MC
Marco Castellini
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Dean Corso, ricercatore di libri rari, viene incaricato da un eccentrico e ricchissimo uomo d’affari, di ritrovare alcune rare edizioni di un vecchio manoscritto intitolato “Le nove porte del regno delle tenebre”. Secondo un’antica leggenda le nove edizioni del libro, una volta riunite tutte insieme, sono in grado di aprire una passaggio per gli Inferi. Dopo varie vicissitudini e strani avvenimenti, lo studioso riuscirà a riunire i nove manoscritti ma il risultato sarà quello voluto? Affascinato dal romanzo "Il Club Dumas" dello spagnolo Arturo Pérez Reverte Roman Polanski decide di trarne un film ma nonostante l’ottimo soggetto, l’ispirato protagonista Johnny Depp e le indubbie doti del regista il risultato non quello che ci si poteva attendere. Polanski torna al satanismo, dopo “Rosemary's Baby”, con quello che si potrebbe definire un finto B-movie per l’uso di alcuni effetti speciali volutamente kitsch (vedi la sequenza dell’inseguimento in auto) e di veri attori-B, come James Russo e Frank Langella. Sottigliezze che possono incontrare il gusto di certi cinefili ma che in questo caso risultano assolutamente vezzose, quasi di intralcio alla funzionalità e al fascino del film. Il ritmo della pellicola è davvero esageratamente lento, di buon grado si potrebbe rinunciare ad almeno venti/venticinque minuti di film; un montaggio più attento e curato probabilmente gli avrebbe fatto guadagnato un ritmo accettabile. Lascia l’amaro in bocca soprattutto il finale, troppo interlocutorio, praticamente non dà nessuna risposta precisa alle molte domande aperte dal film. Da un regista come Polanski era lecito attendersi qualcosa di più.