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La colline a des yeux poster

LA COLLINE A DES YEUX

The Hills Have Eyes

2006 FR
mars 10, 2006

Pour fêter leur anniversaire de mariage, Big Bob Carter, un ancien policier de Cleveland, et sa femme Ethel ont demandé à leur famille de partir avec eux en Californie. Big Bob est sûr que faire la route tous ensemble les aidera à resserrer des liens familiaux un peu distendus. Même si tout le monde vient, personne n'est vraiment ravi d'être là. Lynn, la fille aînée, s'inquiète du confort de son bébé. Son mari, Doug, redoute de passer trop de temps près de son beau-père. La jeune Brenda regrette de ne pas être allée faire la fête à Cancun avec ses amis. Et Bobby ne s'intéresse qu'aux deux chiens de la famille. Une route désertique va conduire les Carter vers le pire des cauchemars…

Réalisateurs

Alexandre Aja

Distribution

Vinessa Shaw, Aaron Stanford, Ted Levine, Kathleen Quinlan, Emilie de Ravin, Dan Byrd, Tom Bower, Billy Drago, Robert Joy, Desmond Askew
Horror Thriller
HMDB

CRITIQUES (1)

RG

Roberto Giacomelli

La famiglia Carter sta attraversando in camper il deserto del New Mexico per andare a trascorrere le vacanze in California. Dopo una sosta ad una isolata stazione di servizio per fare il pieno di carburante, Big Bob, il capofamiglia, segue il consiglio del gestore della stazione di servizio e si inoltra su una scorciatoia non riportata sulla cartina, ma una trappola lungo la strada spinge i Carter fuori strada e li costringe ad accamparsi in quella porzione di deserto lontana miglia e miglia dalla civiltà. Ma il pericolo è in agguato perché qualcuno dalle colline spia la famigliola in difficoltà: un clan di umanoidi mutanti e cannibali che hanno fissato in quella zona il loro territorio di caccia. Sono circa tre anni che ad Hollywood sono stati colti da un'insaziabile fame cannibale che spinge i produttori e i distributori più disparati a fagocitare avidamente ogni cult appartenuto al recente passato e a defecarne una versione riveduta e corretta per il pubblico moderno. Sarà una preoccupante mancanza di idee originali, sarà un'astuta quanto immorale manovra commerciale, fatto sta che ogni film che negli anni '70 ha riscosso un buon successo o recentemente "ha sbancato i botteghini" in oriente, DEVE avere un remake che lo faccia conoscere al moderno pubblico di teen agers. E' normale, dunque, che anche il cult diretto nel 1977 da Wes Craven avesse un remake, stavolta fortemente voluto dallo stesso Craven, insieme al produttore di allora Peter Locke ( e anche di questa nuova versione insieme allo stesso Craven ), che ha affidato la regia al giovane regista francese Alexandre Aja, già regista del sanguinosissimo "Alta Tensione". Bisogna fare, però, una doverosa precisazione: l'uscita di un remake non corrisponde dogmaticamente ad una garanzia di scarsa qualità, anzi in questi anni abbiamo visto alternarsi a remake inutili e piuttosto bruttini anche dei dignitosissimi prodotti di qualità, film che spesso aggiungono molto al prototipo oppure riescono a leggerlo sotto un'ottica differente, dando vita quasi ad un film autonomo. "Le Colline hanno gli occhi" appartiene proprio a questa categoria di remake; infatti si tratta di un film che, pur seguendo abbastanza fedelmente la sceneggiatura dell'originale ( ad eccezione del prologo, l'epilogo e un lunga sequenza aggiuntiva ), riesce a fare tematica principale del film non la contrapposizione metaforica tra barbarie e civiltà, con conseguente vittoria della prima sulla seconda, ma di orientarsi su tutt'altri territori. "Le Colline hanno gli occhi" di Aja non ha velleità sociologiche, ma è una lunga e cruenta riflessione sull'associazione pragmatica di "causa ed effetto", riallacciabile esplicitamente al ruolo fondamentale che gli Stati Uniti hanno avuto (inconsapevolmente?) nella creazione dei mostri della società. Alexandre Aja, insieme al collega Grégory Levasseur, ha scelto di approfondire nella sceneggiatura un aspetto che nel lavoro di Craven era solo accennato, cioè la causa delle mutazioni negli abitanti delle colline: qui è chiaramente spiegato che la zona del New Mexico in cui sono nati e cresciuti i mutanti cannibali, negli anni '50, era oggetto degli esperimenti nucleari dell'esercito degli Stati Uniti, e coloro che oggi lo abitano sono il risultato della negligenza e spietatezza di chi allora li ignorò. In un significativo discorso che un deforme antropofago intraprende con il protagonista del film, capiamo la rabbia e la voglia di vendetta che spinge i mutanti ad un desiderio di distruzione della società americana upper class, una voglia terroristica di divorare ciò che non si può avere (o essere). Il tutto viene esplicitamente menzionato dall'anarchico modo di vivere dei mutanti cannibali che qui non sono più, come nel film di Craven, una semplice famiglia, ma un vero e proprio piccolo villaggio che si è stanziato nel finto paesino popolato da manichini in cui si svolgevano i test nucleari, un luogo in cui il tempo si è fermato negli anni '50, un luogo in cui si canta l'inno americano in una sua versione distorta e inquietante, dove si usa la bandiera a stelle e strisce come macabro ornamento per cadaveri, dove si conservano i turisti macellati in grandi frigoriferi da supermarket. Naturalmente "Le Colline hanno gli occhi" non si prefigge come unico obiettivo quello di dare una lettura politica dell'America dei reietti, ma ha come scopo principale anche di divertire e disgustare lo spettatore amante del genere; e così via con un ritmo incalzante e una giostra di atrocità che ci hanno fatto ben riconoscere l'Alexandre Aja di "Alta Tensione", grazie ad una serie di scene sadiche e gustosamente gore architettate dalla premiata ditta Berger&Nicotero;, creatori degli effetti speciali e dei terrificanti e realistici make-up dei mutanti. In questo remake abbiamo un numero maggiore di antagonisti, un numero più alto per far si che ci siano sufficienti abitanti per popolare il villaggio post-atomico; quindi oltre ai già noti Jupiter e consorte con la prole Pluto, Mercury, Mars (piuttosto deludente se confrontato al mitico personaggio con parruccone e denti finti del cult di Craven) e Ruby (qui anche lei, giustamente, in versione mutante), si aggiungono altre orride aberrazioni genetiche. In questo remake, se da una parte abbiamo un maggiore approfondimento concesso ai membri della famiglia Carter, con tanto di tensioni interne che contrappongono il repubblicano capofamiglia e il democratico genero, dall'altra abbiamo una minore caratterizzazione degli antagonisti, probabilmente a causa dell'eccessivo numero degli stessi, tra i quali si ricordano con maggior piacere soprattutto la piccola Ruby e il deforme simpatico Pluto. Il cast non annovera nessuna star di richiamo, ma è composto comunque da bravi attori, tra i quali il più noto è senza dubbio Ted Levine che interpretò Buffalo Bill in "Il silenzio degli innocenti", qui impegnato nel ruolo del capofamiglia Big Bob; poi abbiamo Aaron Stanford("X-men 2" e "X-men: Conflitto finale") nel ruolo del protagonista Doug e Emilie De Ravin (il serial "Lost") nel ruolo di Brenda. In conclusione, "Le Colline hanno gli occhi" si ricorda piacevolmente come uno dei più felici e riusciti esempi di remake di questi ultimi anni (probabilmente insieme a "Non aprite quella porta" e "L'alba dei morti viventi"), grazie al suo gusto per il macabro eccesso e per la scelta di leggere la storia sotto tematiche differenti. Non in grado di raggiungere il fascino retrò e stracult del suo celebre predecessore, ma comunque si lascia ricordare come un film altamente valido.

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