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Marco Castellini
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Nel 1750 Giacomo Vigetti, un giovane seminarista in fuga dalle autorità religiose dello Stato Pontificio, viene assunto come segretario da un ex-parroco. Scomunicato dal Santo Uffizio per le sue ricerche esoteriche, l’Arcano Incantatore condurrà il suo giovane assistente nel mondo della negromanzia, alla ricerca del mistero della vita e della morte, un mistero che nessun uomo dovrebbe mai svelare… Dopo il capolavoro “La Casa dalle Finestre che Ridono” e l’ottimo “Zeder”, Avati torna all’horror di ambientazione gotica dirigendo un film denso di suspense e mistero. Come già accadeva nelle sue precedenti opere anche ne “L’Arcano Incantatore” la tranquilla campagna romagnola fa da sfondo ad una storia tetra e angosciante, che trascina lo spettatore in un incubo il cui mistero è svelato solo alla fine. Tornano alcuni stereotipi del cinema del macabro avariano: la figura ambigua e “maligna” del prete, l’ambientazione solare che fa da contraltare ad un racconto profondamente macabro, la risoluzione del mistero in un finale “nero”. Un vero gioiello gotico-esoterico in cui i temi portanti sono il Diavolo, la magia, i terribili e oscuri segreti dell’anima. Un film coinvolgente e di grande fascino di cui è assolutamente consigliata la visione.