiguo scultore, che da questo momento diventerà una vera star del genere. Diligente la regia di De Toth che in diversi punti riesce a creare una perfetta atmosfera di inquietudine ( su tutte, la scena dell’obitorio ), supportata anche da una efficace fotografia e una suggestiva colonna sonora. In contrasto a questi elementi positivi, si riscontrano altre soluzioni meno felici: alcune scelte di sceneggiatura risultano poco azzeccate, in special modo costruire la storia sul mistero legato all’identità dell’assassino, quando poi la soluzione finale risulta la più scontata e prevedibile, annullando così il senso dello stupore che poteva essere indotto nello spettatore ( ma questa non è un’esclusiva di questo remake, dal momento che anche lo script originale del film di Curtiz lo prevedeva ). Inoltre questo film, pur avendo una durata esigua ( poco più di 80 minuti ), ha delle gravose cadute di ritmo, soprattutto nella parte centrale, che non riescono a tenere desta l’attenzione dello spettatore e a coinvolgerlo a dovere. Inutile sottolineare il fatto che questa pellicola, malgrado il tema trattato e il divieto ai minori, sia completamente priva di scene “forti”, considerando il periodo in cui è stata prodotta. In conclusione, “La maschera di cera” risulta un film affascinante e generalmente ben fatto, ma, a tratti, poco coinvolgente e non particolarmente adatto agli spettatori abituati all’horror frenetico e viscerale dell’epoca postmoderna/ contemporanea.

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