Lady Vengeance backdrop
Lady Vengeance poster

LADY VENGEANCE

친절한 금자씨

2005 KR
juillet 29, 2005

Geum-ja, une belle jeune fille, devient un personnage public lorsqu'elle est accusée de l'enlèvement et du meurtre d'un garçon de 5 ans. Ce crime atroce obsède les médias. Geum-ja passe aux aveux et est condamnée à une longue peine de prison. Elle va consacrer ses 13 ans d'enfermement à la préparation méticuleuse de sa vengeance contre son ancien professeur Mr. Baek…

Réalisateurs

Park Chan-wook

Distribution

Lee Young-ae, Choi Min-sik, Kwon Yea-young, Kim Si-hoo, Nam Il-woo, Kim Byeong-ok, Oh Dal-su, Lee Seung-shin, Kim Bu-seon, Ra Mi-ran
Drame Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

MP

Marco Pitzalis

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Geum-ja ha trascorso tredici anni in carcere per il rapimento e l'uccisione di un bambino, reato che non ha commesso, ma di cui si è attribuita la colpa per coprire un uomo a cui era particolarmente legata e che invece l’ha incastrata. Durante il periodo di detenzione, la donna ha una condotta formidabile e si dimostra sempre gentile e disponibile con tutti. Scaduta la pena, Geum-ja si mette alla ricerca del vero responsabile del delitto per vendicarsi. ”Lady Vendetta” è un film che inizia con una certa leggerezza, la prima parte, infatti, è gradevole e piena di ironia: ripercorriamo la storia di Geum-ja, condannata a tredici anni di carcere per il rapimento e l'uccisione di un bambino, ma capiamo subito che c'é qualcosa che non quadra. Durante gli anni di prigionia la sua immagine di carcerata modello (quasi una santa) ha impressionato le sue compagne, e saranno proprio loro ad aiutarla una volta uscita dal carcere. L'angelica Geum-ja però cambia. Uscita dal carcere, è una donna nuova. Una donna spietata, tremendamente dark e attraente. Una femme fatale, letale e pericolosa. E' una donna in cerca di vendetta. L'aureola di santità sparisce completamente. Lo sviluppo della storia comincia a complicarsi, e ci domandiamo perché abbia confessato per un delitto mai commesso. Ma chi è il vero colpevole? E' Choi Min-sik, l'attore che interpretava Daesoo in “Old Boy”, straordinariamente convincente nel ruolo del viscido abominevole pedofilo Baek. Gli affari tremendamente si complicano, e la leggerezza scompare per lasciare il posto ad una cupa riflessione sul fenomeno della pedofilia. Il pedofilo viene catturato da Geum-ja, la quale viene a conoscenza di un orribile fatto: l'avere assunto la responsabilità dell'omicidio del bambino ha lasciato campo libero al mostro, che ha commesso altri efferati delitti. E' quindi compito di Geum-ja consegnarlo ai genitori delle povere vittime. Ecco che qui entriamo nella riflessione. Il regista è bravo a delineare il carattere e le personalità dei genitori dei bambini vittime, i quali entrano subito in conflitto tra loro: chi propone per la consegna alla polizia, chi, logicamente, vuole farsi giustizia da solo. Alla fine opteranno (ovviamente) per la seconda scelta. Ma non aspettiamoci torture efferate e sanguinolente. Di violenza fisica in questo film ce n'é poca. Lo spettatore avrebbe voluto vedere massacrato nelle più diverse ed originali torture il pedofilo, ma Park preferisce mostrare le facce e le reazioni dei genitori di fronte ai filmati delle torture dei loro piccoli, la "lotteria" per decidere l'ordine nel quale entreranno nella stanza dove Baek è rinchiuso (momento di un'assurdità totale), e il sotterramento del cadavere del maestro-pedofilo. Ecco la vera violenza del film: i volti dei genitori, distrutti da un'indicibile dolore, di fronte alle sofferenze dei loro figli. E qui si può scatenare il dibattito: è giusta la loro vendetta? Dopo un crudo dibattito, rimane ancora una domanda: chi è Geum-ja? Una santa? Una spietata assassina? Forse è un pò tutt'e due: è una donna ambigua, senza ombra di dubbio. La conosciamo prima come ventenne (piuttosto disinibita, dato che rimane incinta a vent'anni) con mille sogni da realizzare, poi come angelo, poi come signora della vendetta. E' una donna che ha sì sofferto, ma è anche una donna che ha commesso sbagli pesanti: ha partecipato come complice di Baek al rapimento del bambino; la sua confessione, mirata a salvare la vita di una persona a lei molto cara porta alla morte di altri bambini; questi scheletri nell'armadio fanno sì che il rapimento e l'uccisione di Baek non la liberino definitivamente dai tormenti esistenziali. Tra le scene da ricordare: la cena dei i genitori per "festeggiare", con tono decisamente mesto e malinconico, il compleanno di uno dei bambini uccisi, e la nevicata finale, di un candore splendido che forse ci dà uno spiraglio di speranza e illumina il futuro della nostra ambigua e controversa protagonista. Resta un'ultima cosa da dire. Come per i precedenti film, forse in questo ancora di più, la fotografia è splendida, tanto che in alcune sequenze si può rischiare di perdere i discorsi perché si può rimanere incantati dalla bellezza delle immagini.

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